L’Anas e i concorsi: strumento vulnerabile ma un’opportunità per non imporre i progetti dall’alto
Intervista a Giovanni Magarò, Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori Ingegneria e Sviluppo Rete Responsabile Ambiente di Anas
"Bisogna essere efficaci in termini di esperienza, talento e risultato. Anas assumerà il cavalcavia quale elemento simbolico e identitario della rete stradale di competenza e di una nuova filosofia di progettazione"
"Il concorso di architettura non costituisce un fine in sé ma un mezzo, con l’obiettivo di innalzare il livello di esigenza della committenza pubblica per promuovere la qualità. Può essere però anche un edificio fragile, un processo fatto di tappe, ciascuna da realizzare con cura e devono essere i committenti a garantire che ogni fase si traduca correttamente in quella successiva: elaborazione del programma, organizzazione del concorso, profilo della giuria, proclamazione dei risultati e, quando necessario, apertura del dibattito pubblico". E' questa la riflessione che fa Giovanni Magarò, responsabile dell'architettura nella sezione Progettazione dell'Anas, sul tema del concorso. Magarò è stato il responsabile delle procedure concorsuali per la gara internazionale "Il Ponte, il Tunnel e la Storia" indetta dall'Anas nel 2004 ed è oggi il Rup del concorso "Reinventa il cavacavia".
Architetto, come è nata l’idea di quest'ultimo concorso promosso dall'Anas per ideare il prototipo di un cavalcavia?
Intendiamo investire per cambiare. Anas è una committenza che investe nel cambiamento e vogliamo attivare energie nuove per fare. È importante oggi trovare nuovi modi per dare forma alle strade del futuro e per ottimizzare le risorse disponibili finalizzandole alla rigenerazione e alla qualità del territorio. Il concorso (termine per la consegna 31 marzo 2016) vuole valorizzare e promuovere forme di ricerca progettuale sul tema della strada nell’area italiana caratterizzata da elementi paesaggistici-ambientali di pregio attraverso azioni integrate e congiunte. Inoltre, l’obiettivo è anche quello di stimolare il mercato a partecipare alle fasi creative e di ricerca propedeutiche alla realizzazione del progetto per trovare soluzioni all’avanguardia. Il concorso rappresenta una importante occasione di crescita professionale e di coinvolgimento in un percorso che troppo spesso viene visto come “calato dall’alto” e distante dal cittadino.
Qualche novità in questo bando?
Abbiamo cercato di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività. I concorrenti parteciperanno ad un procedimento che verrà gestito esclusivamente in modalità digitale che offrirà la possibilità di ridurre significativamente i costi.
L’investimento che faranno sarà legato esclusivamente all’essere i più efficaci in termini di esperienza, talento e risultato.
Concretamente cosa vi aspettate dalle proposte e come pensate di utilizzarle/applicarle?
Stiamo lanciando questo invito a presentare progetti innovativi al fine di prefigurare ciò che la rete di interesse nazionale di domani potrebbe essere. Ogni concorrente è invitato a presentare le proprie idee su come portare nuova vitalità all’eccezionalità del paesaggio italiano. Mi auguro che ogni concorrente, singolo o associato, dispieghi la sua creatività liberamente per immaginare i progetti che vorrebbe vedere realizzati nei prossimi anni.
Anas assumerà “il cavalcavia” quale elemento simbolico ed identitario della rete stradale di competenza – similarmente all’immagine iconica delle case cantoniere – e di una nuova filosofia di progettazione che intende legare il territorio italiano e le strade che lo attraversano.
Su quali temi consiglia di lavorare?
Ricerchiamo una capacità progettuale da verificare con il mondo della produzione industriale con cui i progettisti e i designer sono chiamati a collaborare (carpenterie metalliche, prefabbricazione componentistica, verniciature, etc.).
È necessario intervenire sovrapponendo le discipline, moltiplicando le soluzioni, stimolando sistemi non convenzionali e contaminazioni positive.
Il concorso è improntato al contenimento dei costi, all’uso razionale delle risorse, all’individuazione di soluzioni che siano in grado di offrire ad ANAS il maggior numero di effetti positivi nei vari contesti. Un’idea innovativa, con una particolare attenzione ai concetti di sostenibilità e al “life cycle assessment” (LCA), che possa risultare unica nel panorama internazionale.
Segnalo che per il nuovo Ponte sul fiume Po a Piacenza ANAS ha ottenuto la Dichiarazione Ambientale di Prodotto – prima opera, in campo internazionale per la categoria ponti stradali – attraverso l’analisi del ciclo di vita del ponte, metodologia standardizzata dalle norme tecniche ISO 14040-44. Nell'ambito di Inertia 2015, l’evento specializzato sui rifiuti inerti e gli aggregati naturali, riciclati e artificiali, tenutosi alla Fiera di Ferrara dal 23 al 25 settembre, è stato organizzato il I Premio per la Sostenibilità delle Opere, rivolto a tutte le Stazioni Appaltanti. La commissione aggiudicatrice, ha riconosciuto all'ANAS una menzione speciale per l'utilizzo dell’EPD (Environmental Product Declaration) in una struttura complessa: il nuovo Ponte sul fiume Po a Piacenza, vogliamo proseguire nel migliorare le nostre performance ambientali.
Altrettanto innovativo vuole essere il contributo che offriranno i progettisti alla comunicazione ambientale per la gestione dei conflitti ambientali e territoriali.
Anas aveva indetto tre maxi concorsi nel 2004: Ponti sull’Arno, il tunnel di Mestre e un museo a Reggio Calabria. A che punto stanno quei progetti?
Alcuni non hanno avuto corso perché gli interventi ad essi correlati non sono più ritenuti prioritari (imbocchi del Tunnel di Mestre) altri saranno ripresi, rimodulati e rivisitati in futuro (museo lungo l’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria) configurandosi come opere connesse ad altri interventi in fase di completamento. L’unico progetto attivo di quella tornata concorsuale è quello dei Ponti sull’Arno.
A che punto siamo con questo progetto toscano?
Il progetto della SS 67 Tosco-Romagnola. “Riclassificazione della SP 34 quale SS 67 con interventi di Adeguamento, compresa la variante dell'abitato di Vallina” anche noto come i “ponti di Vallina” si farà. È un’opera strategica che garantirà una rete infrastrutturale più efficiente per Firenze ed il suo hinterland.
Negli ultimi mesi si sono svolti una serie di incontri importanti per l’avanzamento del progetto: il primo in data 4 novembre 2015 presso il Ministero delle Infrastrutture con il Vice Ministro Riccardo Nencini, il Responsabile del settore “Infrastrutture di trasporto strategiche” della Regione Toscana, i Sindaci dei Comuni interessati: Fiesole, Bagno a Ripoli e Pontassieve e naturalmente Anas. Successivamente alla presenza del Vice Ministro e dei Sindaci il progetto è stato presentato dall’Anas alla cittadinanza presso una sala pubblica prossima all’area dove verrà realizzata l’opera. Il plauso all’iniziativa ed alle caratteristiche dell’intervento è stato benaugurante per il prossimo iter approvativo.
Anas sta completando l’istruttoria della revisione del progetto definitivo redatto dai progettisti vincitori del concorso – non le nascondo che abbiamo avuto qualche difficoltà nel gestire un gruppo di progettazione straniero che non aveva esperienze similari in Italia – al fine di dare avvio alle procedure autorizzative secondo la normativa delle infrastrutture strategiche la cosidetta “Legge Obiettivo” con Valutazione d’Impatto Ambientale, localizzazione urbanistica e apposizione del vincolo preordinato all’esproprio. In esito all’approvazione del CIPE si potrà procedere alla redazione ed alla validazione del progetto esecutivo, all’attivazione della procedura di gara per l’esecuzione dei lavori, all’affidamento ed alla realizzazione finale.
Qualche settimana fa l'Anas ha annunciato un'iniziativa per la valorizzazione delle case cantoniere, perché non si è scelta la via del concorso?
Gianni Vittorio Armani è Presidente di Anas dallo scorso 18 maggio e nell’ottica del rinnovamento aziendale avviato ha inteso puntare su un recupero dell’efficienza, valorizzando i talenti e le eccellenze che sono presenti all’interno dell’Anas. Abbiamo la competenza e le professionalità per riuscirci.
Altri concorsi Anas svolti che hanno portato esiti concreti?
Non ho memoria negli ultimi quindici anni di altri concorsi di progettazione con tali caratteristiche.
Concorsi in arrivo?
Potrebbero esserci altri concorsi di progettazione su cui però in questa fase dobbiamo mantenere il riserbo.
Quali sono le difficoltà e le opportunità per una struttura come la vostra nel scegliere o meno la via del concorso?
L’abitudine di bandire concorsi di architettura è molto antica ma è nel ventesimo secolo che l’istituto del concorso ha assunto un aspetto più istituzionale, con regole collettivamente riconosciute e procedure sempre più formalizzate rimanendo comunque un utile terreno di confronto delle idee e un tramite importantissimo per l’accesso dei giovani alla concreta esperienza progettuale.
Le considerazioni espresse da Lodovico Belgiojoso, più di trent’anni fa, in un’intervista condotta da Cesare De Seta (Intervista sul mestiere di architetto – Saggi tascabili Laterza 1979) sono ancora oggi di grande attualità: “… Ritengo l’istituto dei concorsi molto vulnerabile sotto tanti aspetti; considero però che abbia un’insostituibile funzione di stimolo e che rappresenti una fondamentale occasione di confronto. Costituisce infatti l’unico momento in cui gruppi professionali e personalità diverse si impegnano ad affrontare un tema comune, rendendo così possibile il paragone fra gli apporti delle diverse tendenze. Oltre a permettere, almeno in teoria, la selezione del miglior prodotto all’interno di una gamma di proposte alternative e ad offrire la possibilità anche ai meno noti di farsi conoscere…”
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