rigenerazione urbana piccoli comuni

10-10-2024 4 minuti

Rigenerazione urbana dei piccoli comuni: una soluzione allo spopolamento?

In Italia e all'estero, l'architettura green sta ridisegnando il tessuto urbano e definendo un nuovo modo di concepire l’edilizia

Come rilanciare le comunità locali attraverso la rigenerazione urbana nei piccoli comuni

Assenza o carenza di servizi essenziali come le scuole o gli ospedali, opportunità professionali quasi inesistenti, invecchiamento della popolazione e calo della natalità: il fenomeno dello spopolamento dei borghi continua a registrare un lento e progressivo aumento, a cui la rigenerazione urbana dei piccoli comuni potrebbero trovare una soluzione.

Molti di quelli che un tempo erano piccoli gioielli si presentano oggi come agglomerati scarsamente popolati, situati nelle aree più impervie del Paese, dove spesso mancano buoni collegamenti e servizi efficienti per il cittadino. Il divario con le aree urbane è significativo: nell’ultimo decennio, chi ha avuto la possibilità ha cercato nuove opportunità altrove. A rimanere sono stati principalmente gli anziani, legati alla terra e alle tradizioni locali.

Eppure, i piccoli Comuni e i borghi rurali rappresentano una parte di inestimabile valore del nostro patrimonio culturale e architettonico. Proprio per questo, negli ultimi anni si discute sempre più frequentemente dell’urgenza di avviare iniziative concrete volte a puntare sulla rigenerazione urbana dei piccoli Comuni, incentivando le persone a ripopolarli e tornare a viverli stabilmente.

L’Italia, il Paese dei piccoli borghi e centri urbani

Dal 2024 i Comuni italiani sono 7.896, mentre nel 2001 erano 8.101, parliamo quindi di 205 unità in meno. Colpa dello spopolamento, della fusione di più municipi che ha interessato alcune zone e anche del calo della natalità: nel 2023 in ben 341 piccoli comuni non è stata registrata alcuna nascita. Eppure ancora oggi, il nostro Paese è per lo più composto da piccoli centri, quelli con meno di 5.000 abitanti sono addirittura 5.521. I dati sono stati diffusi dalla Fondazione IFEL ANCI, animando ancora una volta il dibattito su cosa fare per sviluppare i piccoli comuni e renderli di nuovo luoghi ideali in cui vivere.

A questi si aggiungono anche i borghi abbandonati perché colpiti da calamità naturali o dove il rischio idrogeologico è alto. Da più parti, quindi, ci si interroga quindi su come intervenire, cercando di individuare soluzioni efficaci che riescano ad invertire la tendenza negativa dello spopolamento dei centri minori.

Quattro iniziative per la rigenerazione urbana dei piccoli comuni

La rigenerazione urbana dei piccoli comuni ha bisogno di politiche di sostegno da parte delle istituzioni. Per tornare a popolare questi comuni, innanzitutto, è necessario investire sulla sostenibilità e sull’edilizia, supportando gli abitanti con nuove forme di welfare.

Al di là di questo, questo, ecco alcune possibili soluzioni per contrastare lo spopolamento dei borghi più piccoli:

  1. incentivi fiscali per le imprese e per le famiglie che scelgono di trasferirsi in specifici comuni;
  2. promozione del turismo, attraverso la proposta di itinerari che valorizzano il patrimonio storico culturale di più località tra loro vicine, favorendo così la concessione di autorizzazioni o licenze per aprire ristoranti, strutture ricettive o attività capaci di attirare i turisti;
  3. sostegno all’agricoltura per creare nuove opportunità di lavoro;
  4. sussidi per il telelavoro o lo smart working, per consentire a un numero maggiore di persone di lasciare le città e lavorare da remoto.

È inoltre necessario migliorare le vie di collegamento e le infrastrutture per consentire, anche a chi sceglie di vivere in un piccolo paese, di spostarsi con più facilità verso il posto di lavoro, e non solo.

Le proposte possono essere diverse, ma è evidente che debbano essere adattate alle caratteristiche specifiche del territorio in cui ogni singolo centro è ubicato. La domanda è: fino ad oggi, cosa è stato fatto?

Il bando Borghi del Ministero della Cultura presentato nel 2021 dall’allora Ministro Dario Franceschini, è stato ideato per incentivare la crescita economica e contrastare lo spopolamento in 250 borghi con meno di 5mila abitanti. Per finanziare progetti di rigenerazione culturale e sostenere le micro, le piccole e le medie imprese è stato messo a disposizione oltre un miliardo di euro proveniente dai fondi del Piano per la Ripresa e la Resilienza (Pnrr). Per verificare i reali effetti sul territorio si dovrà però attendere la conclusione di tutti i progetti, fissata per giugno 2026.

Molti piccoli comuni hanno lanciato l’iniziativa “Case a 1 euro” per incentivare il trasferimento delle famiglie o spingerle ad acquistare una seconda casa a una cifra simbolica. In questo modo, gli acquirenti possono concludere dei veri e propri affari: l’onere degli interventi di ristrutturazione e delle spese notarili è a carico di chi compra, ma spesso si tratta di immobili situati nel centro storico o che vantano di una particolare struttura architettonica, rendendoli degli ottimi investimenti per il futuro.

A sostegno del ripopolamento dei piccoli borghi ci sono anche iniziative regionali come il recente Piano Triennale per la riqualificazione dei piccoli Comuni studiato dalla Regione Lazio, che prevede l’erogazione di un contributo economico una tantum per sostenere la natalità e la genitorialità nei comuni con meno di 2mila abitanti.

Alle iniziative pubbliche si aggiungono anche quelle dei privati e delle grandi aziende. “Stazioni del territorio”, per esempio, è un progetto promosso dal Gruppo Ferrovie dello Stato per la  ristrutturazione degli scali ferroviari in numerosi comuni con meno di 15mila abitanti, al fine di trasformarli in spazi polifunzionali per la cittadinanza.

A sostenere i piccoli borghi sono anche le attività di promozione, l’organizzazione di eventi stagionali, e le produzioni cinematografiche, che scegliendo i piccoli comuni come set di film e fiction li rendono noti al grande pubblico facendoli diventare attrazioni turistiche note a livello nazionale.

Il crescente desiderio di migliorare la qualità della propria vita, vivere in ambienti più sostenibili e a misura umana, ha già spinto molte persone ad abbandonare le grandi città in favore di centri più piccoli. È importante sottolineare, tuttavia, che senza un intervento mirato a contrastare il calo demografico, anche le migliori iniziative a sostegno del ripopolamento dei borghi rischiano di rivelarsi inefficaci.

E tu cosa ne pensi, ti trasferiresti mai in un piccolo borgo? Se l’argomento ti interessa, non perdere i prossimi articoli di thebrief sulla vita nei piccoli centri.

In copertina: Nesso, Lago di Como, @RPBaiao
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