25-02-2022 Francesca Fradelloni 2 minuti

Marone (Federcostruzioni): prioritaria la ricucitura dell’Italia, partendo dal Mezzogiorno

La nuova qualità dell’abitare tra flessibilità e l’opportunità degli incentivi

Secondo i dati raccolti da Federcostruzioni, la spesa prevista di 6 miliardi di euro nel settore delle costruzioni genererebbe un effetto totale sull’economia di 21 miliardi.

Come è cambiata la qualità dell'abitare dopo la pandemia? Se n’è parlato tanto in questi due anni. Seguire i reali bisogni dei cittadini, avere case e spazi più flessibili sempre sulla base di criteri sostenibili. Un nuovo comportamento della filiera sia nel processo che nel prodotto, che deve tenere conto di questi parametri.

Veniamo da una grande crisi, ma dove stiamo andando ce lo dice Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, la federazione di Confindustria che riunisce le categorie produttive più significative di tutto il mercato edile e infrastrutturale. «Il profilo economico della filiera delle costruzioni dal 2008 al 2020 è fatto di numeri importanti, racconta la Marone. «Sono 144,9 i miliardi di valore della produzione persi e 729mila i posti di lavoro andati in fumo, con una contrazione del 19,6% rispetto agli occupati del 2008». Anche un cenno al 2020, anno anomalo. «Un periodo significativo: 405 miliardi di euro il valore della produzione che occupa il 3 milioni di persone che rappresentano il 12% dell’occupazione nazionale. I numeri poi tracciano la ripresa nel 2021/2022 e fanno diventare le costruzioni un moltiplicatore per l’economia e il lavoro», spiega la Marone. «Un aumento di domanda di 1 miliardo di euro nelle costruzioni genera una ricaduta complessiva sull’intero sistema economico di oltre 3,5 miliardi e 15.555 unità di lavoro, di cui 9942 nelle costruzioni e 5613 negli altri settori». 

E gli effetti economici del Superbonus 110%? Secondo i dati raccolti da Federcostruzioni, la spesa prevista di 6 miliardi di euro nel settore delle costruzioni genererebbe un effetto totale sull’economia di 21 miliardi. Un incremento di circa 64mila posti di lavoro nelle costruzioni e oltre 97mila unità con i settori collegati. Ora, alla luce di questi numeri, sono tante le misure urgenti per rilanciare le costruzioni per un’Italia più competitiva, sociale, sicura e sostenibile. Per quanto riguarda il Pnrr, garantire la realizzazione di investimenti e riforme entro il 2026. Sul caro materiale, che rimane sempre un’emergenza, risolta in parte solo per il settore pubblico, fare in modo di introdurre garanzie anche per il mercato privato. E secondo la presidente di Federcostruzioni tra le priorità: «Prevedere una normativa nazionale che agevoli l’accoglimento e sostenga le proposte dei territori sulla rigenerazione urbana; istituire una cabina di regia per definire una roadmap nazionale che permetta di accelerare il tasso di digitalizzazione delle costruzioni, ma ricordarsi con ostinazione che il tema essenziale rimane quello della sostenibilità. Con uno sguardo fisso verso il Mezzogiorno d’Italia che in pochi anni, con gli interventi legati al Pnrr, 34 miliardi di euro, potrebbe veder trasformate in realtà le opere attese da un ventennio. Provando, finalmente, a realizzare, una ricucitura del Paese a due velocità», conclude.

In copertina: cantiere del nuovo campus bio-medico a Trigoria, progetto di Labics

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Francesca Fradelloni
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