Emergenza casa, Salvini promette un piano entro il 2025
Tavolo al ministero con gli stakeholder. Legacoop abitanti: anche il Mit riconosce che il modello cooperativo è un antidoto alla morosità
L’emergenza abitativa esiste, denaro cercasi per risolverla. «Stiamo facendo una politica di investimenti per il Piano casa», ha dichiarato Elisabetta Pellegrini, coordinatore della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervenendo nell’ambito dell’iniziativa dedicata alle “Architettrici – Le donne in cantiere” e promossa dall’Agenzia del Demanio il 19 dicembre. Con riferimento al tavolo tecnico organizzato lo stesso pomeriggio al Mit, come anticipato nelle scorse settimane dal ministro Matteo Salvini agli stakeholder di settore. «Qualche risorsa – poche – c’è nella manovra», ha proseguito Pellegrini.
Ma come reperirne altre? Per l’ingegnere alcune risposte potrebbero trovarsi nelle «agevolazioni urbanistiche, che vanno incentivate e studiate, e soprattutto nella partnership pubblico-privata senza escludere soluzioni da trovare oltre la cultura immobiliarista italiana della proprietà del singolo all’interno dei condomini». A giudizio di Pellegrini, infatti, rimane ancora un problema di «mentalità» nella gestione dei condomini che, ha spiegato, spesso blocca processi di reale rigenerazione, impedisce i lavori di ristrutturazione, e che potrà anche ostacolare il recepimento delle nuove norme europee.
Il lavorio intanto va avanti. L’obiettivo è poter avviare un «imponente» Piano casa già a partire dal 2025, secondo Salvini. Ecco che il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha convocato una prima riunione con diversi referenti istituzionali e privati, già riconvocati per il prossimo 16 gennaio: tra cui Confindustria, Abi, Confedilizia, Anci, Mps, Confabitare. Al Mit un emendamento alla legge di bilancio 2024 ha affidato la delega per l’elaborazione di un Decreto interministeriale su tre temi, ha rivelato Salvini.
Ovvero approfondimenti su modalità e strumenti per avviare interventi di recupero e riconversione del patrimonio immobiliare pubblico sottoutilizzato; sperimentazione su modelli innovativi di Edilizia residenziale pubblica e sociale; progetti sperimentali di Edilizia residenziale pubblica e sociale tramite partenariati pubblico-privato. Nelle prossime settimane si dovranno mettere nero su bianco le proposte, perlopiù anticipate in questo primo rendez vous. Al tavolo sono stati anche analizzati dei dati relativi al patrimonio immobiliare pubblico.
Federcasa ha stimato in 836mila gli alloggi di edilizia residenziale pubblica in Italia, gestiti da enti diversi, con oltre 2,5 milioni di persone che ci vivono e 360mila domande di accesso inevase.
Altro problema già sottolineato più volte, l’alta età media del patrimonio immobiliare. Da parte sua, il Mit dice di aver già previsto di investire nei prossimi anni almeno 100 milioni per finanziare il recupero del patrimonio immobiliare esistente e la riconversione di edifici che hanno un’altra destinazione pubblica (ad esempio ex caserme e ospedali non più in attività), con destinazione a edilizia residenziale pubblica sociale delle unità immobiliari private rimaste invendute. «La nostra proposta – ha commentato Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti – prevede la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale sociale con un impegno di risorse proprie pari al 60% e della leva pubblica al 40%, consentendo canoni di locazione di circa 450 euro al mese o la vendita a circa 2.800 euro a metro quadro per un alloggio tipo di 70 metri quadri.
Inoltre, come ha ribadito il ministro Salvini nel corso dell’incontro, l’esperienza della cooperazione di abitanti garantisce, oltre alla piena occupazione degli alloggi, la redditività certa, dati i bassi livelli di morosità (inferiore al 3%) e, nello stesso tempo, consente l’efficiente manutenzione degli immobili evitando la necessità di ingenti risorse per la loro riqualificazione», ha aggiunto Zaccaria. «Il Piano casa può essere l’embrione di quella legge quadro sul diritto all’abitare che il nostro paese aspetta da anni. Come abbiamo scritto nel secondo Rapporto ‘Gli italiani e la casa’ predisposto con il Censis, per gli italiani la casa di proprietà è un elemento fondativo della società e dobbiamo essere uniti nel difenderla dall’inflazione e dal caro-tassi», ha commentato il presidente di Federproprietà Giovanni Bardanzellu. Per poi aggiungere che «i costi di gestione delle case sono saliti nell’ultimo anno circa del 30%, mentre il mercato immobiliare, nel solo terzo trimestre del 2023, ha segnato un -14% delle compravendite. Segno evidente che il bene rifugio per eccellenza delle famiglie italiane è a rischio sostenibilità. Un Piano casa che possa contrastare questo impoverimento dei nuclei familiari, soprattutto di quelli meno abbienti, è un progetto urgente e necessario», ha concluso Bardanzellu.
In copertina: ©Mariano De Angelis
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