L’Agenzia del Demanio verso un futuro data driven

24-10-2024 Chiara Brivio | Maria Racioppi 2 minuti

Con digitalizzazione e Ia, l’Ente punta a creare valore economico, sociale e ambientale nella gestione di 44mila immobili statali

L’Agenzia del Demanio apre il dibattito sulla digitalizzazione e innovazione tecnologica nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico in un convegno dedicato al tema che si è tenuto recentemente a Roma, con la partecipazione di rappresentanti di istituzioni, enti di ricerca, università ed esperti del settore. Tre le direttrici su cui si è articolato il confronto: innovazione, digitalizzazione e sostenibilità.

Quanto emerge è che, attraverso l’adozione di strumenti all’avanguardia come il Bim, il digital twin, gli smart building e l’intelligenza artificiale, che stanno rivoluzionando la gestione degli immobili pubblici, migliorando la qualità progettuale e la pianificazione degli interventi,


l’Agenzia punta verso un futuro data driven, puntando a creare valore economico, sociale e ambientale nella gestione di circa 44mila immobili statali.


«È possibile coniugare la tecnologia con il nostro patrimonio immobiliare, soprattutto se pensiamo ad un patrimonio storico, artistico che è memoria del nostro passato e supporto all’identità del cittadino – ha detto Alessandra dal Verme, direttore dell’Agenzia, in apertura –. La visione dell’Agenzia del Demanio è quella di dare centralità all’utenza, che per noi sono le amministrazioni pubbliche, i cittadini, la collettività, coloro che occupano gli immobili».

Fabrizio Tucci, professore ordinario della Sapienza Università di Roma e direttore area progettazione ambientale della struttura per la progettazione dell’Ente, ha sottolineato come «la qualità della progettazione si basa su due elementi chiave: la capacità anticipatrice del progetto e la dimensione umana. Il progetto si rapporta allo smart environment che è l’insieme dei mondi dell’intelligenza artificiale e nel quale si deve immergere se vuole qualità» sottolinea l’importanza di un cambiamento sistemico.

In parallelo, Mario Nobile, direttore generale di Agid – Agenzia per l’Italia digitale, ha posto l’accento sulla sfida della regolamentazione, lamentando come l’eccessiva burocrazia rallenti l’adozione delle nuove tecnologie. «Viviamo in un surplus di tecnologia, ma non sempre siamo in grado di utilizzarla al meglio» ha affermato, richiamando l’attenzione sulla necessità di semplificare il quadro normativo per favorire l’innovazione.

Al centro della discussione anche le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica per valorizzare gli immobili pubblici, tra le quali il digital twin, protagonista di un progetto del Demanio con La Sapienza e l’Agenzia del Demanio, atto ad emanare una serie di linee guida per questa tecnologia per l’ambiente costruito, con la realizzazione nel gemello digitale di due prototipi per il Quirinale e Palazzo San Felice, come ha spiegato Fabrizio Cumo, docente dell’Ateneo romano. «Il digital twin ci consente di migliorare le performance e monitorare costantemente i consumi e i costi, con risparmi enormi per il Paese» ha proseguito Massimo Babudri, direttore servizi al patrimonio dell’Agenzia del Demanio.

Non solo edifici, ma anche la scala urbana. Sabino Titomanlio, direttore dell’Urban mobility business unit di Movyon, società del Gruppo Autostrade per l’Italia, ha proposto l’idea di creare dei gemelli digitali per intere città, raccogliendo dati da più fonti per gestire al meglio la complessità urbana. «Non basta digitalizzare i singoli edifici, è necessario creare gemelli digitali per le città, superando i silos dei vari settori e promuovendo una visione olistica e interconnessa delle città del futuro» ha spiegato.

Nel corso del dibattito, si è anche parlato del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sul patrimonio costruito. Antonio Navarra, presidente del centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, ne ha sottolineato i possibili impatti: «l’adattamento ai fenomeni del cambiamento climatico è una questione locale. Bisogna costruire mappe del rischio per individuare le aree più vulnerabili e collaborare per aumentare la resilienza delle città italiane».

 

In copertina: ©DZMITRY

 

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