25-06-2024 Chiara Brivio 2 minuti

Barcellona (capitale dell’architettura 2026) ridà vita alle sue facciate cieche

La città si prepara con un concorso rivolto ai progettisti under35

Dopo Copenaghen, è il turno di Barcellona. Il capoluogo catalano è stato designato dall’Unesco e dall’Uia (Unione internazionale degli architetti) Capitale mondiale dell’architettura per il 2026. E nonostante manchino ancora quasi due anni, Barcellona si è già messa in moto. La prima iniziativa messa in campo è un concorso di idee rivolto ai giovani architetti under35 provenienti da tutto il mondo.


Una competizione promossa dal Comune di Barcellona con la Fondazione Mies van der Rohe per la trasformazione di dieci facciate cieche che oggi si pongono come cesure nel tessuto urbano, creando anche problemi strutturali e di abitabilità, e che con il loro rifacimento potranno contribuire al miglioramento dello spazio pubblico.


Fatto forse ancora più importante: questi dieci muri, uno per ogni distretto della città, si trovano in luoghi che non potranno essere coperti secondo il piano regolatore vigente, rimanendo quindi come un lascito permanente ai cittadini che auspicabilmente andrà oltre il 2026. Un progetto per la cui implementazione l’Amministrazione locale si prevede stanzierà 4,5 milioni di euro.

Qualità architettonica e relazione con il contesto, attenzione all’efficienza energetica e al ciclo di vita dei materiali, oltre alla coerenza costruttiva e alla fattibilità del progetto, sono i criteri secondo i quali una giuria internazionale composta da architetti e urbanisti selezionerà le proposte. Requisiti comuni per tutte e dieci le facciate saranno inoltre: la qualità urbana, o la capacità di creare nuove facciate che vadano ad incidere positivamente sul paesaggio urbano anche con la riattivazione dei piani terra; l’abitabilità, intesa come il ricavare nuove finestre e balconi che migliorino la qualità della vita dei residenti; la sostenibilità con soluzioni atte a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Infine, la biodiversità, attraverso pareti verdi verticali e la creazione di nuovi habitat per la fauna protetta.

Sono circa 6mila le facciate cieche censite dall’Istituto municipale del Paesaggio urbano e della Qualità della vita (Impu) della città catalana, che presentano anche deficienze energetiche e strutturali perché mai pensate in realtà con la funzione di facciate esterne. Di queste, 348 sono permanenti e occupano una superficie di oltre 100 metri quadrati. Il concorso di idee ha come obiettivo anche quello di riflettere sul loro stato e, attraverso il loro rifacimento, di migliorare le condizioni delle abitazioni.

Il termine per l’invio delle proposte è il 5 agosto 2024. I vincitori saranno annunciati il 25 settembre e saranno successivamente coinvolti attivamente in tutte le fasi di design, in collaborazione con l’Impu e con team di architetti locali. Ai primi tre classificati di ciascuno dei dieci distretti andrà un totale di 5.250 euro, con 3mila euro per il vincitore, 1.500 per il secondo classificato e 750 euro per il terzo. L’auspicio è che le facciate possano essere inaugurate nel 2026, nell’ambito delle iniziative per la Capitale mondiale dell’architettura.

Maggiori informazioni sono disponibili alla pagina del concorso.

In copertina: ©Example, Party walls. Foto ©Marcela Grassi

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Chiara Brivio
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