Tra lava e acqua, un progetto di rinascita per il lungomare di Catania

21-01-2025 Luigi Rucco 3 minuti

21-01-2025 Luigi Rucco 3 minuti

Tra lava e acqua, un progetto di rinascita per il lungomare di Catania

Il team guidato da Bodàr e Mdu si aggiudica il concorso internazionale nel borgo di Ognina

Un nuovo progetto di rigenerazione urbana per trasformare il lungomare di Ognina, uno dei più antichi borghi marinari di Catania, situato nella zona nordorientale della città. Il team guidato da Bodàr bottega d’architettura, fondato nel 2006 da Francesco Messina, e Mdu architetti si aggiudica il concorso di progettazione internazionale in due fasi “Rigenerazione urbana, recupero, valorizzazione e restituzione del Borgo Marinaro di Ognina” bandito dal Comune di Catania.


Un concorso che ribadisce l’impegno dei due studi nei progetti legati al mare, soprattutto al sud, visto che Bodàr pochi mesi fa si era aggiudicato il concorso “Parco tra i mari” bandito dal Comune di Milazzo per la rigenerazione urbana dell’area dell’ex scalo ferroviario.


Mentre lo studio di Prato Mdu si era aggiudicato il nuovo stadio del nuoto di Taranto, in vista del Giochi del Mediterraneo 2026. Nel team della competizione per Catania anche dalle società di ingegneria Aei progetti, per la progettazione delle strutture, Eko Tek engineering per la progettazione degli impianti, Smart engineering per la mobilità e Cangeo per la geologia.

Come evidenziato nel documento di indirizzo alla progettazione, l’opera dovrà «ripartire dal senso originario di spazio pubblico come luogo delle relazioni sociali, economiche, ambientali, biologiche, funzionali, culturali, intergenerazionali, materiali e immateriali, visuali, identitarie, democratiche, paesaggistiche, morfologiche e architettoniche. Contribuirà a dotare l’antico borgo marinaro del ruolo di interfaccia attiva tra città e mare, ridisegnando lo spazio pubblico in uno degli ambienti urbani più significativi per tradizioni, cultura, memoria e storia di Catania».

La proposta del concorso si è basata su alcune riflessioni specifiche sull’area di progetto e, in modo più generico, sulla città siciliana. Il borgo di Ognina viene connotato come un piccolo cretto che rappresenta uno spazio di transizione tra terra e acqua. Un quartiere a metà tra piazza Nettuno, dove l’urbanizzazione diminuisce progressivamente lasciando spazio alla vegetazione spontanea sopra la lava, e il centro storico del borgo, dove l’area è più densa e si concentra attorno alla chiesa e al porticciolo. Un borgo caratterizzato dalla forte presenza di pietra naturale, elemento che ha orientato il progetto verso l’uso del suolo come metafora delle colate laviche, disegnando il terreno come un magma che cerca l’acqua ma si ferma in modo organico.

«Catania è una città di grande vitalità culturale e sociale, ma anche di potenzialità inespresse che devono essere esplorate per poterla proiettare nel futuro con il ruolo che le si addice e che la storia le ha attribuito. Il lungomare di Catania con i suoi borghi marinari storici è quello con maggiori potenzialità inespresse».


Il concorso di progettazione internazionale per la riqualificazione del borgo di Ognina rappresenta quindi un’occasione imperdibile per il rilancio culturale e turistico di Catania nel panorama nazionale e internazionale», ha dichiarato il sindaco di Catania Enrico Trantino.


Il progetto vincitore si sviluppa su una dorsale a sezione costante lungo l’intero waterfront, connettendo le diverse realtà che incontra e garantendo la continuità dei tre sistemi di mobilità: pedonale, ciclabile e carrabile. La piazza principale di Ognina sarà messa nuovamente al centro del borgo grazie alla demolizione dell’attuale cavalcavia. Un progetto che sviluppa l’identità della città, nata su un suolo magmatico organico che corre sotto l’abitato capace di definire la linea di costa, accettando un rapporto conflittuale con la vegetazione, laddove quest’ultima tende ad aggredire e a riprendersi il suo spazio al di sopra del manto lavico. In quest’ottica il progetto dovrà superare le difficoltà dell’area e dare valore allo spazio pubblico, definito spesso come vuoto tra edificato e suolo, e al rapporto tra città e mare, sempre mediato dalle differenti condizioni topografiche o urbane e quasi mai diretto.

In copertina: ©Bodàr

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Luigi Rucco
Articoli Correlati
  • Piazza Cinquecento Roma

    Piazza dei Cinquecento, la corsa verso il Giubileo con Anas

  • Ischia ©Legambiente

    Ischia, pronto il Piano di ricostruzione

  • Ex Mercato dei Fiori

    Al via la raccolta di idee per l’ex Mercato dei fiori di Roma

  • Nuovo Ospedale Pordenone, Politecnica rinnova la sanità in Friuli