21-03-2016 2 minuti

Come cambia la scuola. Focus di Nova sui modelli e sui progetti più innovativi

Da H-Campus al Liceo Lussana di Bergamo. Evoluzioni del concept, problemi e soluzioni possibili

"L’educazione che riceviamo non è fatta solo dalle nozioni che ci vengono trasferite, ma anche degli spazi che viviamo e con cui entriamo in contatto, bisogna avere il coraggio di lasciare un po’ di follia nei progetti"

Daniele Lago

La scuola cerca di rinnovarsi ed evolvere per mettersi al passo coi tempi, ma come tutte le innovazioni da applicare in modo capillare, anche con il supporto del pubblico, l’iter è lungo e pieno di ostacoli. Tuttavia il cambiamento sta entrando in punta di piedi attraverso soluzioni sperimentali che stravolgeranno la scuola dagli arredi all’approccio allo studio. 

H-Campus ad esempio è la nuova struttura che mette al centro la persona, l’individuo e le sue necessità. È stato progettato con la mission di creare un luogo in cui è possibile studiare e creare network di studenti e nuovi talenti. La struttura si trova a pochi chilometri dalle Dolomiti e dal mare di Jesolo ed è affacciata sulla laguna di Venezia, dialoga con l’ambiente grazie alle ampie vetrate e alla scelta di impiegare materiali a km0. L’apertura è programmata per il 2018 e sarà un “modello di formazione moderna e internazionale, pensato e progettato tenendo conto della trasformazione digitale in corso". Questo progetto sarà presente alla Biennale di Aravena dove H-Campus proporrà dei laboratori per i bambini.

Come scrive Pierangelo Soldavini sul settimanale Nova del Il Sole 24 Ore il 20 marzo “l’aula tradizionale cambia struttura perché il docente deve scendere dalla cattedra e affiancare gli studenti nel processo di formazione del sapere. Il design dello spazio-classe diventa fondamentale perché l’arredo si trasforma in un elemento attivo nell’abilitare il processo di apprendimento. Pochi interventi possono essere sufficienti – riprendendo le parole di Giuseppe Mannino, docente di psicologia dinamica presso la Lumsa – lo spazio classe deve essere poco formalizzato, non seriale, flessibile e modulabile”. Nell’inchiesta del Sole 24 Ore un secondo articolo di Guido Romeo un caso concreto, il liceo Lussana di Bergamo dove il designer Daniele Lago ha riprogettato gli spazi per studenti e professori. “L’educazione che riceviamo non è fatta solo dalle nozioni che ci vengono trasferite, ma anche degli spazi che viviamo e con cui entriamo in contatto, bisogna avere il coraggio di lasciare un po’ di follia nei progetti per indicare che l’individuo è libero di crescere, la scuola – sono le parole del progettista – oggi deve puntare soprattutto a essere strumento per liberare e far crescere talenti”. Il costo è stato di circa 13mila euro per aula, cifra tra l’altro inferiore alle più innovative classi 3.0.”

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