Piano casa, Salvini subito al lavoro per la norma “Salva Milano”

28-05-2024 Francesca Fradelloni 3 minuti

Nella sede milanese dell’Ance il ministro annuncia nuovi emendamenti. L’assessore Tancredi: nuove soluzioni per il caro alloggi

Era rivoluzionario il nuovo Codice degli appalti, ed è rivoluzionario il Salva casa, approvato venerdì in Consiglio dei ministri (Cdm). Parola di Matteo Salvini. Il nuovo decreto che sana le difformità minori riguardanti circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano, per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervistato nella sede dell’Ance a Milano dal giornalista Nicola Porro nell’ambito del convegno “La casa per gli italiani”, è un punto di partenza e non di arrivo. Un piccolo intervento, secondo il vicepremier, che riguarda l’edilizia privata, anche se rimane ancora da affrontare tutto il tema dell’edilizia pubblica. Una pace edilizia che potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 10 miliardi di euro.

Tra le misure principali la tolleranza sulle piccole irregolarità legate a interventi costruttivi realizzati entro il 24 maggio 2024, strutturata in maniera inversamente proporzionale alla superficie. Cavallo di battaglia del ministro, che non esita a ricordarlo, lo stop alla doppia conformità e la semplificazione delle pratiche per il cambio di destinazione d’uso, nonché la possibilità per i Comuni di vendere immobili con irregolarità edilizie condizionando il contratto alla rimozione dell’abuso da parte dell’acquirente. Con il decreto, spiega Salvini nel corso dell’intervista – talk show, «passiamo dal silenzio-rigetto al silenzio-assenso. Se la pubblica amministrazione non risponde nei tempi previsti, l’istanza del cittadino è accettata». «Una rivoluzione liberale – la chiama – al passo con la modernità perché l’Italia di adesso non è l’Italia di ieri».

Un intervento che una volta pubblicato in Gazzetta ufficiale entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera positiva, ma con ulteriori iniziative di semplificazione durante l’iter parlamentare. «Spero a ore, lavoreremo come gruppo Lega agli emendamenti, perché ci sono alcuni interventi che io ho già pronti e che i parlamentari hanno già pronti: penso all’altezza dei soffitti, penso alla riduzione della superficie minima per l’abitabilità, penso alla norma salva Milano», ha affermato il ministro.


«Sul pregresso – ha concluso Salvini – non entro nel merito delle inchieste giudiziarie, però una città come Milano non può fermare le autorizzazioni edilizie, non può bloccare lo sviluppo della città».


Uno sviluppo che secondo l’assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, parte dalle nuove soluzioni contro il caro alloggi. Tanti i numeri snocciolati dall’assessore per illustrare lo scenario del capoluogo lombardo. Oltre 16mila le domande Sap (Erp), ma cresce la richiesta di alloggi sociali (40mila). Per l’edilizia residenziale convenzionata sono state realizzate 7mila abitazioni. Il trend degli ultimi tre anni è di 3mila alloggi Ers. Sono però 8mila quelli ancora in programma, pronti ad essere costruiti (Reinventing Cities, Scali ferroviari, Ex Macello…). «Tutti attraverso i Piani attuativi – sottolinea Tancredi –. Cioè quegli atti di pianificazione urbanistica comunale che definiscono nel dettaglio le previsioni del Piano di governo del territorio (Pgt), strumenti principali della rigenerazione urbana».

Sugli studentati emergono forti criticità. «Parliamo di 120mila studenti di cui 20mila stranieri, ma a disposizione abbiamo 12mila posti letti e in corso di realizzazione 6mila». E le soluzioni? «Attualmente le regole del Pgt obbligano il 40% di aree superiori ai 10mila mq ad essere destinate all’edilizia concordata agevolata, ma speriamo di poter abbassare la soglia ai 5mila metri quadrati. Inoltre, abbiamo l’obiettivo di 20mila alloggi in 10-15 anni, di diversificare le tipologie abitative, di incentivare gli alloggi a canone calmierato in affitto per tutta la vita, la cosiddetta proprietà indivisa e collettiva, di regolare gli affitti brevi e il progetto Casa ai lavoratori che permetterà di offrire un alloggio ai tanti dipendenti che oggi faticano a trovare un appartamento a prezzi sostenibili».

Per Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri un punto cardine della trasformazione della città “motore d’Italia” è la visione della “grande Milano” che va oltre l’hinterland e abbraccia i due grandi capoluoghi del nord, Torino e Genova, ma anche Novara e Bergamo.

«Guardare oltre i confini, oltre le problematiche attuali. Il Governo si è già mosso in previsione di questo disegno con i grandi investimenti messi a disposizione per la diga foranea di Genova, il terzo valico fino al collegamento Bergamo-aeroporto». Quella delle infrastrutture «sarà la sfida del futuro», ripete, e non solo per Milano.

In copertina: Milano ©pexels

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Francesca Fradelloni
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