Smart city in Italia

16-10-2024 5 minuti

Smart city in Italia: ecco le città che guidano l’innovazione urbana

Dall'urbanistica tradizionale alle soluzioni intelligenti, un viaggio nelle smart city italiane

A che punto siamo con le smart city in Italia? Proposte per rendere “intelligente” il vecchio patrimonio edilizio

Innovative, tecnologiche, futuristiche. Le smart city, o città intelligenti, sono luoghi che utilizzano sistemi avanzati, infrastrutture e soluzioni digitali per ottimizzare i servizi urbani e promuovere la sostenibilità ambientale. Come riporta un rapporto del McKinsey Global Institute di qualche anno fa, l’applicazione delle tecnologie digitali ai contesti urbani contribuisce a migliorare la qualità della vita dei cittadini del 10-30% sotto molteplici aspetti, dalla salute all’ambiente, dalla sicurezza al traffico.

Se all’estero possiamo notare esempi virtuosi, come la vicina Zurigo in Svizzera, che già da anni ha investito nell’implementazione di tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale di servizi e mobilità, è lecito domandarsi a che punto siamo in Italia e quali città possono essere considerate smart a oggi.

Anche se non esiste una vera e propria classifica delle smart city in Italia, Milano, Bolzano, Trento, insieme a Bologna, Roma e Genova, sono le città che si stanno dimostrando più avanzate in termini di innovazione e sostenibilità.

Esaminiamo la situazione per capire quanto è stato realizzato finora e capire quali sono i progetti futuri volti a rendere le città italiane sempre più smart e sostenibili.

Quali sono gli elementi che caratterizzano le smart city?

Secondo quanto definito dalla Commissione Europea, con  smart city (o città intelligente) ci si riferisce a una realtà urbana in cui le tecnologie digitali vengono utilizzate per ottimizzare la mobilità, migliorare l’efficienza energetica e tutti quei servizi che offre l’amministrazione cittadina, rendendola più interattiva.

In concreto, questo si traduce in reti di trasporto urbano smart/intelligenti, sistemi di gestione dei rifiuti e delle risorse idriche più efficienti, e edifici sostenibili sia nella realizzazione che nella gestione.

L’obiettivo? Rendere le città più vivibili, sicure e dinamiche dal punto di vista economico.

Ecco, allora, quali sono gli elementi distintivi delle Smart City e i loro principali campi di applicazione:

  • Mobilità. La mobilità intelligente prevede servizi flessibili e interconnessi, come il trasporto pubblico gestito attraverso il monitoraggio dei dati del traffico in tempo reale e la localizzazione dei mezzi, sistemi di bike e car sharing, e soluzioni smart per la ricerca di
  • Energia. L’illuminazione pubblica viene gestita tramite lampioni intelligenti con lampade LED, alimentati a luce solare. A questa si affiancano gli edifici indipendenti a livello energetico poiché sfruttano le energie rinnovabili.
  • Ambiente. Il monitoraggio ambientale è semplificato da sensori e strumentazioni progettati per rilevare sia il livello di umidità che l’indice di qualità dell’aria, al fine di avere dati utili per orientare le politiche ambientali per avere dati utili su cui basare le politiche ambientali.
  • Sicurezza. Le telecamere intelligenti possono essere usate per rilevare situazioni di pericolo, anche il supporto dell’IA, oltre che per gestire i flussi di persone e gli attraversamenti pedonali.

Tra le altre soluzioni smart che potranno diventare comuni nelle città del futuro meritano di essere citati anche i cestini intelligenti per la raccolta dei rifiuti, che utilizzano sensori per segnalare quando è il momento di svuotarli, oppure i contatori intelligenti che monitorano il flusso dell’acqua identificando perdite nella rete di distribuzione, così da diminuire gli sprechi e aumentare la sostenibilità.

Perché intervenire sul patrimonio immobiliare per promuovere le smart city in Italia?

Per coadiuvare il processo di trasformazione delle città italiane in ottica smart è necessario in primis intervenire a livello edilizio.

Il 72% del patrimonio immobiliare italiano risulta ormai obsoleto e molto distante dai canoni degli edifici intelligenti, dimostrandosi responsabile del 18% delle emissioni di CO2 e del 45% dei consumi energetici. La Direttiva UE Epbd o “Case Green” mira proprio a modificare questo stato di cose, definendo una serie di misure finalizzate a rendere più efficiente e sostenibile il patrimonio degli stati membri. Anche l’Italia è tenuta a presentare un “Piano nazionale per la riqualificazione energetica degli edifici”, in cui indica le misure da adottare per ridurre i consumi energetici del parco immobiliare del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Secondo le stime di The European House-Ambrosetti, in base ai risultati del Rapporto strategico 2024 della Community smart building, l’84,5% degli edifici italiani sono stati costruiti prima del 1990 e si caratterizzano per il basso tasso di rinnovamento. L’efficientamento di questi edifici porterebbe ad una riduzione del 33% dei consumi energetici e del 5% di quelli idrici, con un abbattimento delle emissioni di CO2 pari al 20-24 per cento.

Se gli edifici venissero dotati di tecnologie smart, ci sarebbe anche un enorme vantaggio economico per i cittadini, con un risparmio stimato di 17/19 miliardi di euro netti annui.

La Community smart building suggerisce che le soluzioni per favorire lo sviluppo delle smart city in Italia e ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti degli edifici, come previsto tra l’altro dal “Fit for 55” e dalla Direttiva europea sulle Prestazioni energetiche degli edifici (Epbd), potrebbero essere:

  • la revisione del sistema degli incentivi fiscali per consentire a privati, enti e aziende di realizzare lavori per rendere smart gli edifici, sia internamente che esternamente. Gli interventi dovrebbero essere finalizzati a digitalizzare le abitazioni, di nuova e di vecchia costruzione.
  • l’introduzione di un “Libretto della casa” con valenza legale per mappare in modo ufficiale gli interventi smart effettuati e dimostrare la sicurezza e il valore dell’immobile post miglioramenti. Riconosciuto da tutti gli stakeholder del settore residenziale, il Libretto dovrebbe essere rilasciato da un ente certificatore e contenere specifiche come i benefici attesi in relazione a risparmio energetico, riduzione delle emissioni, salute e comfort dei residenti.
  • lo sviluppo di nuovi programmi di formazione in materia di smart building a supporto di tutti gli operatori della filiera, e creare un cluster nazionale sulle tecnologie degli Edifici Intelligenti al fine di facilitarne il trasferimento tra il sistema della ricerca e il mondo delle imprese, anche attraverso corsi online.

La chiave per costruire le città smart del futuro è quindi lavorare sullo sviluppo di nuove competenze legate alla progettazione, alla realizzazione e alla gestione degli edifici intelligenti, potenziando i sistemi formativi in materia di smart building. Inoltre, è fondamentale agire in modo tempestivo per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio italiano. Considerando la situazione di partenza attuale, caratterizzata da un parco immobiliare datato e poco performante, il rischio è di non riuscire a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione a cui aspirano le politiche europee. Si tratta di una sfida complessa che è però fondamentale per il futuro sviluppo del Paese e che può essere vinta anche sfruttando tecnologie innovative per il monitoraggio e la gestione energetica degli edifici.

In copertina: Visione aerea di una smart city @Metamorworks
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli Correlati
  • architetture famose

    Architetture famose: 10 capolavori che hanno fatto la storia

  • recupero edifici abbandonati

    Il recupero di edifici abbandonati come soluzione al degrado urbano

  • città del futuro

    Oltre la smart city! Come l’Ai ridisegnerà la città del futuro

  • brutalismo in architettura

    Brutalismo in architettura: origine, caratteristiche ed esempi iconici