Tre anni con Franceschini al Mibact: nel bilancio assenti architettura e periferie
Report di 70 pagine. Tra i risultati raggiunti: legge sul Cinema, rivoluzione nei musei, potenziamento dell’Art Bonus
"Valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale e artistico non significa minacciarlo o mercificarlo, quanto piuttosto creare le condizioni per poterlo custodire e proteggere nel migliore dei modi"
Architettura e periferie assenti nel bilancio triennale di Dario Franceschini come ministro per la Cultura e il Turismo. È online il documento che propone una ricognizione dettagliata delle principali azioni del Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo, guidato da Franceschini a partire dal 22 febbraio del 2014. “Non è solo un elenco, ma un primo tassello di una sfida più grande che dobbiamo affrontare come sistema Paese – ha dichiarato Franceschini – scommettere sulla cultura come chiave per costruire il futuro, una direzione possibile verso la quale c’è ancora molto da lavorare”. Settanta pagine testo, di cui metà sono estratti di comunicati stampa e tweet del ministro: la parola architettura è citata una volta, periferie due.
Si fa riferimento, in modo generico, all’architettura ricordando che i “ricavi dell’industria culturale e creativa, come dimostra il secondo rapporto della ricerca promossa insieme alla SIAE, crescono del triplo rispetto al PIL. Un insieme di attività che vanno dall’architettura alla musica, dalle arti visive ai videogiochi e – si legge nel documento – rappresentano un valore economico di 47,9 milioni di euro e occupano oltre un milione di persone”. Le periferie sono citate in due tweet, estrapolati tra i tanti inviati dall’account @dariofrance, uno del 2014 relativo ai 200 milioni previsti dalla Legge di Stabilità e uno di maggio 2016 per l’iniziativa #unmiliardoperlacultura.
Dalla fine del 2014 Franceschini ha voluto un ufficio dedicato al contemporaneo: la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (Dgaap) guidata da Federica Galloni. Il Mibact è in prima linea in occasione della Biennale, Arte e Architettura, con il ruolo di commissario del Padiglione Italia. Non solo, nei mesi scorsi la Direzione competente ha lanciato anche un concorso con il Cnappc riservato ai giovani professionisti per riqualificare dieci periferie italiane. La Dgaap è stata recentemente interpellata anche da un gruppo di architetti italiani per sollecitare una legge italiana per l’architettura, raccogliendo 1700 firme per rafforzare la petizione, ma la palla è stata passata al Consiglio Nazionale degli Architetti. Se si guarda al contemporaneo e alla rigenerazione urbana, oltre a mostre, cataloghi ed eventi non si vedono risultati tangibili.
Più in generale Franceschini ha raggiunto obiettivi interessanti per i Musei e il Cinema, innovazione nel mondo delle Soprintendenze e incentivi per quei privati che vogliono collaborare con lo Stato per valorizzare il patrimonio e la cultura italiana. Nei mesi scorsi è arrivato il Tax Credit, un’agevolazione per la ristrutturazione delle strutture alberghiere e via via è stato potenziato l’Art Bonus che ha portato oltre 4.250 mecenati a donare quasi 158 milioni di euro per circa 1.150 interventi. “Valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale e artistico – ha dichiarato il ministro – non significa minacciarlo o mercificarlo, quanto piuttosto creare le condizioni per poterlo custodire e proteggere nel migliore dei modi”. Anche la rivoluzione museale promossa da Franceschini va in questa direzione e continua attraverso l’istituzione dei trenta musei autonomi guidati da altrettanti direttori selezionati con bandi internazionali.
Negli ultimi mesi le Soprintendenze sono diventate istituti dotati di autonomia amministrativa e scientifica e il parlamento ha approvato la legge sul cinema, “una riforma attesa da oltre cinquant’anni – ha commentato il Mibact – per un comparto dalle grandi potenzialità economico-occupazionale che può essere un potente veicolo del Made in Italy e attrattore di investimenti esteri”.
Con Franceschini è stata istituita la ‘capitale italiana della Cultura’ e tra le ultime iniziative c’è il Piano nazionale strategico per il turismo che guarda all’Italia come museo diffuso e scommette su sostenibilità, accessibilità e innovazione.
Il Ministero è in prima linea in ambito internazionale e per la ricostruzione del patrimonio culturale italiano gravemente ferito e danneggiato dai terremoti che hanno devastato il centro Italia. Francechini ha riservato particolare attenzione alla rinascita di Pompei: “da esempio di negatività – ha commentato Franceschini – è diventato un successo, simbolo della ripartenza per il nostro Paese”.
Non mancano le ombre. Otre all’assenza di politiche mirate per il contemporaneo, per l’architettura e per la rigenerazione urbana come previsto e annunciato, non si dimentichino altre operazioni flop come quelle legate alla promozione del brand Italia, con riferimento specifico a Verybello, sito battezzato in occasione di Expo 2015 per promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo. Il Mibact ha abbandonato il dominio che è stato immediatamente registrato da una società privata. Un insuccesso che ricorda il progetto Italia.it (lanciato nel 2007) che invece di diventare una piattaforma per la promozione turistica innovativa è rimasto un sito vetrina. Sempre sul tema della valorizzazione del patrimonio, poco seguito ha avuto anche il bando per la gestione delle case cantoniere da affidare a giovani imprese e cooperative.
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