Un miliardo investito e 70 milioni di risparmi: il bilancio del Demanio per il 2024
Entro il 2026 previsti investimenti per 4,7 miliardi, meno spese per 147 milioni annui dal 2027
Un miliardo di investimenti e un risparmio di 70 milioni per locazioni passive a regime. È la sintesi in numeri del rapporto 2024 dell’Agenzia del Demanio, illustrato il 9 luglio alla Camera dal direttore Alessandra Dal Verme. Taglio di costi che dal 2027 l’agenzia stima raggiungerà i 147 milioni di euro annui, ossigeno per la spesa pubblica. In tempi di patto di stabilità che torna, l’ente di via Barberini risponde presente. Anche dal versante delle entrate, con il rinnovo dei canoni di locazione. Entro il 2026 l’agenzia prevede inoltre interventi complessivi per 4,7 miliardi. Nel 2021 ne sono partiti per circa 2,5 miliardi, e il Piano 2024-2026 prevede l’avvio di nuove operazioni per un miliardo (di cui 490 milioni nel 2024), cui si vanno ad aggiungere 1,2 miliardi da fondi di altre amministrazioni. Ma al di là dei calcoli, il lavoro dell’agenzia ha anche il volto di concept messi a terra. E Dal Verme li passa in rassegna.
Su tutti Tor Vergata a Roma, con le tristemente note Vele di Calatrava, già costate 270mln per diventare finora una struttura che «cadeva a pezzi» ma il cui progetto di rigenerazione, afferma, è in esecuzione e sarà terminato per il Giubileo del 2025.
Poi il Parco della Giustizia di Bari, opera da 400mln, arrivato alla gara per il progetto esecutivo e l’esecuzione dopo un anno e mezzo. Con l’idea di fondo, commenta Dal Verme, di «permeare la città di Bari con la cultura della legalità».
Vicina l’approvazione del progetto definitivo per l’ex carcere di Perugia, investimento da 150mln, abbandonato da più di 20 anni e in predicato di diventare centro di logistica della Giustizia.
A Pesaro, Capitale della Cultura 2024, l’agenzia sta curando il restauro della Loggia del Gegna a Palazzo Ducale, ricorda Dal Verme.
Così come sottolinea l’iniziativa che investe l’ex manifattura Tabacchi di Torino, che rinascerà come campus e polo archivistico grazie all’iniezione di 130 milioni.
Cantieri presi ad esempio di quella che è la mission dell’agenzia, rimarcata dal direttore: creare valore per la collettività. Economico ma anche sociale, culturale, ambientale. Tenendo presente che, dichiara Dal Verme prendendo in prestito una citazione dell’urbanista Ricky Burdett («Non esiste un’entità monolitica che è la città»), anche l’immobile come il centro urbano è in relazione al territorio: e secondo le necessità di questo deve cambiare.
Gestendo le iniziative in accordo con tutti gli stakeholder cittadini inclusi, aggiunge, perché soprattutto un ente pubblico non può fare a meno del consenso.
Ma perché i conti tornino, non si prescinde dalla partnership pubblico-privata e Dal Verme non si stanca di ripeterlo.
Su questa interviene Davide Albertini Petroni, presidente di Confindustria Assoimmobiliare. E nell’esternare la soddisfazione per il rapporto instaurato con l’agenzia del demanio, Albertini Petroni elenca tre aspetti sui quali la sua associazione può – e intende – fornire dei rilievi in base al proprio punto di vista e alla propria expertise. Il primo dei quali è quello giuridico perché, spiega, il project financing, strumento preferito dall’agenzia, può non essere adatto a operazioni stand alone e per investitori con scarsa propensione al rischio. Il secondo è quello dei «fattori abilitanti» per iniziative complesse, quali quelle mixed use. L’ultimo è quello fiscale, che ha a che vedere con la «tenuta del business plan».
In copertina: Manifattura Tabacchi di Torino ©Agenzia del Demanio
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