Logistica, mancano regole per uno sviluppo urbano sostenibile

29-03-2022 Luigi Rucco 2 minuti

Il volume di Elena Franco evidenzia la necessità di regolamentare il rapporto tra produzione e distribuzione

Negli ultimi anni il mondo del retail sta cambiando radicalmente. La pandemia ha accelerato il processo e ha stravolto il nostro modo di fare acquisti, portando sempre più consumatori verso gli e-commerce. Su questo filone si inserisce la pubblicazione “Commercio e logistica” di Elena Franco (Maggioli Editore), che analizza il fenomeno andando ad indagare le specificità del settore logistico in grande sviluppo (come testimoniano gli operatori del settore). 

Partendo dalla constatazione che esiste un deficit di programmazione territoriale del governo, il testo si sofferma sull’urgenza di trovare una forma di regolazione degli insediamenti logistici nel contesto urbano cercando di dare soluzioni su diverse scale, nazionale, regionale e comunale.


Urge la consapevolezza dell’impatto che può avere un gesto comune come l’acquisto digitale sul paesaggio che ci circonda.


In Italia nel 2020 l’e-commerce di prodotto ha fatto registrare un aumento del 45%, con il 9% di penetrazione sul totale degli acquisti retail. Nel 2021 si è registrato un +36% di acquisto dei servizi.

Con ricadute dirette sulle aree urbane ed extraurbane che ci circondano.

«Oltre a spingere verso un’urbanizzazione sempre più serrata di terreni dedicati ad insediamenti logistici, l’acquisto in rete sta modificando profondamente il tessuto delle città in tutti i contesti, sia in ambito metropolitano, che rurale o montano, consolidando quella depauperazione già in corso almeno da un decennio» spiega Elena Franco, autore della pubblicazione e membro dell’associazione Tocema worldwide con cui ha progettato la certificazione di qualità europea per i distretti del commercio.

Tutto questo si collega alla grande tematica dell’ultimo miglio, l’ultima frontiera verso cui si concentrano gli sforzi degli operatori del settore. Trovare spazi adiacenti alla città è sempre più difficile (e la richiesta al Mipim di Cannes è andata in gran parte in questa direzione) si va verso una saturazione di spazi disponibili.

«Siamo al centro di una tempesta perfetta, che la pandemia ha ancora più alimentato e che segnerà un cambiamento importante nelle modalità di circolazione delle merci»

Elena Franco

Per capire la dimensione del fenomeno si possono analizzare i numeri della regione logistica milanese, primo polo logistico in Italia, che oltre al territorio lombardo comprende le province di Novara e Piacenza: 28mila chilometri quadrati che includono il 30% circa del totale nazionale degli spazi in uso agli operatori logistici. Veri e proprio colossi, che si muovono in un quadro normativo incerto: nel nostro paese la crescita del comparto logistico a servizio dell’e-commerce sta avvenendo senza alcuna regolamentazione. Le infrastrutture logistiche oggi sono situate in aree produttive con regime di tassazione ben più basso rispetto alle zone urbanistiche ad uso commerciale.

Questo scenario, tracciato da Elena Franco, spiega perché il mercato degli investimenti immobiliari non residenziali nel terzo trimestre del 2021 sia aumentato del 16% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il rischio è che il mercato renda appetibili aree pensate con logiche datate che si sviluppano nel pieno rispetto delle norme vigenti, ma in contrasto con una visione contemporanea di sviluppo territoriale sostenibile.

Città, aree metropolitane e periferie sono il terreno su cui si giocherà la sfida della rigenerazione urbana: l’ultimo miglio è il campo in cui si dovrà risolvere queste criticità per inserire i colossi della logistica nel tessuto urbano in modo coerente.

In copertina: ph. ©Tom Fisk via Pexels

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Luigi Rucco
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