Il futuro della pianificazione urbana e territoriale, secondo il Cnappc

28-10-2024 Chiara Brivio 4 minuti

Il comitato scientifico, guidato da Carlos Moreno, consegna un decalogo basato su prossimità, inclusività e valorizzazione del patrimonio culturale

Un decalogo per ripensare le città. Una «chiamata all’azione» come la definiscono gli autori, «un manifesto per ripensare spazi urbani sostenibili in armonia con la scala umana, favorendo ambienti in cui le comunità prosperino». È questo l’obiettivo che il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) si prefigge con la sua nuova pubblicazione “L’Italia di prossimità: il futuro della pianificazione urbana e territoriale”, presentato alla Camera dei deputati lo scorso 22 ottobre. «Dobbiamo im­pegnarci, attraverso la rigenerazione architettonica urbana – scrivono i membri del comitato scientifico del Consiglio nazionale, guidati dal professore della Sorbona di Parigi Carlos Moreno, che hanno firmato la ricerca – a promuovere il benessere di tutte le città e le società locali e a ristabilire la coesione sociale perduta».

Il libro, diviso in cinque capitoli firmati da alcuni dei più rinomati esperti a livello internazionale, affronta alcuni dei temi cardine in cui si articola l’odierna riflessione sulla rigenerazione urbana: dalla città policentrica e della prossimità – alla quale si aggiunge il territorio dei 30 minuti –, al potenziamento della mobilità dolce, alla creazione di maggiori spazi verdi, al focus sulla resilienza delle comunità al cambiamento climatico e sul benessere dei cittadini, fino alla promozione del patrimonio artistico-culturale. Ed è proprio sulla connessione tra la città e il suo territorio circostante che si concentrano le parole di Carlos Moreno, il “padre” della città dei 15 minuti, che nella prefazione al volume scrive:


«la prossimità urbana, nella sua essenza promuove la sostenibilità ambientale riducendo la necessità di lunghi spostamenti e la dipendenza dai combustibili fossili, favorendo la coesione sociale, creando quartieri vivaci e interconnessi».


 

Le dichiarazioni

Per Massimo Crusi, presidente degli Architetti italiani, intervenuto all’evento di presentazione, «le proposte del Cnappc vogliono essere un invito alla politica a realizzare la riforma della pianificazione con una visione organica e a superare quell’approccio alla rigenerazione che, fino ad oggi, si è limitato ad intenderla come semplici, per quanto importanti, azioni disaggregate, come, ad esempio, quelle di contrasto al consumo di suolo, di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, di riuso delle aree dismesse».

Ha aggiunto Giuseppe Cappochin, responsabile del Dipartimento riforma urbanistica e futuro delle città del Consiglio nazionale, «la recente emergenza sanitaria ha riacceso il dibattito sul ruolo dell’investimento pubblico nell’orientare la trasformazione delle città e proprio questo ha dato un impulso inaspettato al concetto di “prossimità urbana”. I giorni duri della pandemia hanno messo a nudo la fragile struttura sociale, economica e spaziale di città e territori nel loro attuale assetto e la necessità di un sostanziale, innovativo ripensamento degli indicatori del benessere dei cittadini in relazione all’ambiente urbano».

Il decalogo

Ecco i dieci punti che il Cnappc lancia per la sfida verso le città del futuro:

  1. Costruire un approccio basato sulla prossimità, “dando la priorità alla prossimità, le città italiane possono creare ambienti più sostenibili, vivibili e incentrati sulle esigenze dei residenti”.
  2. Estensione al territorio dei 30 minuti, “questo concetto incoraggia lo sviluppo di territori interconnessi in cui i servizi e le opportunità sono accessibili in un raggio di 30 minuti, promuovendo una crescita equilibrata e riducendo le disparità regionali”.
  3. Potenziare il trasporto pubblico e le reti di mobilità, “dare priorità agli investimenti in mobilità efficiente e sostenibile e in mezzi di trasporto come autobus elettrici, treni regionali e programmi di bikesharing”.
  4. Promuovere spazi verdi e pubblici, “questi spazi sono essenziali per migliorare la qualità della vita, promuovere la salute fisica e mentale e favorire la coesione sociale”.
  5. Sostenere le economie locali e il patrimonio culturale, “proteggere e integrare i beni culturali e storici nella pianificazione urbana e territoriale garantisce che lo sviluppo urbano rispetti e valorizzi le caratteristiche identitarie uniche di ogni regione, promuovendo l’orgoglio e stimolando le economie locali”.
  6. Promuovere un’architettura e un’urbanistica inclusiva, “la pianificazione inclusiva porta ad ambienti che rispondono alle esigenze di tutti, migliorando la coesione sociale e la resilienza”.
  7. Sfruttare la tecnologia per territori intelligenti e connessi, “le tecnologie intelligenti e innovative possono rendere le regioni più adattive e reattive ai cambiamenti delle condizioni e delle esigenze”.
  8. Costruire comunità resilienti al clima, “una pianificazione resiliente aiuta a salvaguardare le comunità dalle sfide ambientali e contribuisce a un futuro sostenibile”.
  9. Promuovere il benessere, la coesione sociale e l’equità, “dando priorità alle esigenze dei gruppi emarginati e meno serviti, l’Italia può costruire comunità resilienti che promuovano l’unità e la prosperità condivisa”.
  10. Innovare la governance e i quadri politici, “Una governance efficace è fondamentale per realizzare la visione di un’Italia connessa, resiliente e sostenibile”.

Esempi italiani

Tra gli esempi italiani citati, spicca quello di Bologna che, come scrivono gli autori «a differenza del tipico mo­dello di città dei 15 minuti incentrato su metriche quantificabili di distan­za e tempo, la strategia di Bologna pone l’accento sul decentramento dei servizi e sul coinvolgimento della comunità, in linea con le strategie locali sul decentramento». Aggiungono ancora «le iniziative attuate in città, come la creazione di zone pedonali intorno alle scuole e l’implementazione di sistemi di consegna etici, riflettono l’impegno a migliorare la qualità della vita di tutti i residenti».

Il dl 1112

La pubblicazione è una delle tappe del percorso iniziato lo scorso aprile a Verona nell’ambito dell’iniziativa “Progetto di futuro – in quali città e territori vogliamo vivere?”, che si pone l’obiettivo di realizzare sulla scorta delle più innovative, concrete esperienze internazionali, proposte di principi legislativi finalizzati al passaggio dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita nelle città e territori. E a proposito della legge sulla rigenerazione urbana, è dello scorso settembre la presentazione da parte del senatore Nicola Irto del dl 1112, “Disposizioni per la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura”.

 

In copertina: Ravenna Italia, ©claudiozacc, AdobeStock

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Chiara Brivio
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