20-04-2016 3 minuti

Milano, fondi europei per le periferie: investimenti sull’abitare e l’inclusione sociale

La Repubblica e il Corriere della Sera sul Programma operativo nazionale che ha stanziato risorse per l’hinterland milanese

“Celebri progettisti come Renzo Piano si dedicano alle aree periferiche, in Italia e negli Stati Uniti. La prossima Biennale apre all’inclusione sociale e alla riduzione delle disuguaglianze. Tornano in voga questioni già poste dal movimento moderno e accantonate da una ricerca esasperata di forme bizzarre e spettacolari” 

Carlo Olmo

La periferia milanese è pronta a ricevere 36,7 milioni dall’Unione Europea destinati allo sviluppo, alla promozione della qualità dell’abitare, alla mobilità dolce e all’informatizzazione dei quartieri. Il 15 aprile Alessia Gallione su La Repubblica e Paola D’Amico sul Corriere della Sera scrivono del ‘Programma operativo nazionale’ che ha stanziato risorse per le 14 Città metropolitane italiane per circa 900 milioni di euro. “È la prima volta che fondi europei arrivano direttamente ai comuni metropolitani senza passare dalle Regioni – ha spiegato l’Assessore alla casa Daniela Benelli -. Questi comuni vengono identificati come territori chiave per la crescita e lo sviluppo. Abbiamo deciso di destinare queste risorse ai quartieri periferici lasciando un'eredità importante alla città e alla prossima amministrazione”. I fondi europei sono stati destinati a quattro diversi canali di azione, associati a diversi assessorati. La parte più consistente, circa 10 milioni e 265 mila euro, andranno al capitolo ‘Abitare’ che prevede due piani per ristrutturare gli edifici di via Pianelli e De Lemene e altri che riguarderanno i quartieri popolari gestiti da MM: “un nuovo servizio – scrive Alessia Gallione – per dare la possibilità agli inquilini di seguire online le proprie bollette e i rapporti con il gestore, ma anche le portinerie vuote che diventeranno spazi per gli abitanti o piccole scuole dove imparare ad usare il computer”. Una somma di 8,5 milioni andrà al capitolo ‘Inclusione sociale’ utilizzata per la ristrutturazione e trasformazione di appartamenti pubblici o confiscati in alloggi accessibili per le classi sociali più deboli. “L’azione sarà rivolta a chi vive in condizioni di grave emergenza, come i senzatetto e le persone con disabilità motoria e sensoriale e gli anziani  – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino -. Nel programma c’è anche la ristrutturazione di appartamenti confiscati alla mafia, per sperimentazioni di avvio all’autonomia. Ma vogliamo anche adeguare alloggi comunali perché siamo pienamente accessibili e dotati degli apparecchi che consentano libertà di movimento e una vita più autonoma”. Il capitolo ‘Connessioni’ coinvolgerà corso Sempione, i 6 milioni di euro a disposizione serviranno a riqualificare i due parterre centrali alberati. Infine 4,7 milioni per il capitolo ‘Innovazione e Agenda digital’ che saranno utilizzati per “la ristrutturazione – scrive Paola D’Amico – di uno spazio pubblico da 1.000 metri quadri al Lorenteggio dotato di beni e tecnologie”.

“Celebri progettisti come Renzo Piano si dedicano alle aree periferiche, in Italia e negli Stati Uniti. La prossima Biennale apre all’inclusione sociale e alla riduzione delle disuguaglianze. Tornano in voga questioni già poste dal movimento moderno e accantonate da una ricerca esasperata di forme bizzarre e spettacolari”. Carlo Olmo su La Repubblica del 17 aprile si interroga sulla crisi che ha colpito il mestiere dell’architetto, intento a realizzare "involucri simbolici e riconoscibili di edifici serializzati progettati da società di ingegnera e imprese multinazionali". 

Anche il Ministro Graziano Delrio, partecipando ai lavori organizzati dai Deputati PD sulla rigenerazione e valorizzazione del patrimonio pubblico, ha auspicato per l’Italia un rinascimento urbano che cominci nelle periferie ERP. È su questi quartieri che l’attenzione di architetti e urbanisti si sta concentrando ormai da tempo. Non solo Renzo Piano con la pratica del rammendo, Carlo Olmo, docente al Politecnico di Torino e fondatore de ‘Il giornale dell’architettura’, propone l’interessante profilo di una nuova architettura “che si misura con le necessità primarie dell’individuo, con l’inclusione sociale e che accantona la ricerca estetica portata fino alla bizzarria”.

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