Biblioteche e welfare. La Carta di Milano per un impegno corale da parte delle Pa

27-10-2022 Redazione 4 minuti

Dal progetto della Beic alle opere che fanno scuola in Europa

La cultura come traino per la rigenerazione urbana. E le biblioteche come opere pubbliche con potenziali effetti sull’inclusione sociale, con ricadute intergenerazionali; luoghi di incontro e intrattenimento, questi poli culturali hanno ricadute dirette e tangibili sulla valorizzazione del territorio e la crescita della comunità. Tanti gli esempi in Italia coma la Salaborsa di Bologna, diventata la biblioteca civica e multimediale della città, ma anche la nuova biblioteca pubblica di Oslo Deichman. Le biblioteche come occasione di crescita e la formazione individuale, ma anche di piattaforma viva per la partecipazione collettiva. 

In Italia si stima ci sia una biblioteca ogni 8mila abitanti. Istituzioni pubbliche che hanno una grande influenza sulle comunità di riferimento, ma non sempre vengono considerate da protagoniste nella progettazione urbana sia a livello nazionale che europeo.

Da qui l’impegno del Comune di Milano ad investire nel progetto della Beic (capitalizzando le risorse del Pnrr), che dovrebbe essere completato entro il 2026. E proprio il capoluogo meneghino ha ospitato gli Stati Generali delle biblioteche in cui gli addetti ai lavori hanno sottolineato l’importanza di questi presidi all’interno delle città. A fare gli onori di casa il sindaco Beppe Sala che le ha definite «una componente essenziale nella vita delle nostre comunità».

La città di Milano in una fase storica «così delicata vuole che le biblioteche rimangano centrali nel sistema politico e culturale delle città – ha spiegato l'assessore alla Cultura del Comune, Tommaso Sacchi – uno degli obiettivi di questi Stati Generali è arrivare alla firma di una Carta di Milano per le biblioteche, un documento nato a Milano ma che vuole essere un manifesto che tutte le città d'Italia possono adottare. Con l'obiettivo di prendere un impegno chiaro, etico, di programmazione e di investimenti sul sistema bibliotecario di ogni città». Alcuni capoluoghi italiani, ha spiegato l'assessore, hanno già deliberato in giunta l'adozione di questo documento, come ad esempio il Comune di Firenze.

Con la Carta di Milano le Pa si assumono impegni comuni per rendere sempre più ricco, utile e innovativo il servizio essenziale e gratuito fornito da ogni biblioteca alla comunità locale di riferimento; dall’altro, si chiede al Governo nazionale e alle Regioni, in un’ottica di sussidiarietà, di promuovere e sostenere in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale lo sviluppo dei servizi bibliotecari territoriali, garantendo fondi, infrastrutture, cooperazione e formazione, oltre all’istituzione di un tavolo di confronto permanente fra Ministero della Cultura, Regioni, Province e Comuni sulle tematiche proprie delle biblioteche di ente locale. 

L’utilizzo delle biblioteche come luoghi di aggregazione e rigenerazione sociale ed urbana è un trend che si sta sviluppando in tutta Europa, tanto che sempre più spesso sono viste come spazi del welfare ed in cui esercitare la cittadinanza anche perché, come sottolineato da Barbara Lison, presidente Ifla (International federation of libraries associations and institutions) «sono ovunque ed hanno tutte la stessa missione e le medesime sfide da affrontare».

Nell’evento milanese tante le case history di importanti biblioteche europee, come la Oodi Helsinki Central Library, la Central Library in Rotterdam e la LocHal di Tilburg, presentate dai rispettivi direttori. Ma agli Stati Generali protagoniste anche le biblioteche italiane, come quelle di Roma, Bologna e Torino.

Tra le altre iniziative, quella della Capitale che, grazie ai fondi del Pnrr, riqualificherà 22 delle 39 biblioteche già esistenti e ne realizzerà altre 10 in contesti decentrati, attraverso interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico comunale con un investimento di complessivi 50 milioni euro.


In un momento in cui si ragiona sempre di più sulla città di prossimità, si punta a realizzare anche una vera e propria comunità, sviluppando attorno a questa i luoghi della condivisione e della cultura.


Tornando a Milano, il progetto, promosso dalla Fondazione Beic e dal Comune, è firmato dal team guidato dagli architetti milanesi Onsitestudio, vincitori del concorso indetto sulla piattaforma Concorrimi.

«Sarà un laboratorio della cultura del 21esimo secolo, un luogo di produzione, di sviluppo e creatività» ha commentato Giovanni Solimine, direttore scientifico della Beic.

La nuova biblioteca europea si svilupperà su una superficie di 30mila metri quadrati ed avrà un deposito robotizzato in cui troveranno spazio circa 2,5 milioni di libri, altri 500mila saranno all’interno dei singoli dipartimenti; a disposizione degli utenti ci saranno 2mila postazioni e l’auspicio delle autorità è quello di avere orari di apertura molto ampi.

Due navate trapezoidali richiameranno in modo esplicito l’idea di un’officina, «una biblioteca – aggiunge Solimine – che si muove all’interno di un orizzonte europeo che non esclude quello metropolitano, con una forte vocazione internazionale come la città stessa».

Una promenade urbana accompagnerà dal parco di Porta Vittoria e dal verde, che circonda la biblioteca, distribuendo il flusso dei visitatori tra i due corpi di fabbrica. Previsto anche un auditorium da 300 posti; ci sarà anche una sala di lettura panoramica con terrazza all’ultimo piano.

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