15-11-2024 Francesca Fradelloni 3 minuti

Urbanistica nel caos: slitta il Salva-Milano e stop al Sue

L’assessore Tancredi risponde alle numerose critiche dopo il blocco dello Sportello unico dell’edilizia. Intanto il Mef allunga i tempi della proposta di legge

Per l’urbanistica milanese non finiscono le grane. Ad aggiungere intoppi dopo le 14 indagini della Procura di Milano sui presunti abusi edilizi di grattacieli e palazzi, come i potenziali conflitti di interesse della Commissione paesaggio che dava il benestare ai piani di costruzione, che hanno paralizzando i cantieri del capoluogo lombardo, c’è la decisione del Comune di Milano di chiudere lo Sportello unico dell’edilizia (Sue).

Infatti, la circolare che Palazzo Marino ha inviato martedì agli uffici dell’urbanistica per stoppare gli appuntamenti tra funzionari, operatori del settore e cittadini e per invitare tutti al rispetto categorico delle procedure formali, ha scatenato numerose proteste e reazioni a catena di tutta la filiera e della politica meneghina.


Dall’Ordine degli architetti di Milano, tra i primi a reagire, un appello a ritirare un provvedimento inaccettabile, perché sancisce un «inammissibile ritorno al passato in tema di trasparenza».


Il provvedimento riguarda solo i nuovi fascicoli, non quelli già aperti e per i quali gli incontri previsti in agenda sono confermati e si va dal piano attuativo al progetto più piccolo. Federico Aldini, presidente dell’Ordine, ha fatto pubblicare sul sito istituzionale una lunga lettera aperta: «L’Ordine degli architetti di Milano ritiene la disposizione di servizio n. 9/2024 del Comune di Milano inaccettabile, sia sul piano giuridico sia sul piano sostanziale e delle ordinarie dinamiche di partecipazione costruttiva che da sempre a Milano caratterizzano il rapporto tra cittadini, professionisti e pubblica amministrazione». Per Carlotta Penati, che guida gli ingegneri della provincia di Milano, come riporta la Repubblica «il dialogo tra tecnici comunali e professionisti, oggi è cruciale per assicurare una corretta gestione efficiente delle pratiche edilizie». Per i professionisti limitare drasticamente il confronto tecnico rischia di bloccare il funzionamento ordinario del settore, con pesanti ripercussioni sullo sviluppo urbanistico e sull’economia locale. Anche Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, si è detta preoccupata che «la chiusura allunghi ancora di più la macchina burocratica», sostenendo che «il provvedimento appare del tutto contrastante con i principi costituzionali di trasparenza delle Pa». Secondo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Enrico Marcora, membro della commissione per la Rigenerazione urbana, questo provvedimento rischia di bloccare tutto il settore immobiliare di Milano e mettere in crisi architetti, ingegneri, professionisti, imprese edili e artigiani. Anche i Verdi di Carlo Monguzzi si indignano. «La serrata per drammatizzare lo scontro con la magistratura è malinconica e fuorilegge», racconta a Il Giornale il consigliere. Celere la risposta alle reazioni dell’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, che da subito ha difeso il suo stop all’apertura degli uffici del Sue. «Le disposizioni sono chiare e vanno lette nella loro interezza: non vuol dire che cittadini, professionisti, operatori del settore non potranno più avere contatti e confronti con gli uffici, ma occorrerà che le richieste, formali e motivate, vengano autorizzate dai dirigenti», ha chiarito.


Intanto si aspetta il Salva-Milano, la proposta di legge che dovrebbe sbloccare i nodi interpretativi in materia di urbanistica tra il Comune e la Procura.


La discussione della proposta di legge che dovrebbe sbloccare l’impasse in cui è finita l’edilizia milanese è slittata di un giorno (dal 19 al 20 novembre) a causa di accertamenti da parte del Mef. Il ministero dell’Economia, infatti, si vuole accertare che la nuova misura non sollevi dubbi di incostituzionalità a causa dei minori introiti che potrebbero giungere nelle casse dei Comuni. Da qui l’ipotesi che si possa tornare a procedere con una norma di riordino che vada comunque a sanare quanto fatto finora invece che una semplice interpretazione autentica.

Peraltro, proprio le inchieste sul presunto abuso edilizio avrebbero messo in rilievo, secondo i pm, che nelle operazioni immobiliari finite sotto indagine gli oneri di urbanizzazione incassati da Palazzo Marino sarebbero stati nettamente inferiori rispetto alla cifra prevista da una procedura più complessa (tra il 40 e il 60% in meno.

 

In copertina: @AdobeStock

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Francesca Fradelloni
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