Tre cordate in lizza con AC Milan per la valorizzazione di Fieramilanocity
Intervista a Corrado Peraboni, direttore generale di Fondazione Fiera Milano. "Diamo un mese di tempo per rendere omogenei i contenuti delle offerte"
"Entro il Mipim non ce la faremo a decidere. A Cannes eventualmente potremo presentare le funzioni che contiamo di insediare per iniziare a sollecitare il mercato sulle fasi successive. Dobbiamo decidere anche se procedere con la trattativa privata con uno dei soggetti o indire una gara con un diritto di prelazione per chi ha avanzato la migliore proposta"
Arcotecnica Group con Cile spa e Pfk Consulting, AC Milan con Arup Italia, Prelios, Saggese, il signor Giampiero Viola, Vitali con Steam Europe. Sono questi i sei gruppi che hanno risposto alla manifestazione di interesse indetta da Fondazione Fiera di Milano per cercare un partner in grado di valorizzare un’area di circa 30mila mq al Portello. Il bando è scaduto a fine gennaio e la Fondazione ha già escluso due gruppi “inammissibili per mancanza di requisiti – ha dichiarato Corrado Peraboni, direttore generale di Fondazione Fiera Milano -. Ma complessivamente siamo molto contenti perché di questi tempi ci sono tante gare che vanno deserte e portare a casa più soluzioni alternative è un grande successo”.
Il bando chiedeva di presentare un progetto contenutistico, uno schema di carattere architettonico e una soluzione finanziaria. Quali sono le funzioni prevalenti nelle quattro proposte in gara?
Sono tutte abbastanza sovrapponibili in termini di mix funzionale: si prevedono attività sociali, sportive, ricreative, per la ristorazione. Il dato comune a tutte è la presenza dell’albergo di cui Fondazione Fiera ha bisogno data la presenza del vicino Centro Congressi.
Direttore, quali sono le due proposte scartate?
Quella di Saggese e del signor Giampiero Viola.
I prossimi step?
Fondazione ha optato per un bando piuttosto elastico non sapendo che tipo di risposta avrebbe avuto ed evidentemente non tutte le proposte potevano arrivare con lo stesso livello di dettaglio. Prima di iniziare la valutazione chiederemo alle quattro cordate di aiutarci a rendere omogeneo il materiale. In alcuni casi ci sono solo business model di massima e indicazione dei possibili ritorni per la Fondazione, altre soluzioni specificano le funzioni ma non accennano al tema della gestione e dei costi, in alcuni casi non si fa riferimento alla durata della concessione. Avremo un mese di tempo per affinare il materiale prima di sottoporlo alla valutazione del consiglio di amministrazione.
In questi giorni la stampa ha dato particolare risalto alla proposta AC Milan e ha indicato come possibile data per la scelta da parte della Fondazione quella del Mipim di Cannes, il direttore generale conferma?
Non credo ce la faremo, non potremo lasciare solo dieci giorni al comitato esecutivo per decidere. Al Mipim eventualmente potremo presentare le funzioni che contiamo di insediare per iniziare a sollecitare il mercato sulle fasi successive. E poi prima di annunciare la proposta migliore dovremo decidere se procedere con la trattativa privata con uno dei soggetti o indire una gara con un diritto di prelazione per chi ha avanzato la migliore proposta. Da privati non abbiamo vincoli normativi sui bandi e ci siamo lasciati margine per decidere in una seconda fase.
AC Milan si è presentato con un progetto Arup. Tra le altre proposte ci sono progetti interessanti?
Generalmente gli altri gruppi sono supportati da un team di progettazione interno. E non ci sono archistar.
Che posizione ha l’Amministrazione comunale?
Pur essendo la Fondazione un ente privato il nostro vice-presidente è rappresentante del Comune pertanto formalmente il pubblico seguirà l’iter in tutte le sue fasi: il Comune non si troverà un progetto da prendere o lasciare, l’affiancamento e la sinergia tra pubblico e privato sono garantiti nel processo.
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