18-01-2022 Francesca Fradelloni | Paola Pierotti 4 minuti

Comuni e Pnrr, il nuovo bando-tipo per i concorsi (e i commenti degli Architetti)

Al via il Fondo da 161,5 milioni per concorsi progettazione e idee

Per favorire i piccoli Comuni alla partecipazione ai bandi attuativi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c’è un nuovo “gruzzolo” governativo: si tratta del Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale. Per usufruirne, l’Anac ha elaborato un bando tipo. Il Fondo, da 161,5 milioni, è destinato a comuni con popolazione complessiva inferiore a 30mila abitanti, ma anche alle città metropolitane e alle province comprese nelle aree indicate. In particolare, gli enti beneficiari sono localizzati nel Mezzogiorno e nelle isole, in Umbria e nelle Marche, e nei comuni ricompresi nella mappatura delle aree interne.


Tre i nodi sotto la lente del Consiglio Nazionale degli Architetti: il ruolo della struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici dell'Agenzia del Demanio; la via dell’appalto integrato; l’anonimato delle giurie.


Andando per ordine.

Come si legge nella nota dell’Agenzia della Coesione i concorsi devono mirare ad acquisire proposte progettuali utili a realizzare obiettivi di transizione verde dell’economia locale, trasformazione digitale dei servizi, crescita intelligente, anche sostenibile e inclusiva, sviluppo armonico del territorio anche dal punto di vista infrastrutturale, sviluppo turistico, ricerca e innovazione sociale, cura della salute, miglioramento dei servizi per l’infanzia. Gli schemi elaborati rappresentano un punto di riferimento tecnico per gli uffici competenti dei Comuni. Le misure puntano a rendere più spedita la programmazione degli investimenti e la realizzazione degli interventi per spendere in modo efficiente le risorse del Pnrr e del Fondo complementare (Pnc).

Gli enti beneficiari dovranno impegnare le risorse entro sei mesi. In caso di ritardi, le risorse saranno revocate. Dovranno, inoltre, affidare i successivi livelli di progettazione al vincitore del concorso, ma potranno anche scegliere di procedere con l’appalto integrato. «Come Cnappc, siamo per i concorsi sempre e comunque. Se si intende ricorrere all’appalto integrato – commenta Francesco Miceli, presidente degli Architetti Italiani – bisogna farlo solo come estrema ipotesi nel caso di un’avanzata fase del progetto definitivo, con il coinvolgimento di chi ha vinto il concorso per il controllo della fase esecutiva, affidandogli l’incarico per la direzione lavori».

Ancora, per facilitare le procedure, l’Agenzia per la coesione territoriale e l’Anac metteranno a disposizione, appunto, un bando-tipo. E per garantire la qualità della progettazione e della realizzazione dell’intervento, i Comuni potranno avvalersi della Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici dell'Agenzia del Demanio. Su questo punto la battaglia è già stata aperta nei giorni scorsi con una nota della Fondazione Inarcassa. «Siamo sorpresi e sconcertati nel vedere che si continua a insistere con questo costoso e dannoso apparato, figlio di una visione anacronisticamente statalista per cui lo Stato, pur non avendo mezzi e competenze per farlo, in spregio al libero mercato, si attribuisce la progettazione di un’opera pubblica, senza alcun raffronto concorrenziale sulla convenienza di tipo qualitativo ed economico, con gli altri operatori economici reperibili sul mercato. Siamo convinti che una struttura pubblica come prospettata, che non ha pari in Europa, avrà costi complessivi assolutamente non confrontabili con quelli del mercato dei liberi professionisti, contro una qualità che dovrà essere verificata, ma che siamo certi non proporzionale al costo». Questo il commento di Franco Fietta, Presidente della Fondazione Inarcassa, rilasciato qualche giorno fa, a proposito dell’avvio da parte dell’Agenzia del Demanio della selezione fino a 300 unità di personale tecnico amministrativo da destinare alla Centrale di Progettazione, istituita con la Legge di Bilancio 2019, con una previsione di spesa annua di 100 milioni di euro. 

Sul tema specifico Miceli interviene: «il Demanio dello Stato non è nelle condizioni di offrire servizi di progettazione. Potrà occuparsi di attività di supporto, magari per la programmazione a monte, supportando gli enti, ma non per la progettazione a valle. Con il Demanio – ricorda il presidente del Cnappc – abbiamo un rapporto avviato, avendo l’Agenzia scelto la strada del concorso anche per loro iniziative sul proprio patrimonio, i servizi di progettazione sono un’altra cosa». Un altro tema caro al Cnappc è quello delle commissioni: «l’Anac chiede che la giuria venga esplicitata dopo il primo grado, ma non si capisce il perché: il doppio anonimato non può funzionare. Conoscere chi è in commissione aiuta ad eliminare a situazioni di incompatibilità ed evitare spreco di risorse».

Tornando sul tema si aggiunga che è prevista l’istituzione, presso il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mims), di una struttura di mis­sione denominata Centro per l’innovazione e la sostenibilità in materia di infrastrutture e mobilità (Cismi). E ancora, il lavoro della cabina di regia dovrà garantire la realizzazione degli interventi finanziati in tutto o in parte con il Pnrr o il Pnc, ma anche incrementare le attività di studio, ricerca e sviluppo nel settore della sostenibilità delle infrastrutture e della mobilità, dell’innovazione tecnologica, organizzativa e dei materiali, assicurando, al contempo, nuove forme di intermodalità e di servizi di rete. Opererà con personale appartenente ad altre amministrazioni, ma, grazie ad un budget di 140mila euro per l’anno 2022, potrà anche avvalersi di non più di 4 esperti o consulenti esterni.

Per approfondimenti leggi i bandi.

In copertina: Morano Calabro (Cosenza). Ph. ©Rossana Alfieri via Flickr

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