10-06-2024 Alessio Garofoli 5 minuti

Vittorio Grassi per la Difesa: Progettare è un impegno civile

Dopo la caserma romana della Cecchignola lo studio milanese è già al lavoro sulla base dell'Aeronautica di Ghedi

Lo studio milanese Vga Vittorio Grassi Architects si è aggiudicato il secondo lotto dell’appalto quadro per il ministero della Difesa. Per gestire efficacemente la complessità del lotto di gara, l’accordo vedrà Vga al lavoro in gruppo con altre tre realtà: Incide Engineering srl e Ai Engineering spa per i servizi di ingegneria e la società di geologia Studio Idrogeotecnico srl. Nel suo insieme l’accordo quadro, di durata quadriennale, prevede l’affidamento di 27 prestazioni professionali per servizi di ingegneria e architettura, suddiviso in tre lotti funzionali. Il raggruppamento di cui fa parte Vga si occuperà in particolare di servizi di architettura e ingegneria per la progettazione in tutte le sue fasi, per la sicurezza e per indagini geognostiche, geologiche, archeologiche, accertamenti e rilievi. L’importo complessivo delle opere affidate sarà pari a circa 190 milioni di euro: tra queste Vga ha già firmato il contratto per i progetti nelle basi dell’Aeronautica militare di Ghedi e Grazzanise, in provincia di Brescia e Caserta, ed è in attesa di firmare altri due incarichi da realizzare. Tra gli altri, anche la realizzazione di un nuovo hangar per la manutenzione di elicotteri HH101 a Grazzanise (Ce), il miglioramento sismico e il ripristino dei locali di palazzo Caprara e Baracchini a Roma e il progetto per la realizzazione della cittadella Istar a Pratica di Mare (Rm).


Vittorio Grassi, fondatore e ceo di Vga Architects, sottolinea «l’opportunità di progettare architetture innovative che vanno oltre l’approccio tradizionale della difesa militare.


Nuovi edifici sostenibili e confortevoli rappresentano un passo importante verso una Difesa più efficiente e autonoma dal punto di vista energetico, sviluppano una nuova mentalità energy oriented e contribuiscono a concreti obiettivi di contenimento della spesa, tutela ambientale e sostegno alle capacità militari». Quando gli si domanda se l’Amministrazione pubblica sia un buon committente, Grassi risponde: «A noi piace molto lavorare per il settore pubblico. Oltre all’aspetto competitivo del processo di selezione, sempre stimolante, ritengo che la Pa sia il committente ideale, perché ha il compito di assicurare il benessere della collettività e di tutelare l’importanza del sociale. In questo contesto il nostro dovere civile, come architetti, è di immaginare e realizzare strutture che promuovano benessere sociale, sostenibilità ed innovazione. Penso, per esempio, ai nostri progetti per le scuole o per gli impianti sportivi che possono condizionare l’educazione e la formazione di generazioni di bambini. Altro aspetto positivo è l’operare in un contesto regolamentato che garantisce il rispetto dei termini contrattuali. Questo ci offre una maggiore stabilità finanziaria, permettendo di pianificare e gestire al meglio le risorse. Inoltre i progetti pubblici sono soggetti a controlli rigorosi e ciò significa che, benché i tempi siano talvolta molto lunghi, il rischio di non essere pagati è quasi nullo».

Ci sono anche delle criticità? Sì, replica Grassi, «in particolare legate alle lunghe tempistiche di approvazione e validazione delle fasi di progetto e agli aspetti burocratici. La complessità del processo decisionale, che spesso coinvolge numerosi attori e livelli di approvazione, può rallentare o addirittura inficiare l’avanzamento dei progetti con un relativo danno per tutta la comunità». Secoli fa il connubio tra architettura e mondo militare era un fatto scontato: si pensi alle opere di Antonio da Sangallo il giovane. Oggi l’accostamento potrebbe sembrare strano, ma non lo è. Per un architetto lavorare per la Difesa, argomenta Grassi, «significa contribuire direttamente al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei nostri militari e delle loro famiglie fornendo loro ambienti sicuri, confortevoli e funzionali. Un’architettura sostenibile e innovativa anche in questo ambito può ridurre significativamente l’impatto ambientale, contribuendo a una gestione più efficiente delle risorse e a un miglioramento generale delle condizioni di lavoro. Da un punto di vista funzionale, collaborare con il ministero della Difesa ci offre poi l’opportunità di progettare architetture innovative che vanno oltre l’approccio tradizionale della difesa militare.

Per esempio, il progetto Caserme verdi del ministero prende spunto direttamente dal nostro progetto per la cittadella militare della Cecchignola a Roma, e prevede la realizzazione di basi militari di nuova generazione: efficienti, funzionali, pienamente rispondenti alle normative vigenti e ispirate a nuovi standard e criteri costruttivi innovativi di modularità, rapidità costruttiva, basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione. Il cronoprogramma prevede la realizzazione del progetto nell’arco di 20 anni con un investimento complessivo stimato in 1,5 miliardi di euro.

In generale, la collaborazione tra esercito e professionisti sta crescendo, ed è molto importante. Mettere a disposizione della collettività con continuità le caserme è un fatto di particolare rilevanza nel processo di rigenerazione urbana». Il lavoro di Vga con la Difesa è infatti ormai una prassi consolidata. «In questo momento abbiamo almeno quattro iniziative con altre due in corso di assegnazione definitiva.


Il nostro progetto per la cittadella militare della Cecchignola, concorso internazionale vinto nel 2011, è in fase di costruzione con il primo lotto funzionale.


Il masterplan generale ha interessato la progettazione di un’area con 720 alloggi da assegnare in locazione ai militari e alle loro famiglie in base a graduatorie di reddito. Il primo lotto, appaltato nel 2023 e attualmente in cantiere, prevede la costruzione delle prime quattro palazzine residenziali su 21, la realizzazione di tutto l’anello viario con i sottoservizi, il parco con il lago artificiale e la piazza con gli edifici commerciali e di servizio. La professionalizzazione delle Forze armate ha determinato una maggiore necessità alloggiativa nelle grandi città – continua Grassi – perché il personale militare necessita di una pronta reperibilità. Esigenza ancor più marcata nell’area della Capitale dove sono situati gli organi di vertice delle Forze armate e dov’è elevatissimo l’indice di rotazione del personale militare che assume incarichi presso gli Stati maggiori di Forza armata o della Difesa e presso il Segretariato generale della Difesa. In particolare, per l’Esercito questa necessità è ancora più sentita, essendo la Forza armata con il più elevato numero di personale militare che opera nell’area di Roma. In questo quadro si inserisce anche il nostro progetto per la caserma Zignani, attualmente in corso di validazione, che prevede circa 250 alloggi di servizio per il personale militare».

In copertina: Città Militare Cecchignola ©Vittorio Grassi Architects

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Alessio Garofoli
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