05-07-2018 Paola Pierotti 5 minuti

Congresso Nazionale Architetti, l’urgenza di una domanda di qualità e del dialogo con la politica

Il Presidente Cappochin: Serve un’agenda urbana nazionale e i concorsi devono portare i progetti in cantiere

"Cultura, qualità, trasparenza e legalità sono le parole chiave del Congresso, in nome delle quali chiediamo con forza che i progetti delle opere pubbliche non vengano più assegnati sulla scorta del fatturato degli studi"

Giuseppe Cappochin

Standing ovation per il presidente Giuseppe Cappochin all’apertura dell’VIII Congresso nazionale degli Architetti italiani dal titolo Abitare il Paese, città e territori per il prossimo futuro. Focus sulle città, sull’urgenza di un’agenda urbana nazionale e sui concorsi. Tema, quest'ultimo, caro ai professionisti e ripreso da Raffaele Cantone che ha ricordato che “la progettazione è stata una sfida che si è provata a lanciare con il nuovo Codice dei Contratti, citato troppo spesso come qualcosa da cambiare o buttare. Non credo – ha ricordato però il Presidente dell’ANAC  – vada buttato, prevede una cosa importante che è la centralità della progettazione, quella che consente di fare bene i lavori pubblici (e che in futuro si potrà fare anche con il BIM)”. Le buone opere pubbliche si fanno con la buona progettazione “che è anche uno di quegli strumenti che evitano le criticità e le patologie dei contratti pubblici” ha commentato Cantone, ribadendo tra l’altro l’impegno “e l’allargamento del mercato per i più giovani”. Cappochin ha chiesto l’apertura vera del mercato, la tutela della qualità attraverso la competizione. Cantone ha ribadito “che servono le regole, siamo d’accordo che sia necessario semplificare nella prospettiva di consentire che le cose si facciano ma la concorrenza ha bisogno di poche regole e chiare. Dove non esistono regole – ha precisato – vincono cartelli e monopoli”.

“Cultura, qualità, trasparenza e legalità  – ribadisce ancora Cappochin – sono le parole chiave del Congresso, in nome delle quali chiediamo con forza che i progetti delle opere pubbliche non vengano più assegnati sulla scorta del fatturato degli studi escludendo, per i progetti più importanti, il 98% degli studi di architettura, bensì attraverso concorsi di progettazione in due gradi, aperti, in quanto unica modalità che risponde ai principi di trasparenza, libera concorrenza, pari opportunità, riconoscimento del merito e che permette di selezionare il progetto migliore. Tra i progetti partecipanti al primo grado vanno selezionate, da una giuria che deve essere composta esclusivamente da esperti specialisti delle materie oggetto del concorso, imparziali e indipendenti, le idee migliori da ammettere al secondo grado, da compensare tutte adeguatamente come avviene in Francia e in molti altri Paesi europei. Al vincitore del concorso deve essere affidato l’incarico degli altri livelli della progettazione, direzione lavori o direzione artistica”.

Sul tema delle città, riprendendo i 5 obiettivi della Commissione Europea per una stagione di “sviluppo regionale e politica di coesione 2021-2027, si è parlato di Europa più intelligente, più verde e priva di emissioni di carbonio, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini.

Sul tema della formazione ha acceso un faro Flavio Mangione, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma in rappresentanza dei 105 Ordini provinciali, ma anche la Rete Tecnica delle Professioni che sta pensando ad una ‘formazione’ integrata per tutti, ingegneri e architetti in primis. “Un’organizzazione comune – ha precisato Armando Zambrano, Coordinatore della RPT – che vada ad individuare un percorso di accompagnamento dei professionisti nei loro trent’anni di carriera. Gli Ordini hanno una grande responsabilità per fare in modo che la preparazione abbia una ricaduta nel mondo esterno. Ecco che nei requisiti delle gare non ci può essere solo il dato economico, ma la qualità intellettuale, le esperienze, le competenze. Come Rete faremo uno sforzo in questa direzione, anche in armonia con le Casse di Previdenza”.

Francesco Scoppola, Direttore generale Educazione e Ricerca del Mibact, ha ripreso il tema delle città ricordando che “c’è una citta ‘amica’, quella dei giardini e degli spazi pubblici, e una ostile, quella delle porte e delle difese. La città ha una duplice natura di amicizia e ostilità e tra le due – ha commentato Scoppola – bisogna riuscire a creare una città pubblica, amica, dove gli architetti lavorino come fa un gioielliere, prendendosi cura della città come bene di grande ricchezza”.

Gli Architetti riuniti all’Auditorium Parco della Musica lanciano un messaggio al Paese, cercano un dialogo con le istituzioni. Assenti però gli invitati in programma come il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio, la sindaca di Roma Virginia Raggi e l’assessore della Regione Lazio Massimiliano Valeriani. Sono arrivati i saluti del Premier Giuseppe Conte che ha “apprezzato il carattere dell’iniziativa, per la centralità dei temi trattati” e della Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. “Disegnare le città del futuro – ha dichiarato la Casellati – è una priorità per garantire alla comunità prospettive di benessere e convivenza sostenibile. Mi auguro che le politiche a sostengo dello sviluppo sostenibile siano sempre più centrali nell’agenda pubblica”. Un messaggio è arrivato anche da Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, che ha ricordato che “con 11 milioni di lavoratori e 500 miliardi di euro/anno di fatturato, i liberi professionisti sono un vero valore aggiunto per l’Unione Europea. Se vogliamo aiutare le nostre città a crescere e innovare – ha continuato Tajani – per fare quella 'stupenda emozione dell’uomo' che sono le città, come ha detto Renzo Piano, servono bravi architetti che sappiano immaginare spazi dove sostenibilità, prosperità e qualità della vita vanno di pari passo con beneficio per i cittadini”.

Ph Credit immagine di copertina: Moreno Maggi

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Paola Pierotti
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