
Fusetti: “Servono più creativi nei posti chiave per alimentare contenuti di management e marketing”
Intervista per 500x100Talk al direttore Scuola Politecnica di Design. Antonello Fusetti è economista, vive e lavora a Milano
"Le città devono avere dei piani strategici. Otto anni fa a Parigi Sarkozy ha avviato il progetto Grand Paris reputando l’architettura “strategica” per il futuro, in Italia non c’è stata una presa di posizione di questo tipo"
Cos’è per te la città?
Per me la città è uno dei centri fondamentali per creare innovazione e l’innovazione in una città dipende dalla sua multiculturalità. La città è innovazione perché in una città si incontrano culture e attività diverse, si insediano distretti specialistici e integrati, ed è ormai riconosciuto che la competizione non è tra Stati ma tra città metropolitane e questo ci deve far riflettere. Le città sono centri di energia pazzeschi perché dalle città emergeranno tendenze future nei vari campi, da quello tecnologico a quello della conoscenza per citare due temi a me cari. Ogni città si deve strutturare per avere un proprio posizionamento; deve individuare un tema forte e perseguirlo con azioni di marketing e comunicazione, diversamente non può che soccombere. Ogni città deve perseguire strategie uniche rispetto alle altre.
Che tema forte individui per Milano?
Milano è la città dei talenti: ha 200mila studenti universitari. Milano è anche la città della contemporaneità intesa come moda, arte, architettura, multimedialità: discipline che devono dialogare insieme.
Come fare?
Bisogna sensibilizzare il mondo politico, le istituzioni, chi si occupa di economia e management con temi emotivi, estetici e contemporanei. Questo approccio generalmente non è conosciuto da chi governa ma non c’è alternativa. Se il committente non c’è si deve formare, bisogna creare il gusto, mostrare cose nuove, ciascuno nel ruolo e posto che occupa. La città deve aborrire il finto antico. Servono più architetti (quelli svegli), grafici e quanti abbiano una buona cultura progettuale in posti chiave per alimentare con l’intelligenza emotiva i contenuti del marketing e del management. Le città devono avere dei piani strategici. Otto anni fa a Parigi Sarkozy ha avviato il progetto Grand Paris reputando l’architettura “strategica” per il futuro, in Italia non c’è stata una presa di posizione di questo tipo.
L'intervista è pubblicata per 500×100 in "La città come strumento di Dialogo", Salone del Mobile 2015

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