Politecnica con CF Moller e Pinearq si è aggiudicata due cittadelle ospedaliere a Sassari e Pordenone
Incarico grazie a concorsi internazionali. Campus universitari con 808 posti letto in Sardegna e 503 in Friuli Venezia Giulia
"Quattro concetti-chiave per la progettazione degli ospedali: sostenibilità nei confronti dell’ambiente; integrazione nei confronti della città; dimensione psico-sensoriale dello spazio; massima riconoscibilità architettonica"
Politecnica si è aggiudicata i progetti preliminari di due campus universitari a Sassari e Pordenone, in partnership tra gli altri con due importanti studi internazionali come lo studio danese CF Moller e la società spagnola Pinearq. Aggiudicati i concorsi internazionali in entrambi i casi le committenze hanno già scelto la strada dell’appalto integrato e a breve è prevista l’assegnazione alle imprese per proseguire con i lavori.
Per l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari Politecnica ha vinto la gara con CF Møller, Metassociati Architettura Ingegneria Urbanistica e SPA Studio Professionisti Associati e il progetto prevede un intervento di 65.500 mq di superficie coperta con 38.800 mq di superficie ex novo, per 808 posti letto complessivi. A Pordenone per l’Azienda per l’assistenza sanitaria n.5 Friuli Occidentale il lavoro è stato svolto Pinearq, Steam e Cooprogetti. In questo caso la superficie fondiaria è di 104.680 mq con 85.500 mq di superficie d’intervento e 73.500 mq di superficie ex novo. Qui i posti letto saranno 503 di cui 39 di Day Hospital.
Giuseppe Cacozza, capo Progetto di Politecnica, cosa significa oggi progettare una cittadella sanitaria?
Creare un ospedale ameno, umanizzato e integrato alla città. Un landmark civico che sia anche espressione di eccellenza della cultura biomedica avanzata. Un campus immerso nel verde con edifici che presentino identità distinte e riconoscibili, dove i percorsi sono leggibili e l’orientamento è il più possibile intuitivo. L’edilizia sanitaria sta attraversando una fase di boom costruttivo in tutta Europa. Nuovi ospedali, recuperi di strutture preesistenti e molta attività di concorsi, rigorosamente internazionali, costituiscono uno scenario di sviluppo da cui si delineano orientamenti progettuali sintetizzabili in quattro macro-tendenze guida: sostenibilità nei confronti dell’ambiente; integrazione nei confronti della città; dimensione psico-sensoriale dello spazio per un dialogo interattivo tra cura e utenza; e infine, massima riconoscibilità architettonica attraverso scelte linguistiche che tendono anche a svincolare l’involucro dai dettami organizzativo-strutturali.
Beatrice Gentili, project manager di Politecnica, come sono stati scelti i partner internazionali e perché Politecnica ha ritenuto di affidarsi a professionisti stranieri?
I partner internazionali sono stati scelti con il criterio della massima competenza disciplinare. CF Møller ha un’indubbia reputazione in campo pediatrico e Albert De Pineda è oggi forse uno dei maggiori esperti nel settore della progettazione ospedaliera complessa. Politecnica crede nell’internazionalizzazione e nel valore dell’integrazione culturale e tecnica che deriva dal lavoro con partner stranieri. Oggi questa scelta è una necessità perché la progettazione sanitaria è in forte trasformazione. Una condizione che rende la ricerca e l’innovazione fondamentali a qualsiasi sviluppo futuro.
Quale la sfida per Politecnica nell’ampliamento del complesso ospedaliero universitario di Sassari?
In un’area urbanisticamente complessa dove l’area risulta divisa dal viale San Pietro con il passaggio della metropolitana di superfice far convivere le due aziende, ospedaliera ed universitaria, non era un compito facile. Un’occasione unica di rivitalizzazione di tutta l’area, una riqualificazione urbana con la pedonalizzazione del viale San Pietro, il collegamento delle strutture ospedaliere a monte e a valle del viale, il ricongiungimento di funzioni sanitarie oltre che fisiche anche in termini di gestione, la realizzazione del nuovo complesso del Materno Infantile e l’adeguamento funzionale ed il collegamento di tutte le strutture esistenti, nonché, la previsione di ampliamento e razionalizzazione di tutta la struttura ospedaliera con progressivo abbandono di immobili ormai non più adeguati a funzioni sanitarie.
Il concept per Sassari?
L’obiettivo principale è quello di realizzare un complesso ospedaliero che abbia nei suoi principi ispiratori la completa integrazione della componente universitaria con quella ospedaliera superando una duplicazione delle strutture a favore di un modello organizzativo dove didattica, assistenza e ricerca possano svilupparsi armonicamente, avvalendosi di tutte le possibilità offerte da un grande polo sanitario.
L’idea architettonica mette in gioco la parte est dell’area ospedaliera creando un nuovo edificio Materno Infantile, molto iconico, che funzioni da cerniera. Il percorso pubblico è unico e ruota intorno all’ingresso principale. Il nuovo edificio, concepito come un edificio circolare, è quindi la prospettiva finale del nuovo viale San Pietro, trasformato in area pedonale e di verde e, insieme all’edificio contenente l’ingresso principale e alla nuova piazza a gradonate, rappresenta un nuovo centro cittadino. Il nuovo edificio Materno Infantile ha anche un suo ingresso dedicato ed è collegato all’ingresso principale tramite il passaggio sopra viale San Pietro. Le degenze dei bambini hanno accesso ad una terrazza riservata ai giochi dei bambini.
E per Pordenone?
L’ospedale costituirà una struttura di rilievo regionale. Il sito si trova all’interno dell’odierno recinto ospedaliero, attualmente organizzato in padiglioni costruiti in diverse epoche storiche e con problemi strutturali e funzionali a cui il progetto intende porre soluzione in modo organico.
La collocazione prevista, all’interno del tessuto urbano piuttosto che in periferia, è un’occasione unica per rendere l’ospedale parte della città, raggiungibile facilmente con il trasporto pubblico o in bicicletta, e al tempo stesso permetterà di superare l’idea del nosocomio come corpo estraneo ed autistico. Un ruolo fondamentale è rivestito dalla parte più pubblica dell’ospedale, quella destinata alle attività diurne ed ambulatoriali, con tutti i servizi connessi non solo alla cura, ma piuttosto alla prevenzione.
In questo contesto urbano si è optato uno spazio estremamente funzionale, a misura d’uomo. Davanti alla hall una piazza pavimentata e parzialmente piantumata accoglie il visitatore dal punto di accesso carrabile e lo conduce all’ingresso principale, al riparo dalle intemperie grazie ad una ampia pensilina, una main street, collega i corpi di fabbrica, Il percorso si affaccia su chiostrine verdi interne. L’intera struttura è basata su un modulo strutturale ampio e regolare, che consente di progettare un edificio modulare ed espandibile, oltre che adattabile a cambi di funzione e all’evolversi della scienza medica.
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