26-09-2019 Francesco Fantera 3 minuti

Scuole in Italia: crolli in aumento e adeguamento sismico inesistente

Cittadinanzattiva: servono un’anagrafe dell’edilizia scolastica e lo snellimento delle procedure per ottenere i fondi

«Comuni e Province hanno bisogno di supporto tecnico costante per aggiornare i dati, accedere ai bandi, progettare, appaltare e controllare le operazioni»

Adriana Bizzarri

Un crollo ogni tre giorni di scuola, scarsa attenzione all’efficientamento energetico e forte ritardo nell’adeguamento sismico. Non è una situazione rosea quella delineata dal XVII rapporto pubblicato oggi da CittadinanzAttiva sullo stato di salute degli asili nido e delle strutture dedicate all’istruzione primaria e secondaria. In particolare per i crolli, 70 dall’inizio dell’anno e mai così tanti dal 2013. Un dato rilevante se si considerano anche le dimensioni dello stock edilizio analizzato. In Italia 40.151 immobili ospitano oltre 7,6 milioni di studenti in circa 370mila classi. A colpire, inoltre, è un altro dato: due terzi dei fondi a disposizione per operazioni di riqualificazione non ancora utilizzati.

Ma perché le scuole non investono se i soldi ci sono? Il motivo è presto detto. «Le norme prevedono una quantità inusitata di passaggi tra diversi enti e organismi di controllo» sottolinea la coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, Adriana Bizzarri. «A questo si aggiunge la farraginosità delle procedure. In tal modo per arrivare all’effettivo utilizzo delle somme allocate spesso ci vogliono anni». Una possibile soluzione? «Comuni e Province hanno bisogno di supporto tecnico costante per aggiornare i dati, accedere ai bandi, progettare, appaltare e controllare le operazioni. In questo senso accogliamo l’annuncio del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti di istituire una task force con questi scopi».

Istituti primari e secondari. Il 42% delle scuole presenti sul nostro territorio è stato realizzato prima del 1971, il 30% tra il 1971 e il 1983, mentre il restante 28% dal 1984 ad oggi. Una premessa che rende evidente la necessità di un progetto organico di manutenzione delle strutture. Solo un quarto dei plessi ha ricevuto la certificazione di agibilità-abitabilità. Sale invece il dato che riguarda il collaudo statico che è stato effettuato nel 53% dei casi, anche se il 19% ne è sprovvisto. Non manca un approfondimento sul tema della sismicità, considerando anche che il 43% delle scuole si trova in zone ad elevato rischio (zona sismica 1 e 2). Sotto questo profilo c’è ancora molto da fare, se è vero che solo per il 29% degli edifici monitorati è stata compiuta la verifica di vulnerabilità. In beve, solo nel 9% dei casi sono stati apportati miglioramenti e nel 5% le strutture sono state adeguate per resistere ad eventuali terremoti. E il dato sui 70 crolli annuali (record al nord e in particolare in Lombardia con 16 episodi registrati) non ha portato a molti ferimenti solo perché in buona parte questi si sono verificati nel weekend o in orario di chiusura.

Asili nido. Anche qui, dal punto di vista della sicurezza strutturale e sismica sono diverse le criticità. E stiamo parlando di uno stock mediamente vetusto, considerando che il 67% degli asili sono stati costruiti prima del 1971. Poco più del 40% possiede l’agibilità e il collaudo statico, mentre meno della metà del campione è dotati di agibilità igienico sanitaria (47%) e del certificato di prevenzione incendi (41%). Per quanto riguarda l’analisi sui miglioramenti e gli adeguamenti sismici, effettuata rispettivamente sul 4% e il 2% del totale, la situazione è anche peggiore degli istituti primari e secondari. Meglio se si parla di manutenzione, con il 64% dei nidi oggetto di interventi ordinari e il 29% di quelli straordinari.

Come fatto lo scorso anno, per migliorare il quadro generale Cittadinanzattiva propone alcuni punti su cui intervenire in maniera prioritaria. Fra questi l’aumento dei finanziamenti per le verifiche di vulnerabilità sismica in zona 1 e 2, oltre alle indagini diagnostiche di soffitti e solai da realizzare a tappeto almeno per gli edifici costruiti tra gli anni ‘50 e ‘70. Ma anche il completamento ed il varo della nuova Anagrafe dell’Edilizia Scolastica, lo snellimento delle procedure per l’ottenimento dei fondi, l’aumento degli investimenti per l’efficientamento energetico e una legge quadro sulla sicurezza scolastica.

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Francesco Fantera
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