Piano Periferie: Grosseto, Messina, Vicenza tra le città che si sono aggiudicate i 500 milioni
Sono 24 i capoluoghi che si sono aggiudicati il finanziamento del Governo. Tra le città metropolitane anche Bari, Milano e Bologna
“Tra le oltre cento proposte, all’interno delle quali ogni città poteva portare anche 40-50 progetti, prevalgono interventi di social housing, servizi alla cittadinanza come le piste ciclabili e centri sportivi. Una quota più marginale riguarda le infrastrutture”
Tra Natale e capodanno, 24 città italiane hanno ricevuto 500 milioni di euro per riqualificare le proprie periferie. Negli ultimi giorni del 2016 i sindaci di queste città, da Aosta a Torino, da Bergamo a Genova fino a Messina, sono stati contattati dalla presidenza del Consiglio dei Ministri con la comunicazione ufficiale dello stanziamento dei fondi del Piano Periferie. La graduatoria delle città con priorità è pronta già da fine novembre e sarà diffusa il 9 gennaio, intanto le Pa sono state informate avendo, tra l’altro, meno di due mesi di tempo per consegnare i progetti esecutivi (entro il 28 febbraio 2017).
I primi 500 milioni dei 2,1 miliardi annunciati dall’ex premier Matteo Renzi sono stati assegnati e in pole position ci sono alcune città metropolitane come Milano e Bari. Per quest’ultima è stato finanziato l’intero programma per una quarantina di milioni che saranno messi a disposizione per i comuni dell’area barese già nel 2017. “Abbiamo avviato un nuovo percorso come istituzione e come comunità, abbiamo scelto di lavorare in rete per un unico programma Periferie aperte, prevedendo – ha spiegato Antonio Decaro, sindaco metropolitano e presidente dell’Anci – oltre a parchi urbani, aree sportive, piste ciclo-pedonali, anche un museo diffuso delle periferie con 41 opere d’arte site specific”. La Puglia punta sulla bellezza cercando di valorizzare le risorse pubbliche per incentivare il rispetto dei beni comuni e la riqualificazione degli spazi periferici.
Prima del referendum di dicembre, il premier Renzi aveva annunciato che entro il 2017 si sarebbe trovata anche la copertura per gli altri 1,6 miliardi e oggi fonti della Presidenza del Consiglio confermano che c’è l’impegno a procedere con risorse Fsc o altre aggiuntive che prevedono una delibera Cipe, per finanziare molti altri progetti di rigenerazione urbana.
Il bando del Piano Periferie prevedeva un finanziamento massimo di 18 milioni per le città capoluogo e di 40 milioni per le città metropolitane. Il co-finanziamento pubblico e privato era una delle premialità di quest'ultimo bando dedicato alle città; di rilievo, ma non vincolante, è stato il livello di progettazione: si sono candidate anche città con studi di fattibilità e non solo con progetti definitivi. “Tra le oltre cento proposte, all’interno delle quali ogni città poteva portare anche 40-50 progetti – fanno sapere fonti della Presidenza – prevalgono interventi di social housing, servizi alla cittadinanza come le piste ciclabili e centri sportivi. Una quota più marginale riguarda le infrastrutture”. Non ci sono centri nuovi: il bando infatti non consentiva il consumo di suolo.
Tra le città aggiudicatarie c’è Vicenza a cui è stato assegnato un contributo di 17,8 milioni che andrà ad alimentare un’operazione del valore di 48,8 milioni (di cui 26,3 da parte di privati) lungo il percorso che inizia dall’ex colonia Bedin Aldighieri, include l’area ex Zambon, l’ex scuola elementare di Laghetto e arriva fino all’ex centrale del latte. Un progetto di ricucitura di diversi quartieri. La città metropolitana di Milano ha ottenuto i 40 milioni che aveva richiesto per riqualificare una trentina di comuni. In questo caso le azioni prevedono il recupero edilizio di alcuni edifici e il rilancio di luoghi di aggregazione come centri culturali, cinema, centri sportivi e spazi per anziani. Uno di questi, a Nord di Milano riguarda l’operazione congiunta promossa dai comuni di Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni per riqualificare una cascina, completare un nodo di interscambio, la sistemazione di una scuola, la realizzazione di uno skate park e l’interramento dell’elettrodotto. Garbagnate investirà le risorse per riattivare un centro di aggregazione giovanile che al suo interno ospita anche una scuola materna e spazi polifunzionali, una casa cantoniera da trasformare in una struttura di accoglienza per padri separati, e un parco urbano.
Anche Grosseto si è aggiudicata una decina di milioni con il Piano Periferie per riqualificare l’area Roselle e far fronte a emergenza abitativa, alle nuove povertà e ai disagi nell’accessibilità. In gioco c'è un progetto che punta sul valore sociale, sulla mobilità sostenibile e sullo smart planning. A Torino la sindaca Appendino eredita il lavoro della giunta Fassino e realizzerà con 18 milioni di euro progetti di mobilità sostenibile e iniziative culturali e sociali inserite nel piano AxTO (azioni per le periferie torinesi) con azioni mirate alla casa, al lavoro e commercio, a scuola e cultura, a comunità e partecipazione, incluse ricadute dirette sugli spazi pubblici.
Bologna è una delle città che ha portato a casa la somma più alta: 18 milioni per il capoluogo e 40 per l’hinterland. Il Comune di Bologna lavorerà sul quartiere Pilastro e sulla riconversione dell’ex parcheggio Giuriolo all’Arcoveggio che diventerà un polo per la conservazione e il restauro delle pellicole, in collaborazione con la Cineteca. Nell’area metropolitana sono previsti invece progetti per il restyling dell’area nord della ferrovia a Imola, la riconversione dell’area produttiva del Bargellino a Calderara di Reno e la riqualificazione di alcune aree urbane di Marzabotto.
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