Innovazione e crescita e-commerce, l’impatto del Covid-19 su logistica e real estate
In trasformazione i manufatti per stoccaggio e gestione delle merci, Firenze prime rent nazionale
Ormai nel pieno della seconda ondata di Covid-19 e con la gran parte delle Regioni “arancioni” o “rosse”, nel mondo del real estate, e non solo, si sta sempre più consolidando l’idea che la crisi sanitaria ed economica siano degli acceleratori di mutamenti già in essere nel mercato. Un dato che si conferma anche per quanto riguarda un comparto sempre più importante del mondo immobiliare: quello degli spazi dedicati alla logistica. Qui negli ultimi anni si stanno sviluppando innovazioni molteplici che vanno dalla gestione dei magazzini, a quella dei trasporti, grazie all’utilizzo di mezzi sempre più avanzati dedicati alla raccolta e analisi dei dati. Un approccio basato su elementi concreti e che permette quindi di reagire velocemente agli imprevisti, ottimizzando i processi e riducendo gli sprechi di tempo anche per quanto riguarda la movimentazione interna, in particolare nella fase di picking.
A sottolinearlo la ricerca dell’Osservatorio contract logistics “Gino Marchet” della School of management del Politecnico di Milano. Un risultato confermato anche dall’ultima edizione del Borsino immobiliare della logistica, documento redatto da World capital real estate group insieme a Nomisma. «La pandemia ha contribuito allo sviluppo di nuovi trend» spiega il ceo di World capital, Andrea Faini. «In questi mesi sono aumentati sia i magazzini di prossimità che i centri di smistamento. Un periodo particolare che ha evidenziato come sia prioritario il posizionamento degli immobili logistici. Importante, quindi, non solo il concetto del last mile, ma anche la presenza di infrastrutture che garantiscano il flusso dei servizi. Oggi – racconta Faini – per le aziende del settore si conferma l’esigenza di una strategia organica, di una maggiore componente di automazione e, soprattutto, di una particolare attenzione alla sostenibilità dei magazzini».
Il report. L’impetuosa crescita dell’e-commerce, quindi, non ha portato alla scomparsa dei grandi centri di raccolta lungo le autostrade, dove il terreno costa poco e gli spazi sono ampi, ma al continuo aumento del numero dei piccoli magazzini situati vicino ai centri urbani. Un trend che conferma la lunga e continua ripresa dei valori immobiliari per gli ambiti dedicati alla logistica, iniziata circa 15 anni fa. Guardando alle tendenze di filiera, emerge come la pandemia stia influenzando la trasformazione dei manufatti per lo stoccaggio e gestione delle merci, con modalità diverse a seconda della loro tipologia. Spazio quindi ai depositi annessi alle fabbriche, agli impianti di grandi dimensioni per la produzione e distribuzione e ai magazzini dedicati al retail dedicati al rifornimento dei punti vendita, ma non solo. In crescita anche gli impianti per gli operatori dell’e-commerce oltre ai centri di smistamento e consolidamento delle merci e quelli orientati ai servizi per il cosiddetto “last mile” che ormai costellano le grandi città italiane.
Roma e Milano. Anche in queste due città, nucleo delle più grandi aree urbane del nostro Paese, il trend del real estate legato al comparto logistico è in risalita. Una crescita dovuta principalmente alla qualità e unicità del prodotto, ma anche al fatto che in queste aree la domanda risulta maggiore dell’offerta. Ma è Firenze a confermarsi come prime rent nazionale, grazie ad un canone di locazione medio per il nuovo che si attesta sui 60 euro annui al metro quadro, ed ai 51 euro per l’usato.
Foto di copertina ©marcinjozwiak
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