14-08-2024 Chiara Brivio 4 minuti

I percorsi partecipativi: la rigenerazione urbana si fa anche con le persone

In tutta Italia si moltiplicano le pratiche di coinvolgimento della cittadinanza nelle trasformazioni delle città

Partecipazione, comunità, ascolto. Sembrano essere queste le tre parole che sempre più caratterizzano i nuovi interventi di rigenerazione urbana, nel tentativo di evitare gli errori del passato, quando i progetti erano calati dall’alto e si dava poco spazio alla concertazione. Processi partecipativi che possono riguardare la trasformazione di intere porzioni di città, piuttosto che cantieri per le infrastrutture, nuovi piani regolatori, percorsi di valorizzazione dei territori, ma anche iniziative culturali di riuso di luoghi abbandonati.


Un metodo di lavoro che spesso prevede la costruzione di tavoli di confronto, di momenti di dibattito con gli stakeholder, con una raccolta di proposte e la restituzione alle Amministrazioni dei desiderata, ma anche delle istanze, dei cittadini.


Ed è questo il caso di Verona, che nell’iter di redazione del nuovo Piano di assetto del territorio (Pat), ha voluto includere anche un percorso di partecipazione – non obbligatorio per legge e durato otto mesi –, fatto di incontri, workshop e tavoli con residenti, stakeholder e tecnici del Comune, preceduti da una call aperta a tutti gli attori già attivi nel cambiamento della città. Affidato a Socialseed nell’ambito del progetto Viviamo Verona, è stato uno degli step che hanno concorso alla redazione del documento preliminare del Piano, di prossima presentazione.

A Venezia è invece la Fondazione Gianni Pellicani, storica realtà culturale locale, ad aver ideato la piattaforma Ri-Pensare Venezia, che, come si legge nella pagina del progetto, è “volta ad approfondire le trasformazioni che più caratterizzano la nostra città e il nostro tempo”. Iniziata anche questa nel novembre 2023, ha come temi centrali i giovani e il mondo del lavoro, con momenti laboratoriali e approfondimenti di ricerca che hanno toccato anche la questione dei neet, dell’occupazione femminile, della demografia e dei redditi degli abitanti della città lagunare.


Il percorso è culminato in una giornata di lavori all’M9 di Mestre lo scorso maggio, che ha visto l’organizzazione di sei tavoli tematici per altrettante proposte da consegnare al capoluogo veneto.


Anche in questo caso l’iter è simile a quello di Verona, da una call aperta si è poi arrivati, attraverso diversi documenti di approfondimento, a una rosa di istanze concrete, con indicatori quantitativi che poi potranno essere rilanciati come temi di dibattito tra gli abitanti per contribuire a delineare i futuri scenari del capoluogo.

Innovativo il caso di Shifton, studio avanzato di design per l’innovazione sociale, che sta affiancando Tilt, centro giovani di Sinigo, a Merano, nella definizione della prima edizione di un festival che si terrà a fine agosto. Nonostante sia in una delle zone sempre in cima alle classifiche come tra quelle con la più alta qualità della vita in Italia, la percezione di Sinigo come luogo degradato e periferico permane, dovuta anche al cambiamento della composizione della popolazione sopravvenuto con l’aumento delle famiglie migranti che sono andate ad abitare negli alloggi popolari degli Anni ’50. Il festival mira a dare una nuova idea del territorio con il coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni locali, con un’attenzione particolare anche alle pratiche rigenerative che guardano alla relazione tra gli spazi e le persone. Nei mesi scorsi Shifton ha iniziato le attività partecipative, con due workshop con la cittadinanza tesi a raccogliere le visioni sul futuro utili per la definizione della manifestazione.

Diverse per entità, ma simili per metodologia, le esperienze di Trento e di Fondazione Cariplo. Nella città trentina, è stato il Comune, insieme all’Università, Extinction Rebellion Trentino Südtirol, e con il patrocinio dell’Autorità per la partecipazione locale della Provincia autonoma di Trento, a dare il via a una simulazione di assemblea pubblica sui temi dell’energia, del verde e della mobilità. Cinquanta i cittadini estratti a sorte su una rosa di 2mila abitanti contattati, che si sono ritrovati negli spazi del Muse – Museo delle scienze, per dibattere e discutere della crisi climatica e dei suoi effetti. Tre gli ambiti del progetto: la volontà di innovare la risposta alla crisi ambientale, promuovere nuovi metodi di partecipazione civica, far diventare gli spazi pubblici – come sono i musei – luoghi di incontro e confronto piacevoli e costruttivi. Dall’altra parte è Fondazione Cariplo ad aver dato il via al centro di competenza BeiLuoghi, dedicato alla rigenerazione urbana. Iniziativa promossa con Fondazione Housing Sociale, nasce come piattaforma di incontro e di scambio tra enti pubblici, Terzo settore e operatori culturali. Tra gli stakeholder coinvolti, anche KCity e CheFare.

Creatività e originalità sono due parole che si possono utilizzare per descrivere il progetto Vuoto futuro, un ciclo di workshop itineranti che si svolgono nelle designate capitali italiane della cultura, con l’intento di valorizzare le bellezze del nostro Paese, ma anche di accendere un faro sulle nuove dimensioni dell’abitare. Dopo la prima edizione a Brescia, capitale insieme a Bergamo nel 2023, quest’anno l’iniziativa si è spostata a Pesaro, e nello specifico a Fermignano. Tema del 2024 il riuso industriale e la valorizzazione del patrimonio architettonico nazionale, attraverso l’utilizzo dell’ex Lanificio Carotti come location per una quattro giorni di workshop che si sono conclusi lo scorso 21 luglio con la restituzione degli esiti alla cittadinanza. Quattro i tavoli di lavoro, coordinati da altrettanti studi – Am3 Architetti Associati, Bdr Bureau, ErranteArchitetture, Warehouse Architecture and Research –, focalizzato ciascuno su una diversa area dell’edificio. E fino al 13 settembre, sarà possibile visitare una mostra curata dalla rivista Bugiardino con la Fondazione ex Lanificio Carotti, dove quattro giovani studi di architettura – Atelier Poem Architects, Studio Form_a, Terrapreta e Vacuum Atelier – si confrontano sul tema del riuso industriale in un percorso espositivo. A questi si affianca un atlante di progetti di rigenerazione realizzato da alleventitré e fragment.is, oltre agli esiti dei workshop delle due edizioni di Vuoto Futuro.

In copertina: Cascata di Fermignano ©Buffy1982

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Chiara Brivio
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