Busia (Anac): La progettazione è il primo tassello della qualità
Dal Cnappc, il nuovo Codice non freni il rilancio della progettazione delle opere pubbliche
Siamo in una fase cruciale, il nostro Paese si è impegnato in un forte ammodernamento con i fondi del Pnrr; l riforma del Codice dei contratti era uno dei tasselli strategici del Piano. La sua principale criticità – che ci preoccupa molto – è quella di compiere un passo indietro e di relegare ad un ruolo secondario la centralità e la qualità del progetto senza le quali non si possono realizzare opere di qualità. Bisogna costruire un’alleanza tra tutti gli attori coinvolti perché il tema del Codice non riguarda solo esperti di diritto: noi siamo a disposizione per gettare insieme le basi di un percorso comune». Così Francesco Miceli, il presidente del Cnappc commentando i dati della ricerca “Il boom del mercato delle Opere pubbliche, il nuovo Codice e la qualità della progettazione” realizzata appunto dall’Onsai con Cnappc e Cresme. Completa l’intervento Tiziana Campus, responsabile del dipartimento lavori pubblici, concorsi, Onsai del Cnappc che ribadisce l’importanza per gli architetti della qualità del costruito e quindi della progettazione che può essere «garantita dal solo concorso in due gradi».
Intervenendo nello specifico sul tema delle “nuove scuole” e in particolare sul concorso Futura, promosso dal Ministero dell’istruzione sulla piattaforma del Cnappc, la vice presidente Campus ricorda l’interlocuzione in corso con i dirigenti del ministero (facendo seguito anche ad una lettera inviata dal Cnappc a tutti gli Ordini provinciali il 16 febbraio scorso, per ribadire l’impegno a rispettare il bando e il protocollo sottoscritto con il ministero). Tra le altre ipotesi, si sta spingendo affinchè «Invitalia possa bandire un accordo quadro, per queste scuole, per evitare l’appalto integrato, garantendo, come da bando, l’affidamento ai professionisti di tutte le fasi della progettazione e la direzione dei lavori». Così Tiziana Campus. All’evento promosso dal Cnappc era stato coinvolto anche l’Anci, che non ha potuto partecipare, ma a cui la vicepresidente rivolge un invito: «i Comuni stessi dovrebbero essere allineati per stringere l’accordo con Invitalia».
I numeri sulla volata delle opere pubbliche e sulle occasioni per la progettazione sono sotto i riflettori. Ma vanno guardati con attenzione per prefigurare scenari e gestire possibili crisi. Giuseppe Busia, presidente dell’Anac ha confermato l’impegno al dialogo con i professionisti precisando che «è fondamentale assicurare la piena trasparenza in tutte le fasi delle procedure di affidamento: non rallenta, e garantisce la più ampia partecipazione e concorrenza, a vantaggio sia delle stazioni appaltanti che degli operatori privati. Il nuovo Codice segnerà un passo in avanti rispetto alla digitalizzazione che è un cardine, ancora una volta per coniugare semplificazione con trasparenza e controllabilità. In generale – ha continuato Busia – occorre investire nella qualità e la progettazione è il primo tassello della qualità».
L’alert del presidente dell’Anac: l’eccesso di semplificazione rischia di abbassare la qualità delle opere pubbliche.
Sull’appalto integrato, il presidente dell’Anac ha ribadito che «può essere utile per gli appalti più complessi, ma non deve essere la regola, come rischia di diventare con le novità introdotte dal nuovo Codice: l’esperienza concreta ha dimostrato che, fuori dai casi di appalti a prevalente contenuto tecnologico, esso non riduce né i tempi né i costi. Garantire la qualità dei progetti significa garantire la qualità delle opere e la loro durata. Siamo a disposizione per costruire insieme prassi, percorsi e regole che migliorino le procedure: è una sfida che riguarda tutti, per questo istituzioni ed operatori devono lavorare insieme».
Gli applausi degli architetti sono andati a Francesca De Sanctis, componente della commissione referente opere pubbliche dell’Ance, «sul Codice dei contratti siamo preoccupati per il metodo, i principi sono giusti e condivisibili, ma poi non si riscontra la coerenza con quanto riportato negli articoli, se si riuscisse a tradurli in norme concrete si otterrebbe un grande risultato per il nostro Paese. Per questo, è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori del mercato, lasciare scrivere le regole a pochi soggetti non è fruttuoso». La rassicurazione ai progettisti, in merito all’appalto integrato: «le imprese vogliono fare le imprese e lavorano come si deve, quando ci sono progetti a monti fatti bene».
Per quanto riguarda la crescita della progettazione di opere pubbliche, De Sanctis portando la voce dei costruttori ha sottolineato che «si sta uscendo da un decennio di crisi del settore in cui le imprese hanno fatto fatica a strutturarsi, e oggi hanno bisogno di un sistema di regole certe e stabili nel tempo e di un quadro di investimenti di medio-lungo periodo, non solo per affrontare e concretizzare la sfida del Pnrr, ma anche per guardare al futuro dopo il 2026». Ecco ancora una volta il rischio dietro l’angolo per le iniziative legate appunto alle scuole (come già commentato dall’architetto Matteo Scagnol in un’intervista a thebrief), ma De Sanctis cita anche «le gare per il Giubileo di Roma, che ancora devono patire».
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