19-06-2013 Paola Pierotti 1 minuti

Dentro le architetture delle star, quando si abbassano le luci e si vive il quotidiano

Ila Bêka e Louise Lemoine sperimentano nuove forme narrative e cinematografiche legate all’architettura

L’architettura si manifesta mostrando la vitalità, la fragilità e la vulnerabile bellezza narrata e testimoniata dalle persone che la abitano e la mantengono ogni giorno

Ila Bêka e Louise Lemoine

Presentati da Nicolai Ouroussoff su The New York Times come “figure di culto nel mondo dell’architettura europea”, Ila Bêka e Louise Lemoine concentrano principalmente la loro ricerca nella sperimentazione di nuove forme narrative e cinematografiche legate all’architettura contemporanea. L’unicità del loro lavoro è dovuta allo sguardo soggettivo, creativo e ironico su capolavori di architettura descritti nella loro quotidianità.

Ila Bêka è architetto e regista italiano che vive e lavora a Parigi. Ha studiato all’Università IUAV di Venezia e all’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-Belleville. Laureata in cinema e filosofia alla Sorbona di Parigi, Louise Lemoine lavora come filmaker in Francia.

Ila Bêka & Louise sono gli autori di una serie di cinque mini-film, Living Architectures (anche in dvd) che saranno presentati in cinque musei italiani (estate-autunno 2013).

Dopo HouseLife sono usciti Xmas Meier, Gehry’s Vertigo, Inside Piano e Pomerol, Herzog & de Meuron: cinque film per condividere con il pubblico la possibilità di avvicinarsi alle opere di alcuni dei protagonisti dell’architettura contemporanea (Rem Koolhaas, Richard Meier, Frank Gehry, Renzo Piano, Herzog & De Meuron).

Un punto di vista inconsueto, di chi entra dentro le celebri architetture del nostro tempo raccontando quelle imperfezioni che normalmente non si vedono nelle fotografie o non si leggono sulle riviste di settore. In questi film “l’architettura si manifesta mostrando la vitalità, la fragilità e la vulnerabile bellezza narrata e testimoniata – spiegano i registi – dalle persone che la abitano e la mantengono ogni giorno”.

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Paola Pierotti
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