16-08-2024 Francesca Fradelloni 4 minuti

Da Milano a Fasano, l’arte come driver per la rigenerazione urbana

Tanti i progetti che convivono con installazioni e opere, sempre più poli industriali trasformati in “case” di centri culturali

Complessi industriali, ex manifatture e cementerie in disuso. L’arte come driver per la rigenerazione urbana non è una novità, anche se oggi viene raccontata come una leva originale e avanguardistica. Basti pensare al celebre Tate Modern di Londra, realizzato in una ex centrale elettrica dismessa. Per merito dell’intervento di Herzog & de Meuron, erano stati preservati elementi dell’architettura industriale, rendendo lo spazio un punto di riferimento culturale mondiale. In Italia, invece, un esempio eccezionale è sicuramente quello della Fondazione Prada Milano, situata in un ex complesso industriale risalente al 1910. Grazie al progetto dell’architetto olandese Rem Koolhaas, la struttura è stata trasformata in uno spazio espositivo d’avanguardia. Koolhaas infatti, non solo ha saputo preservare e integrare elementi storici dell’edificio, ma ha anche creato un ambiente dinamico e multifunzionale dedicato all’arte contemporanea, alla cultura e alla moda. Oggi in progress un nuovo centro  dedicato  alle arti contemporanee  in Puglia.


A Fasano, nel brindisino, dove il polo industriale dell’ex marmeria Imarfa, situato lungo la litoranea tra Torre Canne e Savelletri, si appresta a intraprendere una nuova fase, dopo una stagione di inaccessibilità.


La firma d’eccezione che ha inaugurato il cantiere è di Michelangelo Pistoletto , grazie alla sua opera “Love Difference”, formata da una serie di insegne luminose al neon che riproducono la scritta “amare le differenze” in diverse lingue del mondo.

Dunque, anche arte e real estate. L’impegno di Covivio  in favore dell’arte inizia nel 2015, con l’adesione al programma “One building, one piece of art”, lanciato dal ministero della Cultura francese, che prevede la collocazione di opere realizzate da artisti della nuova generazione all’interno degli immobili di proprietà del Gruppo, in tutti i Paesi in cui è attivo. In Italia, nel 2021, è stata commissionata al duo milanese composto da Giorgio Brina e Simone Novara l’opera d’arte contemporanea L’Enigma della giostra, installata all’ingresso dell’immobile che ospita Wellio Dante, in via Dante 7 a Milano. Nel 2022 il Gruppo ha istituito il Premio Covivio nell’ambito della fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea Miart, vinto da Pamela Diamante con l’opera Altra natura scelta per il Building D di Symbiosis, l’iconico edificio multi-tenant già sede di aziende di primario standing tra cui Boehringer Ingelheim, Lvmh P&C Italia, Amplifon, alcune realtà del gruppo Mars – Royal Canin Italia e Fratelli Orsero. Nel 2023 Covivio ha rinnovato per il secondo anno la sua partnership con Miart e assegnato il Premio Covivio 2023 a Lorenza Longhi, che ha realizzato Days per lo spazio di pro-working Wellio Duomo, in via dell’Unione 1 a Milano.

Il mutare della città fa emergere l’esigenza da parte delle amministrazioni e di coloro che governano il territorio di dotarsi di nuovi strumenti più appropriati per rispondere alle domande che la città esprime. La natura complessa dei problemi della città contemporanea fa sì che le risposte vengano cercate al di fuori degli strumenti tradizionali di pianificazione.

Il rapporto tra città e arte è di crescente e notevole interesse per chi studia e si occupa di città. La città si trasforma dal punto di vista fisico, economico, sociale. Anche l’arte muta e si evolve verso un uso partecipato ed emozionale che spinge l’artista e l’arte sempre più a uscire dalle gallerie per arrivare nelle piazze, nei giardini, nelle fabbriche dismesse, nei luoghi pubblici, per intervenire nel dibattito sulla città, per lavorare a fianco al progettista.

Anche la Milano che si prepara alle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026 si è presentata con un progetto di riqualificazione del quartiere di Porta Romana che vuole suscitare una riflessione collettiva attraverso la potenza evocativa dell’arte urbana.

“Scalodarts, si chiama l’iniziativa che il Fondo di Porta Romana e il Comune di Milano hanno affidato a “Brand for the city”. Con le loro opere 20 artisti (SteReal, Napal, Coquelicot, Dada, Luna, Mr. Pollo, Encs18, Frode, Kasy23, Nais, Refreshink, Tackle Zero, Wiz Art, Rancy, Octofly, Teatro, Impossibile, Ale Senso, Kiv e Robico) hanno ricoperto i muri perimetrali del Villaggio in costruzione allo scalo di Porta Romana durante una sessione collettiva durata tre giorni nel 2023, in cui tutti hanno potuto apprezzare e ammirare il processo creativo. Da segnalare, a Venezia, il progetto del nuovo stadio dello studio Marazzi Architetti. Il Bosco dello sport, nel quadrante di Tessera, è un complesso di opere che fa del nuovo stadio un’opera di socialità inclusiva che riqualifica un intero quartiere.

I boschi che circondando l’abitato immediatamente fuori la città lagunare sono l’elemento chiave che ha ispirato la strategia di trasformazione urbana di un’area che prevede 62,5 ettari di terreno destinati a bosco, 16,5 al verde attrezzato e circa 60mila nuove alberature. Un nuovo corridoio ecologico che unisce il fiume Dese alla Laguna Nord. L’arte è entrata con veemenza con le “architetture narranti”: l’arena coperta, infatti, si ispira alle vetrate a rullo tipiche della produzione artistica di Murano coi loro dischi di vetro colorato, assemblati e legati con profili metallici. Un rivestimento esterno che richiama, inoltre, la nobile tradizione dell’architettura dei palazzi veneziani, dove la facciata, specchiandosi sull’acqua, media e rende più armonioso il rapporto fra paesaggio urbano e lagunare.

Il progetto “Prima Luce”, invece, – titolo ispirato all’omonima poesia di Giorgio Caproni – si è sviluppato intorno al nuovo campus urbano di via Monte Rosa 91, al cantiere che ne ha modificato l’originaria struttura e in particolare all’area della collina artificiale, tra il Parco della Luce e l’attiguo edificio destinato a uffici e servizi.

A cura di Helga Marsala con la direzione progettuale di Artribune produzioni, e promosso da AXA IM Alts con la supervisione degli allestimenti di Renzo Piano Building Workshop, l’operazione consiste in tre opere permanenti site-specific di Mario Airò, Stefano Arienti e Loris Cecchini che si relazionano intimamente con l’architettura, grazie a un percorso di ricerca nato dal confronto tra gli artisti, la direzione curatoriale e i progettisti.

In copertina: Altra Natura, Pamela Diamante ©Covivio

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Francesca Fradelloni
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