Venezia omaggia il fotografo Fulvio Roiter, 200 scatti per raccontare la sua carriera
Fino al 26 agosto la mostra promossa alla Casa dei Tre Oci curata da Denis Curti
Una vita dedicata alla fotografia e alla ricerca di quei luoghi dell’anima che ne hanno ispirato la poetica
“Può una parola così piccola, foto, diventare così grande? Possono due sillabe riuscire a portarti in mondi lontani, in posti segreti, possono raccontarti una favola intima e silenziosa? Sì, possono. Le fotografie del nonno, però, sembrano voler graffiare le pagine dei libri per poter uscire e diventare, se possibile, ancora più reali”. In questo modo Jasmine Moro Roiter raccontava nel 2016 le immagini del fotografo Fulvio Roiter, a cui Venezia, nella Casa dei Tre Oci, ha scelto di dedicare una mostra, che inaugurerà il 16 marzo e terminerà il 26 agosto 2018.
Duecento scatti per la maggior parte vintage che raccontano Venezia e la laguna, i suoi eventi tradizionali e i suoi abitanti, ma anche le condizioni dei lavoratori siciliani negli anni ’50 e i paesaggi del Belgio, Portogallo, Andalusia, Brasile e di New Orleans.
Una carrellata di momenti immortalati tra il 1948 e il 2007, che ripercorrono l’intera carriera del fotografo e si presentano come l’esposizione più completa mai realizzata sull’autore e la prima dopo la sua recente scomparsa, avvenuta il 18 aprile 2016.
La retrospettiva, curata da Denis Curti, si suddivide in nove sezioni, ciascuna espressione di uno specifico periodo della vita e dello stile di Roiter: L’armonia del racconto, Tra stupore e meraviglia, l’Italia a colori, Venezia in bianco e nero, un autoritratto, L’altra Venezia, L’infinita bellezza, Oltre la realtà, Oltre i confini, Omaggio alla natura e L’uomo senza desideri. Il percorso espositivo scandisce le tappe di una vita “interamente dedicata alla fotografia e alla ricerca di quei luoghi dell’anima che ne hanno ispirato la poetica, assumendo come unico punto di riferimento la pura e sincera passione, vissuta dall’autore tra scenari di viaggi, scoperte e amori incondizionati”, come spiegano dalla Casa dei Tre Oci.
La figura della moglie Louise Embo. Uno spazio è dedicato anche a “Lou” la compagna di vita dell’artista, incontrata in Belgio, dove nacque un rapporto umano e professionale lungo quarant’anni.
Non solo foto. L’allestimento infatti è stato arricchito con videoproiezioni, ingrandimenti e una ventina di libri originali, che restituiscono oltre alle opere di Roiter anche i contributi critici dei tanti autori che hanno scritto sul suo lavoro, tra cui anche Alberto Moravia, Gian Antonio Stella e Enzo Biagi.
Il libro è stato fin dall’inizio il contenitore prediletto dal professionista veneziano per le sue opere, e nel corso della sua carriera ne ha realizzati circa un centinaio. Una scelta che gli ha valso il Premio Nadar 1956, assegnato ogni anno a una pubblicazione edito in Francia avente per argomento la fotografia, con il libro “Umbria. Terra di San Francesco”. “Essere Venezia”, il terzo volume del 1977 dedicato alla città veneta, stampato in quattro lingue con una tiratura di circa un milione di copie e che lo ha consacrato sulla scena internazionale, ha vinto invece nel 1978 il Grand Prix a Les Rencontres de la Photographie d’Arles.
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