01-07-2024 Alessio Garofoli 1 minuti

Il costruito al bivio: idee cercasi dopo il Superbonus

I temi Direttiva Epbd e cambiamento climatico, questione casa e demografia

Passata la stagione irripetibile della ripresa post-pandemia con la sua messe di incentivi, il mondo del costruito è a un bivio, da una parte determinato dalle urgenze legate al cambiamento climatico e al driver dell‘ecologia, che è un plus per il settore perché implica la trasformazione in senso sostenibile degli edifici; dall’altra gravato da un fattore negativo che ha a che fare con la demografia, che per l’Italia è una questione che non potrà risolversi con la sola immigrazione. Si aggiunga il contesto normativo confuso. Un confronto aperto al centro anche dell‘incontro Le sliding doors del mattone, organizzato dall’Hub edilizia, costruzioni & real estate di Economymagazine. Ed è il direttore Sergio Luciano, a togliersi lo sfizio di qualche staffilata alla classe dirigente e al sistema Paese in senso lato. In primo luogo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ancora mercoledì scorso alla Camera ha sostenuto di voler rivedere la direttiva Epbd, quella cosiddetta sulle case green: un «wishful thinking dell’Italia», taglia corto Luciano. Per poi menzionare la «direttiva Salis», alludendo alle rivendicazioni della neoeuroparlamentare di Avs Ilaria Salis sull’occupazione di case sfitte. Anch’esso un elemento che dimostra come, in Italia, la politica sia ormai «una sorta di casa di produzione cinematografica» in cui tutto si può dire: basta che «faccia notizia, ma non significhi nulla».


Se Luciano non pare ottimista, Davide Albertini Petroni, presidente di Confindustria Assoimmobiliare e Costim, confida invece nella «resilienza fin qui dimostrata» dall’industria del costruito.


Dalla sua Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, osserva che per le costruzioni del futuro gli addetti ai lavori e le città «dovranno parlarsi» su come effettuare la rigenerazione urbana, perché sia utile tanto all’economia quanto al cittadino. Questo perché l’immobiliare si è trasformato, in qualche modo finanziarizzato, inglobando tipologie di investimenti molto diverse.

Il rapporto Cresme. Nel corso dell’incontro viene menzionato l’ultimo rapporto del Cresme, che fotografa il fisiologico impatto sul settore della fine del Superbonus. Per il 2024 è prevista la discesa degli investimenti in costruzioni del 9,5% rispetto al 2023, con un -26,5% della riqualificazione abitativa. Il rapporto prevede tuttavia la stabilizzazione degli investimenti tra il 2025 e il 2027, con una crescita annuale che andrà dallo 0,5% all’1%, con investimenti su livelli più alti di quelli del 2021. Ma dal 2026 anche la spinta pubblica non sarà la stessa, vista la chiusura del Pnrr. Lì si aprirà un’altra partita complicata.

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Alessio Garofoli
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