05-10-2014 Paola Pierotti 3 minuti

Riuso a Reggio Emilia: il tecnopolo al posto della fabbrica degli aeroplani

Il progetto è nato da un concorso ad inviti promosso dal Comune ed è firmato da Andrea Oliva

"Questa nuova infrastruttura è uno dei risultati del lavoro di governance, promosso dal sindaco Graziano Delrio a partire dagli Stati generali sull’Area nord del 2010: in questo lavoro c’è il ruolo del Comune, ma senza gli altri determinanti compagni di viaggio - le altre istituzioni pubbliche, l’Università, i centri di ricerca pubblici e privati, le associazioni datoriali – questo percorso non lo si sarebbe certamente potuto fare"

Ugo Ferrari
Tecnopolo di Reggio Emilia
hub
Dove si trova:
reggio emilia


ex Officine Reggiane
Progetto:
andrea oliva


via Ludovico Ariosto 17, 42121 Reggio Emilia
Committenza:
comune di reggio emilia


Reggio Emilia

 

Nell'area delle ex Officine Meccaniche Reggiane c'è il nuovo Tecnpolo di Reggio Emilia. Dove nella seconda guerra mondiale oltre diecimila operai erano impegnati nella costruzione di aeroplani, oggi, grazie ad un progetto di riconversione e riuso firmato dal giovane architetto locale Andrea Oliva, è operativo un parco tecnologico per le start up. La struttura è stata realizzata nel cosiddetto Capannone 19, uno spazio di 4mila mq, destinato alla ricerca e alla produzione dove le parole d'ordine sono sostenibilità e digitale.

Nato da un concorso ad inviti promosso dal Comune di Reggio Emilia, il progetto di recupero conserva la struttura originaria a tutt'altezza delle fabbrica e evidenzia le imponenti capriate. Nella fase di ideazione del concept il progettista ha dovuto coniugare la richiesta di ripristinare uno spazio dei primi anni 20 del '900, vincolato dalla Soprintendenza, con l'esigenza di ricavare un sistema di laboratori di ricerca e di trasferimento tecnologico. La struttura storica è rimasta integra, secondo le linee di un accurato restauro conservativo, e all’interno sono stati montati gli elementi in legno, che formano i vari ambienti su tre livelli: una parte aperta sul modello di una piazza e una parte riservata a laboratori e uffici dei ricercatori.

Il Tecnopolo di Reggio Emilia è parte di una rete di dieci strutture per l'innovazione che stanno sorgendo in Emilia Romagna. "Quello di Reggio Emilia, è stato il primo ad essere inaugurato (23 ottobre 2013) realizzato nei tempi previsti e senza sforare il budget" precisa l'architetto.

L'operazione è costata 5,5 milioni ed è stata finanziata dal Comune di Reggio Emilia e dalla Regione Emilia Romagna.

A contatto diretto con la memoria, lo spazio si comprime e si dilata in una sequenza di spazi aperti, semichiusi e passaggi che stabiliscono una relazione biunivoca tra passato e futuro, tra interno ed esterno, tra edifico e paesaggio, tra spazio privato e spazio pubblico. "La macchina funzionale diviene, così, una soglia a diverse scale: nell’open-space è di tipo urbano – spiega il progettista – richiamando i tratti delle frontalità su strada, sulle terrazze è di tipo pertinenziale, regolando le condizioni di vicinato tra laboratorio e laboratorio. All’esterno, lo spazio fuori scala, quello rivelato oltre il muro, è controllato attraverso la partizione delle pavimentazioni, in grado di rafforzare le direzionalità suggerite dal palinsesto figurativo della città, del contesto e dello skyline delle fabbriche circostanti".

Nel giorno dell'inaugurazione nel corso di una visita al Tecnopolo il vicesindaco di Reggio Emilia Ugo Ferrari, ha detto che “questa nuova infrastruttura è uno dei risultati del lavoro di governance, promosso dal sindaco Graziano Delrio a partire dagli Stati generali sull’Area nord del 2010: in questo lavoro c’è il ruolo del Comune, ma senza gli altri determinanti compagni di viaggio – le altre istituzioni pubbliche, l’Università, i centri di ricerca pubblici e privati, le associazioni datoriali – questo percorso non lo si sarebbe certamente potuto fare. Sono loro, da ora più che mai, i protagonisti di questo luogo, che è il risultato di un lavoro collettivo, fatto con l’obiettivo di rilanciare e potenziare le competenze distintive, l’economia e il lavoro della città e del suo territorio. Dopo l’attivazione della stazione Mediopadana dell’Alta velocità – ha aggiunto Ferrari – ora consegniamo alla città questa ulteriore infrastruttura dell’Area nord: opere che rendono Reggio Emilia, la sua provincia e la regione più forti e dimostrano che insieme possiamo reagire con efficacia alle sfide della crisi”.

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Paola Pierotti
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