Casa e politiche abitative in cerca di un orientamento nazionale

07-11-2024 Paola Pierotti | Luigi Rucco 3 minuti

A Roma, Tobia Zevi punta sulla filiera istituzionale. La speranza è riposta nell’Europa

«La mia sensazione è che non esista ad oggi una filiera istituzionale in grado di rispondere ad un fenomeno dilagante. Sono preoccupato dalla vastità dell’emergenza abitativa nella nostra città, perché è in crescita esponenziale negli ultimi anni. Abbiamo bisogno di una politica per la casa in tempi rapidissimi, visto che manca da decenni in Italia». Così l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale Tobia Zevi, in occasione dell’evento Platform Real Estate, che ha messo a confronto i principali attori della filiera del real estate, con le voci e l’esperienza di general contractor, sgr, fondi di investimento e rappresentanti delle associazioni di categoria. Un racconto corale, dove la politica ha dato il suo contributo.

Se a Roma si registra il 6% di case popolari, a fronte del 17% di Parigi e il 18% di Londra, è evidente come sia ampio il gap da colmare. Emergenza che il Cresme in una ricerca per il Campidoglio ha recentemente sintetizzato in una richiesta di circa 30mila case popolari da offrire nella Capitale nei prossimi 10 anni. Questione che va considerata contestualmente alla domanda di alloggi in affitto e da destinare alle classi medie, soggetti che non riescono più a permettersi una casa sul mercato libero, in locazione o tramite compravendite, come accadeva fino a pochi anni fa. «A Roma abbiamo deciso di intraprendere una politica espansiva in merito, includendola


nel Piano strategico del diritto all’abitare, sviluppato su quattro assi: acquisto di nuovi immobili, un programma di recupero di edifici pubblici abbandonati e dismessi, nuovi strumenti di welfare abitativo e infine l’Agenzia per l’abitare,


piattaforma che consente di unire domanda e offerta. Il tutto ricordandoci che la modernizzazione e la rigenerazione delle aree urbane della città passa attraverso la mixité sociale che includeremo nei nostri interventi», ribadisce Zevi, che durante l’ultima edizione di Scenari Immobiliari, insieme all’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, aveva presentato il progetto dell’Atlante mettendo un accenno sull’urgenza del censimento del patrimonio di Roma Capitale.

La casa come servizio, infrastruttura sociale e driver per la rigenerazione urbana. È questo il tema che a tutti i livelli si evidenzia come emergenza. Per gli studenti e il caroaffitti, per le nuove comunità, per i lavoratori, per gli anziani autosufficienti.  «Il tema dell’emergenza abitativa da 15 anni a questa parte riguarda sempre di più la cosiddetta fascia grigia, ovvero quella parte sostanziosa di popolazione che per reddito non rientra nell’housing popolare, ma che man mano ha avuto sempre più problemi a trovare un alloggio. La casa oggi più che mai rappresenta un fondamentale elemento di coesione sociale, per questo il nostro scopo è quello di istituire degli strumenti finanziari in grado di raccogliere risorse capaci di remunerare gli investitori e parallelamente generare valore sul territorio». Il commento di Giancarlo Scotti, ad di Cdp Real asset sgr, nell’ambito di Urbanpromo in corso a Firenze.

In attesa di una direttiva nazionale (che doveva essere illustrata nella cornice di Urbanpromo, ma così non è avvenuto) le singole città si attrezzano per affrontare il tema. Oltre a Roma, è recente la presentazione del Piano Casa a Milano dove la casa accessibile rappresenta un problema per il 25% delle famiglie e dove lo stesso Cresme registra una offerta praticamente nulla di case in locazione, con prezzi in continuo aumento.


Da più voci la fiducia è riposta nell’Europa, e il successo, sotto la lente dell’economista Paola Delmonte si affida alla co-progettazione, co-pianificazione e co-finanziamento.


«Alla luce della rinnovata centralità della casa nell’agenda politica europea, va favorito il partenariato pubblico-privato regolato da contratti legittimati dal codice dei contratti pubblici», commenta Delmonte.

«Abbiamo la grande opportunità di un piano europeo per l’abitare con elementi fondamentali su cui stiamo già lavorando. Si parla di un raddoppio dei fondi di coesione, elemento che darebbe un grande respiro alla partnership pubblico-privata con risorse a fondo perduto. Inoltre, sarà fondamentale la ridefinizione del servizio di interesse economico generale, elemento legislativo che rende evidente l’obiettivo sociale in un piano di housing nazionale ed europeo, esplicitando la remunerazione del soggetto privato coinvolto», ha commentato Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti anche lei intervenuta al forum di Firenze.

 

In copertina: view of the city of Rome, Italy, ©AdobeStock

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