27-02-2023 Paola Pierotti 5 minuti

Sgarbi-Miceli, riprende quota il codice dell’architettura?

Intanto scricchiola il sistema-modello del bando Futura

Freno a mano tirato al Superbonus. Nuovo Codice dei contratti sul trampolino di lancio, nonostante le aspettative mancate sulla gestione dell’appalto integrato o della semplificazione. Caos tra i progettisti a valle del “concorso-modello” per le 212 scuole finanziate dal Pnrr: sono passati due mesi dall’aggiudicazione provvisoria, non c’è ancora quella definitiva intanto ai progettisti si è chiesto di correre per la prima consegna del Pfte rafforzato; chiaramente tutto a sbalzo, a partire dalla prima submission nel pieno dell’estate 2022. Ancora, annunciato la scorsa settimana il progetto frutto di un maxi-concorso iniziato tre anni fa, quello per la biblioteca della Sapienza di Roma. Tra regole e pratiche, il mercato della progettazione fa i conti con grandi temi che sembrano non essere sotto controllo per le ricadute dirette e gli impatti su un mercato, che in questi anni ha potuto godere della sua boccata d’ossigeno. Il contesto di riferimento rimane quello della crisi energetica e del costo delle materie prime non sostenibile. Lato professione, mai risolto il nodo sulla questione organizzativa e lavorativa degli studi, con particolare riferimento a modalità di lavoro e compensi.

Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, anche con la delega “all’arte e all’architettura contemporanea”, nei giorni scorsi – a valle della presentazione di Lesley Lokko che ha proposto un manifesto sulla “responsabilità dell’architettura” – ha annunciato che «è intenzione di questo ministero presentare a Venezia, in accordo con il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Francesco Miceli, una proposta di legge, da tempo attesa, per un codice dell’architettura contemporanea, in rapporto con i centri storici, per evitare sconvolgimenti e imposizioni, attraverso norme condivise».

Sta riprendendo quota la legge per l’architettura? Dall’ipotesi delle “linee guida”, che aveva proposto l’ex ministro Bonisoli, si passa ad un “codice”? Un’iniziativa lampo che si innesterà con il via libera del nuovo Codice? Francesco Miceli, intervistato da thebrief, conferma che «il Cnappc ha lavorato sul tema con i dirigenti dell’ex ministro Franceschini. Appena ho saputo della nomina di Sgarbi – racconta il presidente del Cnappc – l’ho incontrato e ha dimostrato la volontà di portare avanti il percorso».

Un’attesa lunga anni (almeno dal 1994 secondo la ricostruzione di PPAN) che dall’annuncio di Sgarbi potrebbe arrivare al traguardo in un paio di mesi? «Sgarbi è stato favorevolmente colpito – il commento di Miceli – e vuole anticipare quanto più possibile l’operazione del disegno di legge. La bozza c’è, il dipartimento l’aveva già trasferita all’ufficio legislativo per stenderla in una forma più consona. Da metà della settimana ci metteremo al lavoro, al momento c’è stato uno scambio di opinioni sul da farsi, nulla di preciso ad esempio in relazione al nuovo Codice. Sarà una legge quadro che tiene conto di principi generali e potrà avere ricadute su altre norme che riguardano l’ambiente costruito. Sul Codice – precisa Miceli – al momento non si può più fare un granchè. Il testo è stato licenziato dal parlamento. Si potrà agire con dei decreti correttivi». E il riferimento va alla richiesta di concorsi, in due fasi.

Nel dibattito istituzionale si incrociano le tematiche a più livelli. L’entrata in vigore del nuovo Codice potrebbe ad esempio condizionare il maxi-concorso Futura, «che è stata un’esperienza straordinaria, è la prima volta che succede a livello europeo – il commento di Miceli. A questo punto essendoci in gioco le risorse del Pnrr, le stazioni appaltanti vedono con preoccupazione la scadenza europea del 20 settembre, entro la quale devono essere affidati i lavori almeno in via provvisoria, e potrebbero cedere alla tentazione di scegliere la via dell’appalto integrato» quindi passando la mano dai progettisti vincitori alle imprese. «Stiamo lavorando a stretto contatto con il Ministero dell’istruzione – rassicura il presidente – per trovare soluzioni sui tempi e le modalità per le fasi successive della gara. Ci sono le condizioni perché bando e disciplinare vengano rispettati».

Per la reputation del sistema-concorsi non può esserci un altro flop, come quello che tutto il mondo della progettazione ricorda con l’iniziativa delle “scuole innovative”.

«Il 20 settembre è una tagliola» ripete Miceli, anche se, in questa iniziativa si sta confermando la tendenza «che fatto 100 il tempo impiegato per un progetto per arrivare in cantiere, solo il 40% riguarda progettazione ed esecuzione dell’opera, con un 60% perso in tutto quello che ci sta intorno, la cosiddetta lentezza del sistema burocratico». Mettendo in fila le date, al momento si sta prendendo più tempo nel passaggio dall’aggiudicazione provvisoria a quella definitiva, rispetto al tempo concesso ai progettisti per studiare il concept e candidarsi al concorso. I progettisti sono in fermento, le Pa pure. Si sottolinea tra l’altro che le Pa sono a conoscenza dei progetti che si porteranno in dote solo nei casi in cui i professionisti vincitori del concorso si sono fatti portavoce del primo contatto che al momento formalmente rimane tra progettisti e Ministero. Il mondo della scuola e i dirigenti riceveranno un pacchetto a scatola chiusa.

Thebrief sta raccontando il caso-Futura ascoltando i professionisti mettendo in evidenza il plus dell’operazione inedita. Ma non mancano le ombre. Fermi alle aggiudicazioni provvisorie i progettisti sono stati invitati a redigere un Piano di fattibilità tecnica ed economica rafforzato – in linea con le indicazioni del Pnrr; non ci sono ancora contatti diretti tra cliente finale (la scuola e la Pa) e i progettisti di riferimento; i tempi sono strettissimi per validare le fasi successive della progettazione e trovare le oltre 200 imprese che tra luglio e settembre si metteranno in gara per far partire i cantieri (con condizioni al limite in termini di budget). «Imprese di costruzioni che devono essere strutturate con le caratteristiche richieste da una normativa stringente, per restituire edifici Nzeb, con Cam e livelli di efficienza altissimi – commenta Matteo Scagnol, partner di Modus Architects che ha vinto due scuole in Friuli, su cinque partecipazioni – con importi che vanno dai 1.600 ai 2.400 euro lordi al metro quadro. Insostenibile con l’andamento del mercato e dei prezzi». La criticità espressa dai professionisti non è solo sulla scelta dell’accorpamento definitivo ed esecutivo, né sull’opzione appalto integrato, ma «il vero problema sono i soldi. I budget già risicati non considerano l’aumento dei prezzi degli ultimi mesi. Non solo, il bando non consente alle Pa di integrare altre fonti di finanziamento se non soldi dello stesso ente appaltante».

A proposito di norme, i render e le visioni dei professionisti hanno dovuto tener conto della legge del ’75, «scuole innovative con criteri di quasi 50 anni fa – commenta Scagnol – difficile poter sognare di portarsi a casa scuole sostenibili economicamente e proiettate nel futuro».

Se fosse questo il momento della legge per l’architettura, prioritario il tema concorsi ma indispensabile rimettere al centro il progetto e prendersene cura, in tutto il suo iter.

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Paola Pierotti
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