Bilancio 2024. L’architettura è (e sarà) servizio tecnico o ricerca?
Dodici mesi di notizie thebrief. Protagonisti, temi e sfide
Reggio Calabria, sotto la guida dell’assessore Paolo Malara, sta lavorando per dettagliare un masterpan che indirizzi le scelte politiche a medio termine (2030) e con una vision a lungo termine (2050), con l’obiettivo prioritario di promuovere una città ecosistemica, del benessere e della salute, secondo una visione che metta al centro del progetto di futuro le persone e le comunità locali. Gli assessori all’Urbanistica di Palermo e Catania, Maurizio Carta e Paolo La Greca hanno cofirmato la pubblicazione “Planning Complex Waterfront Intercaes. Reshaping Port City Regeneration for Sustainable Urban Futures”. Agrigento, capitale della cultura nel 2025 sta scaldando i motori per un anno di iniziative prendendo il testimone dalla città di Pesaro. Cagliari scommette sul paesaggio naturale. A Napoli sono diversi i maxi-cantieri avviati, da Bagnoli al Real Albergo dei Poveri (220 milioni di opera, da consegnare entro il 2026 visto che le risorse sono Pnrr, e che riaprirà come nuovo polo culturale con un museo su Pompei, una public library e una foresteria per studenti su progetto Abdr). E sotto la guida dell’assessora Laura Lieto a fine anno ha aperto con un uso temporaneo l’ex Ospedale Militare di Napoli, chiuso al pubblico dal 1992, e destinato a riaprire come sede di uffici pubblici. Patrimonio pubblico che si fa laboratorio di creatività e di innovazione.
Pianificazione urbana, rigenerazione dei waterfront, riuso e valorizzazione del patrimonio (anche pubblico). Tre macro-temi di attualità e storie che parlano dell’impegno del Mezzogiorno a rimettere le città al centro dell’agenda politica.
Perché, come dicevamo un anno fa, «non c’è architettura senza città».
E nell’anno in cui “la locomotiva” Milano ha dovuto fare i conti con il freno a mano tirato dalle inchieste e dal dibattito sul Salva Milano, Roma si è distinta nel panorama nazionale in termini di attrattività, ma anche al Sud non sono mancate iniziative, trainate da assessori tecnici, che hanno alzato l’asticella della qualità e delle aspettative.
Non si può dire altrettanto del Mezzogiorno quando si cercano progetti di architettura costruita, o si rintraccia chi sono i protagonisti che quest’anno si sono affermati. È milanese Park Associati, l’architetto italiano dell’anno scelto dal Consiglio nazionale degli architetti. Di Sondrio è il giovane talento Emanuele Scaramellini. Tra Torino e Milano si sono strutturati i professionisti dello studio Settanta7 che ha vinto il premio Oice con il progetto dell’anno, la scuola più grande d’Europa. A loro, tra i protagonisti dell’anno, si aggiunge Guendalina Salimei che è stata scelta come curatrice per il padiglione italiano alla prossima Biennale di Venezia e Progetto Cmr International, holding del Gruppo Progetto Cmr (che quest’anno festeggia i suoi primi 30 anni), che si è posizionata al vertice delle classifiche “The Top 10 Italian Architecture Firms at Home” e “The Top 200 Architecture (and Design) Firms” di Guamari con ricavi consolidati per 44,7 milioni di euro nel 2023, andando a consolidare il primo posto ottenuto a partire dal 2021.
Nomi che raccontano storie e che danno il polso di come sta cambiando l’identikit dei protagonisti dell’architettura nel nostro Paese: si va dalle grandi aziende che hanno fatto del progetto integrato il loro core, dove l’architettura è solo uno dei servizi offerti tra gli altri, agli studi guidati da singoli con una partita iva personale. Tra i giovani c’è chi sceglie la strada della progettazione più lenta e curata, a partire dalle case monofamiliari, a chi cavalcando l’onda di incentivi e occasioni si struttura per prendere fette di mercato che accelerano la costruzione di “aziende”. Un mercato che si allarga dove rimane difficile dare una risposta su cosa sia l’architettura, o meglio su quale sia l’architettura che la committenza chiede, e che i professionisti offrono. Ancora con un divario tra le diverse regioni italiane. Anche se tra i progetti di punta in chiusura nel 2025 a firma Progetto Cmr c’è proprio il maxi-centro Rimed nel palermitano.
Architettura come servizio tecnico o come ricerca? Questo rimane il tema sollevato da Patricia Viel, co-fondatrice di Acpv Architects, che thebrief aveva ascoltato nel 2015 e lo scorso anno. «Abbiamo capito chi siamo – diceva una decina d’anni fa Viel – cosa sappiamo fare, qual è il nostro mercato e non aspettiamo che ci si sieda vicina un’impresa per proporci una commessa. Serve una strategia». Patricia Viel era risoluta sul fatto che il successo non abbia nulla a che vedere con il caso. «Tra progettisti e imprese c’è chi si fa trainare e chi traina». Questione sempre attuale, aggiornata con il nuovo Codice soprattutto con riferimento alle commesse pubbliche. Un anno fa, la rotta indicata da Acpv Architects, premiato con “the best architect of the year”, «il committente non sta dall’altra parte del tavolo, è fonte primaria dei contenuti del progetto, e il nostro scopo come architetti, nella fase di progettazione, è coinvolgerlo, “tirarlo dentro nel progetto”».
Il rapporto tra professionisti e imprese è tutto da ridisegnare. Intanto da più voci la domanda è chiara: servono concorsi, per sperimentare, per far circolare le idee, per aprire il mercato. Più concorsi che una legge per l’architettura a “difesa” degli architetti. Concorsi strutturati per essere una via per accedere a commesse, attraverso la selezione di progetti di qualità.
A proposito di concorsi, doveva essere il concorso più interessante dell’anno, quello di progettazione a procedura aperta in due fasi per la realizzazione del Nodo Intermodale Complesso di Napoli Garibaldi-Porta Est e la rigenerazione urbana delle aree ferroviarie, ivi compresa la progettazione dell’headquarter della Regione Campania (Napoli Porta Est). Ma le polemiche hanno smorzato le aspettative, anche se al momento cinque studi sono al lavoro per la seconda fase. Polemiche che riaccendono gli interrogativi su un altro concorso flop, quello per la sede della Regione Siciliana, rimasto in stand by.
Continua a far scuola in termini di sperimentazione (e di risultati tangibili) il caso scuola dell’Alto Adige con decine di professionisti che oggi raccontano un fenomeno che parla di “lentezza” e di rapporto con l’umano.
Stando nell’ambito della “ricerca”, oltre la tecnica, una parola chiave che può guidare l’architettura è quella della “ricostruzione”, prendendosi cura, attraverso il progetto, delle cose e delle persone. Raul Pantaleo di Tam Associati propone la sua riflessione, con testimonianze da oltre confine «e con l’invito a fare della ricostruzione un messaggio di speranza, e non parlo solo di architetti – dice – ma di noi tutti costruttori di un pezzo di futuro. Tu stai costruendo un messaggio per gli anni a venire, realizzando un edificio importante come un ospedale. Noi siamo partecipi di questa narrazione che si contrappone all’annientamento» ha raccontato Pantaleo a thebrief. Fa eco un’altra voce di un altro studio impegnato sul tema della città pubblica, qual è Dap Studio. Altre storie ed altre voci che raccontano l’evoluzione dell’architettura, che non ha perso la sua anima e che si distingue sempre nel momento in cui contribuisce alla progettazione e alla costruzione del bene comune.
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