26-10-2015 4 minuti

La ricetta delle Capitali della cultura: Marsiglia ha investito sulla città esistente

Capitale italiana 2016? In lizza Aquileia, Como, Ercolano, Mantova, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni

"Marsiglia è una città antica quindi la nuova architettura è stata uno shock. Ora i residenti sono molto orgogliosi. La svolta è stata quindi offerta dall’assegnazione di capitale europea della cultura"

Alexandre Sorrentino

Nel 2019 Matera sarà capitale della cultura e quest’anno tutte le altre cinque città italiane in lizza per il titolo europeo sono ‘capitali della cultura’ (leggi le sei interviste ai sindaci delle città candidate). Nel 2016 sarà capitale italiana della cultura una città che domani sarà scelta dal Mibact: si contendono il titolo Aquileia, Como, Ercolano, Mantova, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni.

Il riconoscimento è un premio e un’opportunità e tra le città che meglio hanno valorizzato questa sfida c’è la città francese di Marsiglia, Capitale nel 2013, che ha dimostrato come questo titolo possa avere ricadute concrete sulle trasformazioni e il rilancio di parti di città dismesse o degradate. L’operazione MA2013 ha interessato anche la rigenerazione dell’area portuale dove in pochi anni sono diventate realtà alcune opere iconiche come il Silo di Roland Carta, il MUCEM di Rudy Ricciotti e Roland Carta, il Regional Center of the Mediterranean di Stefano Boeri e poco lontano il FRAC di Kengo Kuma. In queste nuove architetture sono stati programmati eventi artistici e culturali capaci di richiamare l’attenzione di cittadini e turisti grazie a questa intensa e rinnovata centralità urbana.

“Marsiglia è una città antica quindi questa nuova architettura è stata, per qualche tempo, uno shock. Ora i residenti sono molto orgogliosi. La svolta è stata quindi offerta dall’assegnazione di capitale europea della cultura. È stato un segno di cambiamento nella percezione di tutti” ha dichiarato Alexandre Sorrentino, Direttore delle relazioni internazionali e progetto di territorio, Euroméditerranée.

Marsiglia 2013 si è inserita però quasi integralmente entro un più vasto programma di rinnovamento urbano: il cosiddetto Euroméditerranée Urban Development Agency (EPAEM) lanciato vent'anni fa (1995), con il supporto del Governo francese, dell’Unione Europea, della Città di Marsiglia e del Marseille Provence Métropole Communauté Urbaine. Il programma ha interessato, e interessa tutt’oggi, una superficie di 480 ettari (il programma iniziale ne prevedeva 310) rappresentata dai quartieri e dalle aree prossime al porto della città di Marsiglia. Dal 1995 a oggi il programma di sviluppo urbano è proseguito senza sosta con l’intento di migliorare la qualità della vita fornendo abitazioni e spazi pubblici, strutture e servizi locali, attraverso piani di recupero e rigenerazione dell’esistente. Complessivamente si parla di un milione di mq di uffici, 24.000 alloggi nuovi o ristrutturati, 200.000 mq di servizi e 60 ettari di parchi e spazi pubblici nuovi o rinnovati. "Tra il 1970 e il 1995 Marsiglia ha perso 150.000 abitanti e 50.000 posti di lavoro. La situazione non era buona. In Rue de la République e dintorni, delle 5.000 residenze quasi 2.000 erano vuote. Le altre erano in uno stato fatiscente. Quando nel 1995 è stato creato il progetto Euroméditerranée – ha raccontato François Jalinot, Direttore Generale di Euroméditerranée – uno degli obiettivi era quello di rinnovare l’area e di riportare al suo interno la popolazione”.

In un’area che per trent’anni non ha visto investimenti in edilizia è stato lanciato quindi un programma per prime case, nella stessa area sono sorti un hub per telecomunicazioni e un centro per gli affari (“CMA-CGM Head Quarters” a firma di Zaha Hadid) di rilevanza per il sud dell’Europa e si è dato vita in Rue de la République, al più ampio progetto di restauro di edifici haussmaniani di Francia. “I risultati complessivi sono positivi. Le operazioni sono supportate dal 74% dei marsigliesi. E la popolazione è di nuovo in crescita. A Marsiglia – continua François Jalinot – si traferiscono 5.000 nuovi abitanti ogni anno. Molti di loro lavorano nella zona dell’Euroméditerranée. Dal 1995, 800 aziende vi si sono stabilite con la creazione di 18.500 posti di lavoro".

Entro il 2020 il paesaggio urbano di Marsiglia, in particolare l’area portuale più centrale la cosiddetta ‘Cité de la Méditerranée’ (un’area di 60 ettari lungo il waterfront che unisce Fort Saint Jean e Arenc), saranno soggetti a ulteriori cambiamenti grazie ad un mix di progetti che prevede nuova edilizia sociale, crescita economica, occupazione e rispetto per il patrimonio e l’ambiente: accanto alla torre CMA-CGM di Zaha Hadid è già in cantiere il complesso Arenc Quays di Jean Nouvel, Yves Lion, Jean-Baptiste Pietri e Roland Carta, non lontani ci sono l’Euromed Center di Massimiliano Fuksas, in fase di completamento (frutto di un concorso internazionale vinto nel 2006). Ultima novità sono Les Docks progettati dallo studio italiano 5+1AA.

Certo, per comprendere il successo di EPAEM e le ricadute positive sul contesto bisognerà attendere del tempo e allargare lo sguardo sull’intera area metropolitana. Già oggi però è facile osservare, anche ai più annoiati osservatori e critici, come le architetture e gli spazi urbani ritagliati e progettati tra le architetture iconiche e tra quelle più ordinarie siano diventati vitali luoghi di incontro e socializzazione entro una sequenza di spazi che connette il vecchio con il rigenerato.
 

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