Tutti gli ingredienti di un buon progetto. Intervista a Patricia Viel

06-12-2023 Paola Pierotti 6 minuti

ACPV Architects Antonio Citterio Patricia Viel premiati “best architect of the year”

Siamo un collettivo di architetti. Da una decina d’anni dieci sono i soci. Siamo ACPV Architects». Patricia Viel, ceo ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel parte da qui per raccontare il Dna del suo studio «che si allontana dalla personalizzazione del progetto, che è frutto di un lavoro collettivo, e di tanta organizzazione». Ancora, «siamo uno studio che si occupa solo di progettazione architettonica, non abbiamo integrato le altre discipline, perché abbiamo elaborato un metodo di progetto che va molto in profondità sul concept. Abbiamo al nostro interno, un’unità di sviluppo di progettazione generativa, di intelligenza artificiale, di raccolta e gestione dei dati. Ci siamo specializzati sul tema della rappresentazione video e di realtà virtuale, che ci consente di condividere i contenuti con altri soggetti della filiera, come nel caso del Bim».

È di qualche settimana fa, infatti, la presentazione delle due nuove unit: ACPVIDEO, dedicata alla produzione video, e ACPVX, specializzata nella consulenza di progettazione in ambiente digitale. Queste affiancheranno la progettazione multidisciplinare dello studio, fornendo al contempo servizi su misura a nuovi potenziali clienti. “ACPVX, il nucleo tecnologico della progettazione di Acpv Architects – si legge in una nota dello studio – offrirà servizi avanzati di modellazione e consulenza. Guidato da Emiliano Capasso e Vincenzo Panasiti, ACPVX amplia le competenze dello studio nell’applicazione dei processi Building Information Modelling, attraverso l’innovazione nella progettazione computazionale e nell’uso dell’intelligenza artificiale. Lavorando parallelamente alle attività di Acpv, la nuova business unit metterà le proprie conoscenze a servizio dei clienti e a supporto delle loro necessità in ambiente digitale. Oltre alla consulenza Bim, i servizi di ACPVX includeranno lo sviluppo di software, di algoritmi e di processi basati sull’apprendimento automatico (machine learning) e sull’intelligenza artificiale, grazie a un gruppo dedicato di architetti, computational designer e sviluppatori”. D’altro canto, ACPVIDEO, guidata da Daria Passaro, fornirà invece servizi di produzione video che vanno dall’animazione completa in CGI (computer-generated imagery) a brevi documentari che illustrano concept progettuali. “I video-artist – spiegano dallo studio – seguono all’approccio di Acpv nella produzione di video dettagliati e realistici di progetti non ancora realizzati. Nel lavoro diretto con i clienti, questa unit produrrà video di breve durata per presentare prodotti o arredo, o lunghe animazioni per progetti di architettura e di interni. In base alle necessità specifiche, l’animazione digitale potrà essere inserita in un contesto reale attraverso il video-morphing, oppure essere accompagnata da voci fuori campo e interviste”.


Per Acpv Architects, premiato con “the best architect of the year”, «il committente non sta dall’altra parte del tavolo, è fonte primaria dei contenuti del progetto, e il nostro scopo come architetti, nella fase di progettazione, è coinvolgerlo, “tirarlo dentro nel progetto”.


«Il committente deve sentire il progetto come suo – spiega Viel – e così facciamo con tutti, con la Pubblica amministrazione, con le ingegnerie, il sociologo, chi si occupa del cost control, chi fa relazioni pubbliche sul territorio affinché i progetti vengano compresi dalla comunità. Oggi è davvero complesso fare un progetto di architettura perché non esistono più i progetti di architettura. Tutti sono interventi di trasformazione urbana».


Partire dalla conoscenza, promuovere un gioco di squadra, azzerare il concetto di conflittualità nel progetto, «che deve essere collaborativo e collettivo».


Patricia Viel evidenzia che l’attacco a terra di qualsiasi edificio ha ricadute con l’intorno, ecco perché la rigenerazione urbana diventa il focus della progettazione. «Bisogna progettare relazioni virtuose con il sistema urbano nel quale ci si trova». La sfida dei progettisti sta nel saper gestire la complessità, «comprendere cosa sta succedendo su quella porzione di territorio in cui si insiste, indipendentemente dalla scala. Bisogna saper cogliere cosa potrebbe accadere, con o senza il progetto, in una precisa area, indirizzando le valenze verso una visione». Questo è il metodo Acpv Architects che lo studio applica fin da quando ha introdotto in modo significativo il Bim, quindi realizzando un modello digitale della realtà e del contesto. Una storia di uno studio italiano e internazionale, fortemente radicato nel territorio e con numerosi progetti sul tavolo che hanno tutte le carte per cambiare pezzi di città: dalla sede di A2A a Milano, alla sede di Moncler dove già Acpv ha firmato alcuni edifici nel distretto Symbiosis per Covivio, dal Bulgari appena concluso a Roma, alla nuova sede Enel al rush finale per una prima apertura nei prossimi mesi.

Un racconto che sostanzia la tesi del progetto editoriale ‘Architettura Chi e Come’ promosso da PPAN e Fortune Italia, che mette a fuoco cosa sia oggi un progetto di qualità, dove l’architettura è una delle componenti, decisive per il successo di un intervento di rigenerazione urbana.


«Per avere un futuro bisogna saperselo scegliere. Serve interrogarsi su cosa si vuole diventare».


Patricia Viel incalza quando traccia il bilancio dell’attività svolta dallo studio Acpv Architects. «Siamo cresciuti soprattutto all’estero nella prima parte della nostra carriera, per tante ragioni», anche legate al Dna dello studio, alla globalizzazione, con clienti importanti che sono grandi marchi, «e abbiamo deciso ad un certo punto che volevamo lavorare in Italia – racconta – volevamo assolutamente lavorare nel nostro Paese, e ce lo possiamo permettere. Qui il lavoro dell’architetto non è remunerato, e ce lo possiamo permettere proprio perché lavoriamo a scala internazionale». Viel sottolinea la differenza drammatica di marginalità che il suo studio riscontra in Italia e oltre confine sull’attività di progettazione. «E questo è dovuto al livello delle parcelle dei contratti, ma soprattutto alla lentezza dei progetti, allo stop&go degli iter autorizzativi. Così è molto difficile creare efficienza» commenta. Acpv lavora in Italia, concedendosi il lusso di «scegliere gli ambiti nei quali vuole lavorare. Progettando si impara – aggiunge la ceo – si acquisisce sapere ed è attraverso questo sapere che si diventa performanti».


«Fare cose belle per noi non è un tema, è di default».


Viel reagisce alle provocazioni raccolte da più voci nell’ambito del dialogo promosso dall’iniziativa “Architettura Chi e Come” al Maxxi di Roma lo scorso 30 novembre, e dice «la bellezza viene dal senso di benessere che si porta dietro, è legata all’armonia che si riscontra nel contesto, in termini di misure e appropriatezza della risposta progettuale». Il risultato può leggersi in progetti molto diversi tra loro, si pensi alla sede dell’Enel a Roma «un edificio di vetro, un riuso di un edificio esistente degli anni ’60, interpretato», ma anche al Bulgari, «che è un intervento di restauro all’interno di un edificio degli anni ’30. Non esiste un linguaggio estetico unico e appropriato – spiega – ma c’è il progetto giusto al posto giusto. E si può fare solo se si studia». Competenze, ancora una volta, è la parola chiave che torna nel racconto dell’architetto Viel e che richiama l’apertura dello speciale ‘Architettura Chi e Come’ dove nelle prime pagine del numero di novembre di Fortune Italia, firmato dal team PPAN, ampio spazio viene dedicato al tema (a cui l’Europa ha anche dedicato l’anno 2023).

Competenze anche lato committenza, «difficile sbagliare se si pensa di affidare gli incarichi guardando alle sole liste degli studi, in ordine per utile e fatturato». Si potrebbe, dovrebbe, fare un passo in più. «Bisogna saper valutare cos’è qualità e non qualità del progetto, e in Italia ci sono tanti piccoli studi, più e meno noti, molto bravi».

In copertina: A2A Headquarters, Milano, render ©ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel

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Paola Pierotti
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