Le priorità per la Roma di Berdini: regia pubblica, infrastrutture, manutenzione e giovani
Il neo-assessore della capitale si presenta all’Inarch e all’Acer: "pronte 200 occasioni di lavoro per la città"
"Bisogna concludere il prima possibile la stagione delle deroghe. Bisogna ricostruire la Pa, solo partendo da qui si potrà dare ampia possibilità agli interventi privati"
Cinque nuove linee di tram. Il prolungamento della linea B della metropolitana. Lo sblocco del Print di Pietralata. Un centro di sperimentazione a Tor Vergata pensato per capitalizzare le energie dei giovani. Un bando per lo Spallanzani che sta cadendo a pezzi. Ma soprattutto, 200 progetti frutto di altrettante convenzioni trovate chiuse nei cassetti. Queste le iniziative concrete che il neo-assessore di Roma, Paolo Berdini, con la doppia delega ai lavori pubblici e all’urbanistica, ha elencato alla platea di professionisti e costruttori riuniti in un evento pubblici organizzato dall’Inarch e dall’Acer.
Nell’ultimo anno a Roma sono crollati due palazzi, senza terremoto. C’è stata la corsa alla candidatura per le Olimpiadi bloccata dalla sindaca Raggi nei giorni scorsi. Traffico, manutenzione urbana, rifiuti e inquinamento sono temi all’ordine del giorno. Ma qual è la grande idea di Roma secondo il nuovo assessore della capitale? “Tornare ad un’altissima regia pubblica. Viviamo nell’anarchia più assurda e questo è il tarlo – ha dichiarato Berdini – bisogna concludere il prima possibile la stagione delle deroghe. Io faccio apologia del pubblico nella consapevolezza che dalla metà degli anni ’80 il pubblico non c’è, ma bisogna ricostruire la Pa. Solo partendo da qui si potrà dare ampia possibilità agli interventi privati”.
“Non bloccherò nulla – ripete Berdini – di quanto è stato deciso precedentemente, a patto che stia nelle regole. Dobbiamo accorciare la distanza tra centro e periferia, con i privati bisogna trovare le convergenze economiche per rendere possibili le iniziative”. Intanto però resta nel limbo la maxi-trasformazione prevista con lo stadio a Tor di Valle e le infrastrutture metropolitane non sono all’altezza di una capitale europea.
Berdini anticipa che è in calendario a giorni una memoria per le torri dell’Eur, dopo l’annuncio di Telecom di abbandonare il progetto del nuovo headquarter. E a breve si sbloccherà anche l’area dell’ex Fiera. “Questione di giorni” dice Berdini per queste due grandi operazioni.
“Abbiamo 200 convenzioni che stanno dentro il cassetto: 200 occasioni di lavoro per la città, dimenticate in questi anni probabilmente perché ci si è concentrati quasi esclusivamente sullo stadio della Roma – attacca il neo-assessore -. Sono passati 90 giorni dal mio incarico, inizierò presto a lavorare su questo tema con una sinergia forte con le associazioni di categoria. Basterebbe sbloccarne almeno il 60% – dice – se in ciascuna si attivasse un milione di risorse pubbliche, ci sarebbero tante nuove opportunità per professionisti e imprese”.
Il professore dell’Università di Tor Vergata guarda con un occhio di riguardo al suo ateneo e ricorda che “Roma è una città con 200mila studenti, cervelli in fuga che non trovano luoghi adatti per esercitare la sete di prospettive. Cosa fare quindi dei 300 ettari inedificati a Tor Vergata? Qui – spiega – si può realizzare un polo di eccellenza”. Berdini sposa il progetto di riuso delle Vele di Calatrava come serra, con un ampio orto botanico, e cita i grandi operatori attivi nel quadrante di Pomezia “che non vedono l’ora di investire in innovazione e nei giovani. I privati ci guadagnerebbero, con ricadute dirette sul futuro dei giovani”.
Berdini ha annunciato anche di aver dato mandato di realizzare un censimento degli uffici pubblici destinati a servizi, per capire dimensioni e caratteristiche. “Coinvolgeremo anche le imprese per valutare quali nuovi usi possibili e inizieremo come ente pubblico – dice l’assessore – a realizzare i fascicoli del fabbricato”.
L’assessore accoglie con favore la sfida dei concorsi richiesta dai progettisti, e annuncia che il primo ad essere bandito a Roma sarà per la nuova sede dell’Istat. Si ricordi però che un concorso per il polo dell’Istat era già stato fatto dieci anni fa con una gara indetta dal ministero delle Infrastrutture. L’esito? Una “caverna bioclimatica” firmata da Mario Cucinella e Grandi Progetti arenata dopo ricorsi al Tar e indecisioni strategiche di committenza e Pa.
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