Ex Falck, prima pietra per Unionezero con Hines

16-10-2024 Chiara Brivio 4 minuti

Si parte con i progetti di Acpv Architects e Park Associati

La notizia è che l’intervento si farà. Lo ha confermato Mario Abbadessa, ceo di Hines Italia, all’inaugurazione del cantiere di Unionezero, il primo dell’immensa area delle ex Falck di Sesto San Giovanni, nella Città metropolitana di Milano, di cui il gruppo internazionale è co-investitore e development manager. Un iter travagliato per l’area da 1,5 milioni di mq su cui sorgevano le acciaierie (e un masterplan di Foster+Partners), fatto di continui stop&go (non da ultimi il Covid e l’inflazione, con il conseguente rialzo del prezzo dei materiali), che però sembra ormai aver preso il via con la posa della prima pietra dei primi tre edifici che andranno a comporre l’area.

Uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana d’Europa, come ha ricordato anche il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, presente all’evento. «È un intervento importate che va nella direzione di un diverso sviluppo urbano. Sono dell’opinione – ha detto Fontana – che il futuro delle grandi città si svilupperà senza tener conto dei confini, ma delle funzioni. Come Regione abbiamo cercato di estendere questo concetto di “allargamento” delle città a tutto il territorio lombardo, in una grande smartland dove non esistono territori di serie a e di serie b». E ricordando che il progetto firmato Mario Cucinella Architects per la Città della Salute e della Ricerca di Regione Lombardia – che si trova proprio in prossimità di Unionezero e dove, una volta ultimato, si trasferiranno l’Istituto dei tumori e l’Istituto neurologico Carlo Besta – risale alla giunta allora guidata da Roberto Formigoni, ha aggiunto, «è assurdo che si parli di un progetto iniziato 15 anni fa. Però adesso è decollato e funziona».

Un successo anche per il sindaco del comune del milanese, Roberto Di Stefano, che ha definito la posa della prima pietra, «una svolta, che non per altro si chiama “unione”, perché congiunge due parti della città da sempre divise dalla ferrovia». Un intervento di ricucitura urbana, che ha avuto come volano l’investimento della Regione nel polo sanitario, che si innesta su quell’altra grande “cerniera”, questa volta finanziata dall’Amministrazione comunale attraverso uno scomputo oneri, che è la stazione a ponte di Renzo Piano Building Workshop con Ottavio Di Blasi & Partners, i cui lavori appaltati a Cimolai avanzano, e che collegherà le ex aree Falck a Piazza 1° maggio. «Questo è stato possibile – ha rimarcato Di Stefano – grazie a una collaborazione costante con le realtà del territorio, le proprietà, con il coinvolgimento delle istituzioni, con l’idea di dare una risposta anche da un punto di vista pubblico all’housing sociale».


Unionezero sarà polo urbano che ospiterà un mix di funzioni, tra cui spazi direzionali, uno studentato, residenze e un parco da 50 ettari. Circa 250mila mq dove potenzialmente potranno essere serviti 6mila city user.


«La difficoltà di questi progetti è la governance. La rigenerazione urbana – ha rimarcato Silvia Maria Rovere, attuale presidente di Poste italiane e precedentemente alla guida di Assoimmobiliare – richiede una governance estremamente raffinata, fatta di competenze altissime in tutti gli attori della situazione. A livello internazionale abbiamo visto grandi progetti, ma in Italia abbiamo sempre fatto fatica e li vediamo solo nella Città metropolitana di Milano – ha continuato – a Roma ancora non ci sono. Il grande motivo di questo è una storica pregiudiziale tra pubblico e privato, anche se le competenze non mancano. Bisogna trovare le modalità per mettere in contatto i diversi sistemi di interesse e scaricare a terra i progetti». Ha poi chiosato: «il real estate è compartecipazione di risorse pubbliche e private, o si fanno lavorare correttamente insieme, o le cose non succedono».

Patricia Viel, co-founder di Acpv Architects, che ha firmato due degli edifici direzionali di Unionezero – il Mid Rise e gli uffici di Intesa Sanpaolo – ha commentato a thebrief a margine dell’evento: «abbiamo voluto moltissimo partecipare a questo progetto, per il quale siamo stati selezionati attraverso una gara. Ci siamo integrati nella squadra che stava guidando questo processo, che è stata estremamente efficiente, e abbiamo ottenuto i titoli in tempi rapidi per un intervento di questa portata. Siamo riusciti a progettare dentro un budget sfidante e oggi siamo qui».

Il primo cantiere, appaltato a una Rti costituita da Colombo Costruzioni e Cmb, prevede un investimento di 220 milioni di capitali privati e un cronoprogramma di 36 mesi per una media di circa 300 maestranze specializzate al giorno, per la realizzazione dei tre edifici. Circa 130mila mq di nuovi spazi direzionali, tra cui i due building firmati da Acpv Architects, rispettivamente da 45mila e 48mila mq, e uno studentato da 700 posti letto su 39mila mq, progettato da Park Associati. Gli uffici di Intesa SanPaolo dovrebbero essere consegnati entro la fine del 2027. Tutti gli spazi puntano ad ottenere le più alte certificazioni ambientali: certificazione Leed Platinum e Weel Gold per gli spazi direzionali, progettati secondo gli standard di WiredScore, mentre lo studentato sarà certificato Leed Gold. L’obiettivo finale è quello di ridurre il fabbisogno energetico del 30% rispetto ai sistemi tradizionali, impiegando fonti rinnovabili e materiali innovativi.


Per la realizzazione complessiva di Unionezero, è previsto un investimento pari a circa 600 milioni di euro, che genererà un indotto stimato sul territorio di circa 1 miliardo di euro.


Un anno fa la notizia che Redo e Coima entravano nell’operazione della rigenerazione delle ex Falck. Ma la proprietà dell’area in oggetto è del fondo immobiliare “Unione 0”, gestito da Prelios Sgr e partecipato al fianco di Hines da Cale Street, società di investimento immobiliare sostenuta dal Kuwait Investment Office, l’ufficio londinese della Kuwait Investment Authority.

In copertina: Uffici Intesa Sanpaolo_Unionezero @Hines

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Chiara Brivio
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