Un ciclo di incontri promosso da Adi esplora il mondo intorno al design e all’architettura
Raccontare il design e l’architettura è una sfida sempre più difficile e al contempo stimolante.
Il mondo dei social ha dato luogo ad una comunicazione molto più veloce ed interattiva, che si pone in modo trasversale nel processo comunicativo. Ecco perché non basta più comunicare unicamente il progetto, sia esso di prodotto o architettonico, ma nasce la necessità di analizzare il contesto.
Ad un anno dall’inaugurazione dell’Adi design museum a Milano, decolla un ciclo di incontri dedicato a “Sistema, il design intorno al design” che si interroga su tutto il mondo che circonda design e architettura per cercare di analizzare i cambiamenti, specialmente editoriali, degli ultimi decenni e gli scenari futuri.
«Abbiamo detto no ad un museo celebrativo, cercando di costruire una proposta inclusiva ed esperienziale. Ci interessa raccontare gli oggetti e le storie che hanno dietro. Questo è un rapporto che coinvolge tutti i livelli del design, specialmente quello della comunicazione, per raccontare al meglio l’esperienza del made in Italy. Dopo un anno di lavoro del Museo, è nata una riflessione che si sposa con una domanda ovvia ma non scontata: come raccontare il design e a chi» ha dichiarato Luciano Galimberti, presidente dell'Adi.
A livello editoriale ci si interroga sulla comunicazione del design e dell’architettura ormai da più di settant’anni.
Il mondo del web prima e dopo i social hanno portato l’editoria ad affrontare nuove sfide, ma soprattutto nuovi lettori e clienti.
Quello che sembra essere cambiato radicalmente, ancora di più negli ultimi due anni, è la maggior consapevolezza dei clienti, che oggi risultano essere molto più attivi e partecipi nella scelta di un oggetto, nel caso del design, che riesca a legarsi ad un immaginario di vita.
Per questo oggi la comunicazione non può rimanere neutra, deve prendere posizione e affrontare un tema.
«Fino a qualche anno fa, spesso si pensava che il design fosse un qualcosa per pochi eletti, una materia specifica e che interessava poche persone. Poi qualcosa è cambiato a livello comunicativo, con dei grandi divulgatori che sono stati capaci di comunicare in modo immediato. Abbiamo realizzato un progetto sulla casa di Gae Aulenti per l’Ordine degli architetti di Milano in occasione di una serata celebrativa e qui abbiamo capito come i protagonisti del mondo dell’architettura e design siano diventati delle vere e proprie icone. Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Gio Ponti sono diventati una parte del nostro patrimonio nazionale e della storia di questo paese, non solo del mondo dell’architettura e design» da dichiarato ad esempio Francesca Molteni, autrice di progetti multimediali, mostre, documentari, e fondatrice di Muse Factory of Projects.
La comunicazione oggi è sempre più integrata e sembra nascere fin dall’inizio del processo progettuale creativo. Negli anni anche le aziende hanno imparato a comunicare in modo più completo ed efficace, agevolando il lavoro dei giornalisti con contenuti di qualità. Questo a dimostrazione che quando si sa cosa dire, la comunicazione ne giova.
Gli ultimi due anni di pandemia sono stati uno spartiacque importante, in una fase di passaggio verso una comunicazione sempre più digitale. Non per questo però si è perso il contatto coi propri lettori.
Oggi si sono rotte le barriere tra prodotto e fruitore, portando ad una maggiore sincerità di valori nella quale risulta molto difficile poter barare.
Design e architettura rappresentano ormai un sistema di valori continuo da tramettere e comunicare, a livello nazionale ma soprattutto internazionale, per continuare a rimarcare il primato italiano che tutti delle eccellenze che tutti ci invidiano.
In copertina: Adi Design Museum ©adidesignmuseum.org
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