L’ex Ansaldo si apre alla città. Da acciaieria dismessa a luogo di incontro e produzione
La nuova fabbrica della creatività milanese è progettata da Onsitestudio. "É un posto unico, che tuttavia potrebbe replicarsi in ogni città del mondo"
"Il progetto si concentra sulla relazione tra le grandi aule ex-industriali, finora vuote e in attesa di destinazione, e una serie di piccoli e grandi volumi che contengono i servizi, accuratamente disposti nello spazio a creare una sorta di città, di micro-urbanistica, di spazi urbani fatti di slarghi, strade, grandi e piccole piazze popolate giorno e notte"
Partiranno a maggio i lavori di ristrutturazione degli spazi dell'Ex Stecca delle Acciaierie Ansaldo nel cuore della zona Tortona. Finito il Salone del Mobile e a ridosso dell'apertura di Expo 2015, Milano vedrà partire un nuovo cantiere: un'area industriale sarà riqualificata e sostituita da un punto di riferimento per la cultura, multidisciplinare e attenta ai linguaggi della contemporaneità, pensata per l'incontro e la produzione creativa.
"La diversità come punto di forza, la cultura come linguaggio, il luogo come spazio d’incontro aperto e partecipativo fra idee, opportunità e produzione". Con questi messaggi Arci Milano, Avanzi, esterni, h+, Make a Cube3, insieme al Comune, dopo essersi aggiudicati lo scorso luglio il bando pubblico per la gestione degli spazi per i prossimi 12 anni, stanno sviluppando un progetto per la città, che chiama la città stessa a partecipare fin dai suoi primi passi.
Il progetto architettonico è di Onsitestudio, studio di progettazione milanese che sta ultimando in queste settimane la costruzione di un nuovo hotel per Reale Immobili di fronte alla Stazione Centrale di Milano. L'operazione è di circa 6.000 metri quadri distribuiti su due livelli, che si estendono tra via Bergognone e via Tortona, corpo centrale dello storico stabilimento Ansaldo, risalente al 1904 e acquistato dal Comune negli anni Novanta con lo scopo di promuovere e diffondere iniziative culturali. Altri 6.000 mq (livelli 3 e 4) sono inoltre interessati da un’opzione per un possibile futuro ampliamento del progetto. Un impianto architettonico di grande fascino, che documenta e testimonia la natura ex industriale della città, e in particolare di zona Tortona, divenuta oggi polo di riferimento del design e della moda Made in Italy a livello internazionale, ma anche cuore pulsante di uno dei distretti creativi più vivaci della città.
I cinque partner culturali aggregati sul progetto sono tra i più rappresentativi operatori culturali e di innovazione sociale milanese: un gruppo eterogeneo, con competenze diversificate e complementari e ampie reti relazionali, che ha voluto e saputo mettere a fattor comune le proprie diverse esperienze in materia di progetti culturali per immaginare l’Ex-Ansaldo quale futuro punto di riferimento per l’industria della creatività nelle sue varie forme.
"L’Ex-Ansaldo sarà una moderna “fabbrica” di produzione culturale dove incubazione, produzione e fruizione coesistono in un unico spazio per la formazione, la creatività, gli eventi, l’impresa, la ristorazione e il tempo libero. Al suo interno – spiegano i promotori – si produrranno idee e imprese, si coprirà tutto il ciclo dei prodotti, per far sì che ricerca e sperimentazione possano diventare motore di crescita sociale e culturale. Un acceleratore nella creazione di brand culturali e di imprese della creatività del tessuto cittadino, per sviluppare economia virtuosa e rigenerativa. Un luogo aperto a tutta la città ma dal respiro internazionale dove far crescere le proprie idee e i propri progetti in una dimensione collettiva".
Sulla base di questa filosofia d’intenti, sono state individuate le principali funzioni degli spazi, tradotte nel progetto architettonico di Onsitestudio: grandi spazi di incontro, di studio, di riflessione e di lavoro – luminosi, fluidi, aperti anche di notte – con laboratori e negozi, sale prova e palchi, serre e cucine. Tutti collegati e in dialogo tra loro dove giovani e meno giovani possano incontrarsi, comunicare, creare o semplicemente riposarsi.
Il progetto prevede la realizzazione di spazi per lavorare in piccoli o grandi gruppi in quello che sarà incubatore e laboratorio, banco di prova e acceleratore per imprese e associazioni, per investitori di venture capital ed early adopter, per progettisti e ricercatori. Uno spazio dove speriamo che tutto diventi possibile e dove le diversità saranno forza creativa e sicurezza.
Le due grandi sale al pianterreno saranno il luogo di partenza alla scoperta degli spazi dell’Ex-Ansaldo e ospiteranno un bar-gastronomia sempre aperto, un bookshop, un cinemateatro, diversi palchi a disposizione per prentazioni e spettacoli con un fitto programma di eventi.
Salendo al primo piano, invece, sarà possibile immergersi in un mondo fluido e in continua evoluzione, composto da diversi spazi sempre in sinergia tra loro: il co-working sarà a stretto contatto con i laboratori, favorendo una contaminazione reciproca e genuina; l’ostello sarà anche una residenza per ospiti e artisti di passaggio, un po’ come una seconda casa, un recapito provvisorio ma personale; il ristorante, tra laboratorio e azienda agricola, valorizzerà la produzione e la trasformazione di materie prime.
Saranno questi i luoghi di nascita di progetti che al centro del proprio ragionamento economico hanno la produzione di beni e servizi comuni, la loro conservazione e il loro sviluppo. Un luogo in cui l'utilità pubblica sarà generata dall’azione privata. Vi saranno inoltre, sale prova, una sala giochi, una piccola Arena, un teatro, spazi per spettacoli, cinema, prove teatrali e prove di danza, presentazioni ed eventi serali.
Il progetto si concentra sulla relazione tra le grandi aule ex-industriali, finora vuote e in attesa di destinazione, e una serie di piccoli e grandi volumi che contengono i servizi, accuratamente disposti nello spazio a creare una sorta di città, di micro-urbanistica, di spazi urbani fatti di slarghi, strade, grandi e piccole piazze popolate giorno e notte. É un posto unico, che tuttavia potrebbe replicarsi in ogni città del mondo. Un posto che paradossalmente non c’è ancora, ma di cui ogni città avrebbe bisogno. Un posto che nasce a Milano e da Milano si proietta verso il mondo.
L'area di intervento era già stata oggetto di progettazione esecutiva da parte dello studio di David Chipperfield coinvolto da 15 anni nella definizione del nuovo Museo delle Culture inaugurato il 27 marzo tra le polemiche. "Lavori fatti male, non firmo questo museo" ha dichiarato l'architetto inglese. Nel progetto iniziale, stralciato poi dalle opere realizzate, anche in quest'area era previsto un uso espositivo.
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