30-11-2019 Paola Pierotti 4 minuti

Via Scialoia a Milano, la scuola-parco di Modus Architects vince il concorso Concorrimi

Dall’asilo alla secondaria di primo grado. Grandi vasi alberati, polmoni verdi per un paesaggio dell’apprendimento

La gradonata, l’oasi, la tana e lo spazio di mezzo formano una sorta di atlante, un nuovo lessico di arredo, capace di agire sulla pluralità del linguaggio dell’apprendimento.

Grandi vasi alberati, polmoni verdi del nuovo paesaggio dell’apprendimento, ai piedi del Parco Nord: questo il concept della nuova Scuola Scialoia progettata dallo studio Modus Architects che si è aggiudicato uno dei concorsi promossi e organizzati con la piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano. Questo intervento si colloca nella fascia periferica di Milano, contraddistinta da una forte presenza di parchi e aree verdi, denominata cintura verde. Il nuovo complesso scolastico (concorso indetto a giugno 2019) ragiona quindi sul concetto del costruire nel verde più che nel consolidare il tessuto urbano esistente: trova nella naturalità dei frammenti persistenti di verde la ragione del suo essere. «L’impianto planimetrico – raccontano dallo studio guidato da Matteo Scagnol e Sandy Attia – è scandito da una doppia geometria sinusoidale, che crea intrecciandosi volumi sempre diversi dei plessi scolastici, accomunati dalla libertà della forma curvilinea, come una collana di pietre preziose».

Come un arcipelago di isole concatenate, scompare l’usuale gerarchia fronte e retro, così come la distinzione per fasce di età. Il progetto dispone a coppie i vari plessi scolastici che si susseguono secondo la crescita dei bambini: il polo dell’infanzia (asilo nido e scuola dell’infanzia), un nuovo polo culturale (con biblioteca, auditorium e locali per le associazioni), il polo scolastico (primaria e secondaria di 1 grado) in contiguità con il centro sportivo.

I principi del progetto. Permeabilità, anche per favorire un continuo rapporto in&out, sono i principi che contraddistinguono il concept Modus.  «Il comune denominatore degli edifici è la “corte centrale”; impianto classico che conferisce agli spazi interiorità e benessere. Attorno alla corte – raccontano gli architetti – gravitano gli altri tre elementi tipologici che caratterizzano l’intero intervento: la cellula, il tessuto connettivo e la loggia. Di volta in volta, a seconda della scuola, questi elementi si compongono a favorire diverse configurazioni funzionali, offrendo lo sfondo ad una didattica innovativa».

Una scuola all’aperto. Il progetto architettonico si caratterizza anche per un modello sostenibile di scuola all’aperto, tra l’altro il 90% della superficie di questa scuola sarà green, grazie al grande parco, ai giardini attrezzati e al verde che riveste gran parte delle coperture.

Pedagogia e architettura. Se gli elementi architettonici instaurano un rapporto reciproco tra l’ambiente e la didattica, «gli elementi di arredo manifestano tale pensiero progettuale attraverso la scala dell’oggetto e lo spazio circoscritto per creare un continuum dialogico tra arredo, architettura e pedagogia in tutta la scuola. La gradonata – spiegano i progettisti – l’oasi, la tana e lo spazio di mezzo formano una sorta di atlante, “un nuovo lessico di arredo”, capace di agire sulla pluralità del linguaggio dell’apprendimento, necessario allo stimolo dell’innovazione scolastica». L’obiettivo di questo atlante è di amplificare il coinvolgimento dell’alunno verso il proprio personale metodo di apprendimento, trovando un giusto equilibrio tra l’autonomia dell’individuo e le dinamiche del gruppo nell’intraprendere il percorso formativo e nell’appropriarsi degli spazi della scuola.

Materiali e tecnologie. Tra le scelte progettuali si distingue quella per la Loggia, uno dei temi centrali del progetto, che, oltre a sostenere le qualità didattiche della scuola, migliora le prestazioni energetiche attraverso il sistema di frangisole degli elementi in ceramica che vanno addensandosi sul lato sud mentre sono più diradati sul lato nord per graduare l’intensità dell’insolazione e la qualità della luce interna. «La nuova “pelle” è come un mantello verde e dialoga con la natura vegetale dei laboratori all’aperto e delle terrazze. È prevista in varie nuances di verde fino ai toni dell’azzurro, colori distensivi e riposanti che facilitano l’apprendimento. L’utilizzo delle ceramiche con accento cromatico – spiegano i progettisti – instaura inoltre un rapporto figurale con la tradizione dell’architettura moderna milanese e sancisce una continuità con i prospetti dell’edificio Montedoria di Gio Ponti».

In lizza. In graduatoria, dopo il team guidato da Matteo Scagnol (Modus), si sono classificati al secondo posto BDR bureau (con Simona Della Rocca) – progettisti della scuola torinese inaugurata nei mesi scorsi e nata da un concorso promosso con la Fondazione Agnelli e la Compagnia di San Paolo, realizzata in tempi record – e al terzo Lombardini 22 (Roberto Cereda e Paolo Facchini). Tra gli altri studi in short list anche Ati Project di Pisa guidato da Branko Zrnic (ottavo classificato – una quarantina di scuole progettate e 10 costruite, si legga l'approfondimento su Italian Architects) e lo studio Iotti+Pavarani (sesto classificato) vincitore del concorso per la scuola di Cesenatico. I concorsi come occasione di sperimentazione, come banco di prova che raccontano anche di una generazione di professionisti che sul tema dell'architettura scolastica ha lavorato, con successo. Un risultato che raccoglie gli sforzi del Comune di Milano come ente banditore, dove l'assessore Laura Galimberti ha delega sia per le attività legate all'educazione che per l'edilizia scolastica, portndo allo stesso tavolo temi legati all'educazione e politiche dedicate alla realizzazione e manutenzione del patrimonio edilizio.

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Paola Pierotti
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