Modello Roma, la Pa si struttura per dialogare con il real estate

30-10-2024 Luigi Rucco 4 minuti

Dal Giubileo al post Pnrr, il metodo come eredità per il futuro del settore

Una panoramica completa sul mondo del real estate oggi, tra contesto normativo in trasformazione volto a favorire interventi di rigenerazione urbana sostenibili e capaci di essere radicati sul territorio, fino ai temi legati all’hospitality, al social e student housing e in generale alla gestione del patrimonio immobiliare pubblico. Sono questi i diversi mondi dell’evento “Platform Real Estate”, organizzato da Platform presso l’Auditorium del MAXXI a Roma. La manifestazione, che ha visto PPAN come content creator, mette a confronto i principali attori della filiera del real estate, con una selezione di general contractor, sgr, fondi di investimento e amministrazioni locali.

Lo sguardo rivolto verso Roma. La Capitale è al centro dell’interesse del settore, visto che il Giubileo 2025 sarà inaugurato in meno di due mesi. «Fino al 2020 abbiamo avuto un periodo di 12 anni di crisi degli investimenti e in generale del settore immobiliare. Si stimavano circa 600mila posti di lavoro tagliati dal 2008», afferma Antonio Ciucci, presidente di Ance Roma Acer.


«Post Covid la Città ha avuto una grande ripresa con un programma di investimenti importante non solo legati al Giubileo 2025. L’obiettivo per Roma è mantenere questi livelli anche nei prossimi anni».


Gli fa eco Marco Sangiorgio, ad di Giubileo 2025 spa: «Se pensiamo che il primo dpcm legato al Giubileo 2025 è datato 15 dicembre 2022, ed entrato in atto nel gennaio del 2023, capiamo quanto la Capitale oggi stia correndo. Sono passati meno di due anni e dopo il processo iniziale, non breve, abbiamo iniziato a lavorare e aprire i diversi cantieri. Abbiamo coordinato ben 70 soggetti attuatori per mettere a terra i quasi 4 miliardi di investimento complessivi per la Città».

Una Città capace di cambiare ed evolversi. Oggi tutti gli operatori toccano con mano la trasformazione. «Un cambio di visione e di attitudine, perché dopo anni di sonnolenza in cui Roma pensava di poter sopravvivere e non progettare – afferma l’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma Maurizio Veloccia – Stiamo riqualificando aree mai toccate prima e stiamo riprendendo alcuni interventi che non erano decollati col precedente Giubileo. Una Città che si sta muovendo con centinaia di cantieri e operai che lavorano ogni giorno. Roma ha bisogna di diversificare gli investimenti: c’è un forte interesse sull’hotellerie ovviamente, legato anche al grande evento religioso, ma anche sul residenziale, la logistica e i data center, il tutto preservando sempre il territorio agricolo circostante». Sulla stessa linea anche Alessandro Sbordoni, presidente Federlazio edilizia e cofounder di NS Costruzioni: «Roma ha delle potenzialità enormi, anche perché la Città sconta un importante ritardo nella trasformazione, con caratteristiche peculiari e uniche.


La sua realtà si rivolge al mix funzionale, volto a comporre una armonia di servizi e destinazioni d’uso capace di amalgamare questo territorio.


Se si vuole dare la possibilità di incidere sul lungo periodo dobbiamo riuscire a recepire i cambiamenti e applicare le innovazioni, accendendo il motore dell’integrazione di spazi urbani con funzioni sociale».

Partenariato pubblico-privato per il post Giubileo. In una logica di “economie e impatti” lo sguardo va già verso il futuro, post Pnrr e Giubileo. Il sentimento diffuso tra gli operatori è che sia


indispensabile prevedere un efficace partenariato tra pubblico e privato come driver per l’attrattività degli investimenti.


«La recente legge di bilancio prevede un calo degli investimenti pubblici. Questo per noi è incompatibile con uno sviluppo a lungo termine, perché non ci si può basare sui capitali privati. La rigenerazione è un bel concetto ma deve esserci l’equilibrio economico, unito a nuove norme tecniche. Le periferie hanno bisogno di forti investimenti pubblici, altrimenti diventa poco sostenibili per i privati. Le grandi operazioni di rigenerazione urbana non possono avere tempi lunghissimi per atterrare, questa è la sfida di tutti i costruttori», prosegue Ciucci. Dello stesso parere anche Sangiorgio: «è importante che l’amministrazione consideri il tempo come una variabile importante per gli investitori. Gli operatori hanno bisogno di tempistiche certe per investire, non solo a Roma ma ovunque».

Saper leggere il Pnrr. Non solo Giubileo, ma anche Pnrr, che prevede entro il 2026 la realizzazione di tutti gli interventi. Il mondo del real estate si interroga sugli scenari futuri, leggendo gli impatti che proprio il Piano nazionale ha portato in questi anni come base per la pianificazione futura. Ne è una prova il lavoro su scala nazionale di Invitalia, che ha curato le procedure di affidamento degli interventi del Pnrr per un valore approssimativo 14 miliardi di euro sui circa 90 miliardi totali. «Oggi rileggere la realizzazione di infrastrutture pubbliche in questo contesto può portare a riproporre nuove iniziative sostenibili a livello sociale, ambientale ed economico. La differenza sta nelle competenze dell’amministrazione pubblica, capace di far capire modalità e tempistiche degli interventi e fornendo un quadro del territorio completo e analitico. La sfida è quella di recepire la programmazione degli interventi locali e agevolarli grazie al partenariato pubblico privato», ha commentato Giovanni Portaluri, responsabile degli investimenti pubblici di Invitalia. Programmazione delle operazioni, ma anche la questione di come queste riescano ad essere finanziate e di come i fondi privati possano essere a sistema in una visione pubblica. «Post Pnrr si deve trovare un piano efficiente per far ripartire il partenariato pubblico privato, non solo come prospettiva economica, ma come leva ambientale, visto che l’Europa vuole diventare il primo continente sostenibile al mondo, e soprattutto come leva sociale», da dichiarato Marco Marcatili, responsabile sviluppo di Nomisma.

Uno scenario in cui gli operatori privati attendono l’infrastruttura politica e tecnica per poter agire secondo uno schema condiviso. «Il Pnrr ha avuto delle lacune, ma ci ha insegnato un metodo che possiamo portarci come importante eredità per i prossimi anni», spiega Ezio Micelli, professore all’Università Iuav di Venezia.

In copertina: ©Platform Real Estate

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Luigi Rucco
Articoli Correlati
  • Park Associati è l’architetto dell’anno 2024

  • Intervista a Bardelli: «La Milano sociale saprà dare risposte al Piano casa»

  • Piano casa Milano, dal Comune 21 aree ai privati per alloggi low cost

  • Biennale di Architettura 2025: Guendalina Salimei guiderà il Padiglione Italia