La Biennale italiana di Salimei: reinventare gli oggetti delle coste italiane
La Biennale italiana di Salimei: reinventare gli oggetti delle coste italiane
Presentato, alla presenza del ministro Giuli, "TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare”, il Padiglione Italia che aprirà i battenti a maggio
«La mia infanzia l’ho passata a Venezia, anche se sono nata a Roma, e stare a Venezia significa stare dentro l’acqua. Per molto tempo ho cercato di capire da dove venisse questo amore per il mare». Inizia così, con un ricordo personale, il racconto dell’allestimento per il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025 da parte della curatrice Guendalina Salimei. Dal titolo “TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare”, il progetto espositivo è stato presentato oggi, 14 marzo, presso la Sala Spadolini del ministero della Cultura a Roma, alla presenza del ministro Alessandro Giuli, del presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco e di Angelo Piero Cappello, commissario Padiglione Italia e direttore generale Creatività contemporanea.
«L’idea fondante del progetto è quella di guardare l’Italia dal mare, di adottare una prospettiva diversa, e di ripensare questo confine tra terra e acqua come un sistema integrato. Un’integrazione tra architettura, infrastrutture e paesaggio» ha spiegato Salimei
Un team multidisciplinare quello che affianca l’architetta romana impegnata in numerosi progetti di trasformazione della costa italiana, da Napoli a Messina, ma soprattutto per il progetto del Chilometro Verde al Corviale a Roma. Nella sua squadra ci sono antropologi, biologi, naturalisti, che hanno contributo a creare un «tour contemporaneo attraverso gli 8.300 km di costa italiana». Un «vero e proprio romanzo che indaga su una nostra dimenticanza, dell’essere terra in mezzo al mare» l’ha definito Buttafuoco nel suo intervento, facendo riferimento al Mediterraneo come crocevia di intelligenze, che per la sua posizione centrale permette di guardare al futuro. Un allestimento che verosimilmente affronterà i temi della valorizzazione dei territori, dell’esplorazione, valorizzazione e riuso di strutture esistenti, della riconversione dell’archeologia industriale, della tutela storico-architettonica ma anche ambientale degli elementi costieri, della «reinterpretazione degli oggetti». «Noi possiamo veramente reinventare cose, come gli ecosistemi di comunità, lo sviluppo di nuove tematiche strategiche e progettuali» ha detto Salimei. Un tema, quello del rapporto dell’intelligenza del mare e tra terra abitata e acqua, che si inserisce nel tema generale della 19. Mostra internazionale di architettura curata da Carlo Ratti, dal titolo Intelligens. Natural. Artificial. Collective, arrivato appena prima della presentazione del progetto della curatrice, ma con il quale è entrato subito in relazione, ha precisato lei.
Al centro il concetto di confine, che diventa luogo privilegiato di sperimentazione dove diversi elementi che compongono la costa, la natura ma anche le città del litorale del nostro Paese possono essere reinterpretati, dandone un nuovo uso. Dai fari ai reperti archeologici, dalle zone umide alle infrastrutture sottomarine che oggi scorrono sul fondo del mar Mediterraneo, tutto può essere valorizzato. «E questo è un tema fondamentale – ha proseguito l’architetta – proprio per la resilienza dei territori, per la conservazione di un patrimonio naturale, storico e architettonico, per un dialogo equilibrato tra terra e mare». Ancora, l’allestimento esplorerà i temi delle cesure determinate da aree portuali, strade e insediamenti turistici che dividono città e mare. Importante anche la riflessione sui waterfront «aree che tutto il mondo ci invidia, ma che sono abbandonate o usate come parcheggi, divise dai muri, divise dai grandi cancelli – ha spiegato –. Questo sarebbe un grande lavoro di rigenerazione urbana che potrebbe trasformare tantissime città in luoghi vivibili, accessibili in grandissimi spazi pubblici». Waterfront sui quali Salimei con il suo TStudio è al lavoro che in tutt’Italia è un tema affrontato da molti. In questi giorni anche al Mipim di Cannes con la presenza di città e Regioni del Mezzogiorno, della Zes Unica impegnata sulla rigenerazione del Sud e dell’Agenzia del Demanio.
Le tematiche del Padiglione sono state oggetto anche di un call per visioni e progetti, recentemente conclusasi, per la quale sono arrivate seicento candidature. Una pluralità di voci ha detto la curatrice, piccoli e grandi (presenti anche alcune scuole) provenienti da settori diversi non solo dell’architettura, ma ad essa complementari. Queste proposte saranno riunite in un allestimento, anche se Salimei non ha potuto scendere nei dettagli, su modello di una wunderkammer, sia attraverso un sistema digitale che del tradizionale disegno, con l’obiettivo di creare un dialogo.
Infine, il public program, per il quale si sono candidate amministrazioni – prima tra tutte le autorità portuali – organizzazioni e università. Il catalogo sarà invece composto da tre volumi, «come un portolano di navigazione» l’ha chiamato Salimei, con il primo che raccoglierà riflessioni tecniche e voci autorevoli del settore, il secondo che sarà il vero e proprio catalogo e il terzo che racconterà il public program.
«Credo che un progetto come quello che sta per prendere forma dentro il padiglione architettura della Biennale sia la dimostrazione che non c’è niente di scontato – ha dichiarato il ministro Giuli –. E se c’è qualcosa di scontato è la nostra capacità, insita nella nostra origine, nella nostra tradizione, nel nostro genio primordiale, di misurarci con la realtà, con una forza di volontà, fatta di ricerca, di sapienza, di amore, per l’uomo e per il suo rapporto con una natura che dell’uomo può fare a meno».
Guendalina Salimei è stata nominata curatrice del padiglione lo scorso ottobre, scelta dallo stesso ministro Giuli tra un rosa di tre candidati, selezionati tra dieci dossier finalisti – su un totale di 48 candidature pervenute – dalla commissione di valutazione dell’avviso pubblico a due fasi promosso dalla Direzione generale Creatività contemporanea del Mic, presieduta da Angelo Piero Cappello. È lo stesso ministero a stanziare 800mila euro per il Padiglione, al quale si aggiungeranno gli altri sponsor in via di formalizzazione.
La 19. Mostra internazionale di architettura aprirà i battenti il prossimo 10 maggio e si concluderà il 23 novembre.
In copertina: ©Andrea Avezzù-Courtesy of La Biennale di Venezia

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