Primo impianto in Italia progettato secondo le linee guida della nuova legge sugli stadi
Una legge che doveva accelerare il processo di ammodernamento degli impianti sportivi italiani, ma che per ora non ha raccolto quanto sperato. Grazie al d.lgs. n. 38 del 2021 l’iter per la costruzione, ristrutturazione, gestione e sicurezza, di tutti gli impianti sportivi, è stato fortemente semplificato, partendo con un semplice “documento di fattibilità delle alternative progettuali”. Dopo tre anni di sostanziale impasse lungo tutto il Paese – dove spicca, da una parte, il progetto del Bosco dello Sport a Venezia, con uno stadio da 16mila posti sopravvissuto grazie ai fondi del Pnrr e, come contraltare, l’immobilismo nella vicenda San Siro, con la recente decisione di non far disputare la finale della Champions League 2027 –, parte il progetto del nuovo stadio dell’Arezzo. L’impianto sarà il risultato di un percorso iniziato al momento dell’acquisto della società sportiva da parte dell’attuale proprietà, appoggiato favorevolmente dall’Amministrazione comunale.
L’area dell’intervento, di proprietà pubblica, si estende per circa 40mila metri quadri a cui si aggiungono altri 15mila mq dell’area di parcheggio e viabilità circostante. Ben 2mila metri quadri di superficie commerciale saranno destinati ai servizi di ristorazione, mentre 800 metri quadri di spazi per le attività direzionali.
Il progetto parte dalla riqualificazione del vecchio stadio, introducendo però una fondamentale chiave di lettura dell’impianto come infrastruttura urbana di servizio, non limitata alla partita settimanale ma capace di attrarre tutti i cittadini nelle diverse fasi della giornata, offrendo un’ampia gamma di attività durante tutto l’anno.
Alla fine della ristrutturazione l’impianto, che prevede 12.500 posti a sedere coperti, otterrà le omologazioni previste dai criteri infrastrutturali indicati dalla Figc, Lega serie A, serie B e Uefa. Il progetto è stato realizzato da M28studio e coordinato dall’architetto Carlo Antonio Fayer, immaginando uno stadio sul modello inglese, capace di regalare una nuova esperienza ai tifosi. La tribuna centrale sarà oggetto di un profondo re-styling estetico e funzionale, mentre quella Maratona demolita così come le due curve, sostituite con tribune laterali dritte che garantiranno una migliore visione del campo. Lo stadio sarà caratterizzato da una nuova copertura che diventerà l’elemento architettonico e tecnologico principale del progetto, grazie all’impianto fotovoltaico e al sistema di raccolta dell’acqua piovana.
«L’integrazione di una nuova area commerciale, la dotazione di nuovi spazi per gli uffici direzionali – dichiara Carlo Antonio Fayer – con aree per ospitare eventi e spettacoli, rappresentano il motore per la sostenibilità economica nel lungo periodo del nuovo impianto sportivo. Gli spazi esterni saranno trasformati in una vera e propria piazza urbana, luogo di aggregazione per la città. Il cuore del nostro progetto è infatti la rifunzionalizzazione di un edificio concepito per soddisfare un’unica funzione, ovvero quella sportiva.
«Lo stadio che abbiamo progettato oggi è invece un’infrastruttura urbana di servizio multifunzionale, un luogo nuovo che arricchisce la città tutta, più comodo ed accessibile, ma soprattutto accogliente e confortevole».
«Le diverse fasi di realizzazione degli interventi sono pensate per garantire la fruibilità parziale dello stadio, in modo da non interrompere le attività sportive in corso di svolgimento, visto che la previsione di fine lavori è fissata per il 2030.
In copertina: Progetto stadio Arezzo ©m28studio
Architettura ArchitetturaChiECome Arte Città Concorsi Culto Cultura Design Energia Festival Formazione Futuro Hospitality Housing Industria Ingegneria Italiani all'estero Legge architettura Libri Masterplanning Milano Norme e regole Premi Progettazione Real estate Retail Rigenerazione Urbana Salute Scommessa Roma Scuola Sostenibilità Spazi pubblici Sport Trasporti Turismo Uffici