27-01-2016 2 minuti

L’ingegneria che diventa patrimonio della comunità. Sergio Musmeci in un documentario

La regia è di Vania Cauzillo e il video-racconto è stato realizzato grazie all’avviso #bandoallacrisi della Lucana Film Commission

Sergio Musmeci è stato un ingegnere appassionato di astronomia, musica e arte, da sempre immerso nella ricerca. Pensava che la bellezza stesse nelle formule matematiche e di poterla esprimere attraverso le forme architettoniche. Alla fine degli anni Sessanta, da Potenza è arrivata l'occasione della sua vita: realizzare un collegamento tra l'area industriale e la città. Lo fece immaginando un ponte impostato su forme coraggiose, spessori inconsueti e calcoli statici complicatissimi.

Sulla figura di questo professionista italiano e del suo rapporto con la città del Mezzogiorno è stato realizzato un documentario, "La ricerca della forma", ripercorrendo il percorso professionale e valorizzandolo proprio con la voce originale dell'ingegnere, recuperata in un'intervista del 1978.

L'importante Archivio Musmeci custodito al Maxxi di Roma e il materiale biografico inedito arricchiscono il video realizzato dalla produzione Effenove, start up della cinematografia, nato con l'avviso #bandoallacrisi della Lucana Film Commission, in collaborazione con Maxxi (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo), Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza, Fondazione degli Ingegneri della Provincia di Potenza e Consorzio Industriale della Provincia di Potenza.

Il lavoro, che porta la firma in regia di Vania Cauzillo, sarà presentato in anteprima al Maxxi di Roma il 29 gennaio, alle ore 18.00. Seconda data a Potenza: il 5 febbraio alle 19.00 al teatro Francesco Stabile.

Il ponte di Potenza – quattro campate sottili in cemento armato che scavalcano un fiume, una ferrovia e strade di città, più un camminamento interno –  fu una sfida importante, nata grazie all'ostinazione di Gino Viggiani, allora alla guida del Consorzio Industriale, committente dell'opera, e allo sforzo delle maestranze locali, impegnate in un cantiere insolito per forme e metodi costruttivi. Anni dopo, nel 2003, è stata la prima opera infrastrutturale ad essere vincolata come opera d'arte. Il racconto della nascita del Viadotto sul Basento è il racconto di un'impresa collettiva, che nasce col genio dell'ingegnere romano e poi diventa patrimonio di una comunità intera. Il documentario affronta questo percorso mescolando linguaggi differenti. 

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