03-04-2013 Paola Pierotti 2 minuti

Tour Eiffel, l’esempio del marketing dei monumenti diventerà ancora più redditizio

Moatti-Rivière Architecture Studio firma la valorizzazione del landmark di Parigi

Prima di pensare alla promozione dei Beni culturali e artistici è necessaria un’attività di conoscenza e gestione, si identifica il pubblico di riferimento, si trovano i punti di forza e a quel punto si organizzano le risorse

La Tour Eiffel, costruita per l’esposizione internazionale del 1889, è diventata il simbolo di Parigi ed è uno dei migliori esempi di marketing dei monumenti, visto che Gustave Eiffel registrò il brevetto insieme ai due disegnatori e li invitò a vendergli i diritti esclusivi. La Torre a distanza di più di 120 anni dalla sua costruzione è il monumento più visitato al mondo (con 7 milioni di biglietti venduti ogni anno), non ha mai avuto bisogno di finanziamenti pubblici e il suo brand è valutato con una cifra dell’ordine dei 400miliardi di euro.

Questo business non è ancora sufficiente e Parigi ha deciso di investire per rendere la Torre ancora più redditizia. Sarà pronto infatti a metà 2014 il progetto firmato da Moatti-Rivière che prevede di realizzare una terrazza sospesa, con una vista a 360 gradi sulla città. Il progetto prevede infatti la costruzione di bar, ristoranti e negozi su una superficie di 4200 mq (2500 persone) con l’unico obiettivo di trattenere i visitatori e rendere ancora più attrattiva la Torre.

A 57 metri di altezza si potrà avere un belvedere sulla città. Gli spazi potranno essere affittare per eventi e l’obiettivo dei proprietari, soprattutto della quota privata, è proprio quello di riuscire a portare al monumento anche i cittadini parigini grazie ad un centro conferenze, un piccolo museo, un ristorante che sarà aperto anche la sera.

L’operazione avviata a Parigi con la Tour Eiffel insegna una lezione a chi deve valorizzare i Beni e luoghi artistici anche nel nostro Paese: prima di pensare alla promozione è necessaria un’attività di conoscenza e gestione, si identifica il pubblico di riferimento, si trovano i punti di forza e a quel punto si organizzano le risorse.

Luigi Guiotto che insegna Marketing territoriale per il Turismo all’Università di Milano-Bicocca (D Donna, La Repubblica, 30 marzo 2013, in un articolo di Giovanni N. Ciullo) spiega il cambiamento più recente dei musei e dei monumenti. “Bookshop, caffetterie, ristoranti stellati. Fino a ieri noi dicevamo che i musei erano una banca (perchè custodivano tesori), una chiesa (perchè erano visti come luoghi di culto), una scuola (per il carattere didattico). Poi si è aggiunta la funzione del supermercato (per le ‘merci’ che espongono). Oggi c’è una fase nuova, che assomiglia ad un luogo di aggregazione tipo social network. Ma è più di uno spazio virtuale”.

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Paola Pierotti
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