MM a Expo, dalla preparazione dell’area allo smontaggio: un’eredità da spendere all’estero
Recalcati (Metropolitana Milanese): "Per l’evento del 2015 c’è stato lavoro per molti. Con noi un centinaio di studi scelti tra gli iscritti al nostro albo"
"Nel 2012 abbiamo avuto il picco con circa 300 persone impegnate per la progettazione, tra dipendenti diretti e consulenti. Avvicinandoci al 2015, nel tempo di massimo sforzo costruttivo abbiamo avuto 95 persone residenti in cantiere per coordinare la sicurezza"
“Siamo in campo dal 2011, abbiamo seguito la progettazione preliminare fino all’appalto per la risoluzione delle interferenze, redatto l’esecutivo della piastra e nel 2012 e 2013 abbiamo sviluppato definitivo ed esecutivo per Cascina Triulza, per le passerelle e l'anfiteatro all’aperto. Per le architetture di servizio abbiamo redatto il definitivo, da novembre 2014 abbiamo seguito la direzione lavori per il Cardo, Palazzo Italia e gli allestimenti scenotecnici dell’Albero della Vita. Dove Expo spa era stazione appaltante, MM ha coordinato la sicurezza”. Massimo Recalcati, direttore costruzioni infrastrutture di MM riassume così il lavoro fatto da Metropolitane Milanesi per Expo Milano 2015, ancora in corso oggi per la fase di smontaggio.
Una maxi-commessa con decine di professionisti coinvolti. “Nel 2012 abbiamo avuto il picco con circa 300 persone impegnate per la progettazione, tra dipendenti diretti e consulenti – spiega Recalcati –. In quel momento c’era poca direzione lavori con una presenza di 15-18 persone, poi via via le cose sono cambiate e avvicinandoci al 2015, nel tempo di massimo sforzo costruttivo, abbiamo avuto 95 persone residenti in cantiere per coordinare la sicurezza, e un gruppo più leggero con una trentina di tecnici in ufficio per la progettazione”.
Tra i principali soggetti istituzionali coinvolti per Expo Milano 2015, oltre all’Ufficio di Piano, per la progettazione definitiva ed esecutiva hanno avuto un ruolo centrale Metropolitana Milanese e Fiera Milano, e poi per la direzione lavori sono scese in campo Infrastrutture Lombarde e Italferr. “Per la parte progettuale abbiamo lavorato per compartimenti stagni sotto la regia di Expo spa – spiega Recalcati – mentre in cantiere, lavorando gomito a gomito c’è stato modo di collaborare e procedere in modo corale: bisognava prendere decisioni in tempi brevi e non c’era via alternativa”.
Da più fronti, in primis da Ordini professionali e da Cnappc, si è lamentata l’assenza di concorsi e gare per dare opportunità di lavoro ai progettisti, soprattutto ai più giovani, ma MM conferma che “per Expo c’è stato lavoro per molti. Intorno a noi hanno gravitato oltre un centinaio di studi di architettura e ingegneria, selezionati con procedura negoziata tra gli iscritti al nostro albo”.
MM ha affiancato Expo per lo studio di impatto ambientale e nei sei mesi dell’evento ha seguito la fase esecutiva di tutti gli appalti di manutenzione. “Abbiamo organizzato anche una squadra di pronto-soccorso per piccole necessità: dalla pulizia delle alghe nel canale a quella delle fontane, comprese una serie di lavorazioni minute per le quali – spiega Recalcati – non si sarebbero potute ri-coinvolgere le imprese”.
Dal 1 novembre MM è in cantiere per la fase di smontaggio, seguendo la direzione lavori per l'adeguamento delle opere di Expo spa che sostanzialmente resteranno tutte in piedi. “Stiamo gestendo le parti comuni e dal 2016 torneremo a occuparci con forza del coordinamento generale in fase di demolizione dei padiglioni. Ad oggi – commenta il direttore di MM – quasi tutti gli edifici sono stati svuotati, ma solo una decina hanno iniziato la fase di demolizione”.
Quale eredità per MM dopo Expo 2015? “Abbiamo sfruttato la vetrina internazionale per avviare qualche contatto estero, speriamo si concretizzi qualche proposta commerciale. Da società pubblica – precisa Recalcati – siamo riusciti a realizzare una cittadella ex novo, confrontandoci con rapidità ed efficienza con un’infinita serie di problematiche inaspettate e in spazi ridotti. Di fatto abbiamo costruito una piccola città in pochi mesi e l'abbiamo accesa in pochi giorni. Soprattutto l’urbanizzazione è un’eredità che lasciamo anche per il post-Expo”.
MM ricorda la corsa folle della fase esecutiva e dell’ultimo anno di preparazione ma precisa che “è stata lunga e realizzare le infrastrutture sotto-terra non è stato semplice né scontato”. Un ruolo per il post Expo? “Siamo alla finestra e vediamo come decolla”.
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