Palermo, la rigenerazione per frammenti con idee e contributi informali
Street artist internazionali nel quartiere Danisinni, Oma in campo per Manifesta 12
Non c'è un piano coordinato di rigenerazione, ma tante piccole micce. Ne sono un esempio la riqualificazione del lungomare Foro Italico, il recupero di alcuni parchi urbani, ma anche la ristrutturazione dei padiglioni dell’ex polo industriale della Zisa
“Palermo e il suo mare visti da qui sono davvero stupendi”. Così twitta l’astronauta Paolo Nespoli, postando l’immagine del capoluogo siciliano visto dalla Stazione Spaziale. Un’immagine del golfo scattata nel corso della missione Vita dell’Agenzia Spaziale Italiana. Una città che affascina dall’alto ma non solo, e che negli ultimi anni sta cercando di migliorare il suo volto e di recuperare il suo antico splendore, rigenerando il patrimonio immobiliare e molti spazi pubblici urbani.
Non c'è un piano coordinato, ma tante piccole micce. Ne sono un esempio l’operazione nel 2006 dell’architetto Italo Rota per la riqualificazione del lungomare Foro Italico, il recupero di alcuni parchi urbani, tra cui l’Uditore (9 ettari, risistemati grazie ad un progetto di tesi di alcuni ragazzi dell’Università di Palermo, firmato dall’architetto Manfredi Leone e finanziato dalla Regione Sicilia con 100mila euro), ma anche la ristrutturazione dei padiglioni dell’ex polo industriale della Zisa, dal 1890 al 1968 il luogo di produzione del mobilificio Ducrot.
A dimostrazione dell’impegno della città c'è anche la classifica stilata da Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane. Solo dal 2015 al 2016 infatti Palermo è salita di 7 posizioni, arrivando a essere 99esima su 110 città nella lista generale, e 66esima per Cultura Tempo libero e Partecipazione. A questi dati si aggiungono i titoli di Capitale dei Giovani 2017 e Capitale della Cultura 2018. E ancora, il capoluogo siciliano è stato scelto anche come sede di Manifesta 12, la Biennale Europea di Arte Contemporanea, che avrà inizio il 15 giugno 2018 e sarà ospitata in parte nel restaurato Teatro Garibaldi.
Manifesta 12 ha come obiettivo quello di lavorare, in maniera interdisciplinare, con la comunità, per porre le basi teoriche per ripensare e rilanciare la città a livello architettonico, economico e culturale. In quest’ottica nei mesi scorsi lo studio olandese Oma ha realizzato un atlante urbano di Palermo: un documento, primo nel suo genere, che vuole essere il punto di partenza per la futura pianificazione e rigenerazione urbana. E in questa direzione vanno probabilmente anche i progetti oggetto di cinque concorsi lanciati nell’ultimo anno dal Comune.
Tra gli altri interventi in corso a Palermo anche il cantiere promosso dall’associazione di promozione sociale Crezi.plus, nell’area della Zisa, dagli anni 2000 già trasformata in parte in Cantieri Culturali, palcoscenico di concerti, mostre e opere teatrali. Una piccola porzione di mille metri quadri, all’interno dei 55mila totali, sarà ristrutturata grazie a un progetto dell’architetto Francesca Italiano. L’intervento ha richiesto un investimento di 450mila euro, provenienti interamente da privati, per il 65% dalla Fondazione con il SUD e per il restante 35% con fondi Clac e del Consorzio Arca. Il piano prevede la costruzione di tre ambienti separati, che ospiteranno a partire da ottobre spazi di lavoro e coworking, laboratori, caffetteria, cucina, un cineporto e aree per conferenze e attività culturali.
Una realtà che va ad inserirsi in un hub creativo già ampiamente avviato, grazie alla presenza di enti come il Goethe Institut, il Centre Culturel Francais e l’Accademia di Belle Arti. Sempre in uno dei padiglioni dismessi della Zisa, in circa 600 mq, aprirà a breve anche il Centro Internazionale di Fotografia, diretto dalla fotografa Letizia Battaglia.
A pochi passi dai Cantieri, il quartiere Danisinni, oggetto del progetto artistico partecipato Rambla Papireto. Un piano di rigenerazione urbana promosso dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, per far rinascere un luogo difficile, con una carenza di servizi primari, una bassa scolarizzazione e un alto tasso di disoccupazione. “Il processo è iniziato con il coinvolgimento della comunità locale attraverso laboratori artistici, circo sociale e giocoleria, anche per favorire l'incontro tra i bambini e gli studenti dell'Accademia – spiegano i promotori -. L’obiettivo è trasformare Danisinni in una galleria d'arte a cielo aperto, inserita nel percorso arabo-normanno che collega Palazzo dei Normanni al Castello della Zisa”. Per fare questo, da alcuni mesi street artist italiani e internazionali hanno già iniziato ad affrescare le facciate delle case che sorgono intorno alla piazza principale. Il progetto fa seguito ad una prima azione di trasformazione del quartiere avvenuta nel 2015, quando su alcuni terreni sottratti all’abusivismo edilizio era stata costruita una fattoria didattica con un orto sociale.
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